11-05-2009, 04:45
Partecipo da poco al vostro forum e sono soddisfatto degli interventi. Da tempo non pubblicavo foto del RURIK perché il lavoro del Mastro era estremamente rallentato ma sopratutto l'avanzamento di difficile interpretazione.
Settimana scorsa ho visto iniziare alcune applicazioni che delineano le forme del restauro. La storia del RURIK è presto fattà: di mano in mano, dalle glorie della navigazione all'ignominia del affondamento.
Avevo da poco demolito la barca che sognavo di restaurare (http://www.ricciardi.eu/barca/acquisto/page_02.html e scelto quella da costruire (chiodo scaccia chiodo) http://www.ricciardi.eu/barca/index.html che, dalle pagine di Bolina, vengo a sapere che c'è in vendita una barca da restaurare. Mi era rimasta la 'voglia' di un restauro ma non potevo immaginare come gestire due attività in contemporanea e mi davo solo per incuriosito. La barca si trovava a Sant'Antioco; io frequento la costa sud della Sardegna per lavoro, sono di Milano, decido di andarla a vedere. Mi si presentò così:
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Un amico conosce Giovannino Bigio, detto Vanino, di Carloforte che in una successiva visita mi accompagna e dice: 'Questa barca ha un valore'.
Mi sono sentito in dovere di intrapprendre il restauro. Ho chiesto al proprietario di rimanere socio del RURIK: lui di Sant'Antioco poteva seguire i lavori e un domani occuparsi giornalmente del mantenimento.
Trovato l'accordo, incaricato il mastro d'ascia Paolo Cara presso il cantiere di Nino Dessi, è cominciata la lunga e complicata avventura di trovare l'anima del RURIK.
Ho scritto a diversi musei marittimi del nord europa ed alcuni autori specializzati ottenendo una parziale conferma delle mie convinzioni:
Smack Yacht, varata intorno al 1905 nei pressi di Fleetwood dal cantiere Gibson. La scelta del armo è stata la più controversa. Ho deciso per due alberi: maestra a picco senza boma, come in uso sulle barche da pesca. Boomless, favorisce la vivibilità in coperta e rende la barca + sicura. In caso di un colpo di vento si impiega meno nello sventare la randa come sulla vela latina.
L'albero di mezzana viene usato da timone. Tra l'altro sarà sfilabile e costituirà l'armo del dinghy, il battello di servizio.
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Sono due anni che ci lavoriamo; i punti salienti sono la scelta dei materiali ed il ripristino degli allestimenti del naviglio del inizio secolo. Fastening (chiodi, viti, perni in Bronzo Silicio), rinforzi del accoppiamento chiglia/madieri in rame, ottone per i perni delle ordinate. Ossatura in Quercia, fasciame, sovrastrutture e coperta in Iroko. Anche gli spessori del fasciame e della coperta sono stati valutati secondo i criteri del epoca: oltre 3 cm. Pensate che dopo 100 anni, sotto vari strati di coperta, abbiamo ritrovato l'originale in quercia. Settimana scorsa rimuovendo gli oblo dalla tuga abbiamo scoperto la prima tuga, molto + bassa e filante. Bene credo di avervi preparato a sufficienza. Oggi il RURIK è tornato ad essere se stesso.
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http://www.rurik.it
Settimana scorsa ho visto iniziare alcune applicazioni che delineano le forme del restauro. La storia del RURIK è presto fattà: di mano in mano, dalle glorie della navigazione all'ignominia del affondamento.
Avevo da poco demolito la barca che sognavo di restaurare (http://www.ricciardi.eu/barca/acquisto/page_02.html e scelto quella da costruire (chiodo scaccia chiodo) http://www.ricciardi.eu/barca/index.html che, dalle pagine di Bolina, vengo a sapere che c'è in vendita una barca da restaurare. Mi era rimasta la 'voglia' di un restauro ma non potevo immaginare come gestire due attività in contemporanea e mi davo solo per incuriosito. La barca si trovava a Sant'Antioco; io frequento la costa sud della Sardegna per lavoro, sono di Milano, decido di andarla a vedere. Mi si presentò così:
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Un amico conosce Giovannino Bigio, detto Vanino, di Carloforte che in una successiva visita mi accompagna e dice: 'Questa barca ha un valore'.
Mi sono sentito in dovere di intrapprendre il restauro. Ho chiesto al proprietario di rimanere socio del RURIK: lui di Sant'Antioco poteva seguire i lavori e un domani occuparsi giornalmente del mantenimento.
Trovato l'accordo, incaricato il mastro d'ascia Paolo Cara presso il cantiere di Nino Dessi, è cominciata la lunga e complicata avventura di trovare l'anima del RURIK.
Ho scritto a diversi musei marittimi del nord europa ed alcuni autori specializzati ottenendo una parziale conferma delle mie convinzioni:
Smack Yacht, varata intorno al 1905 nei pressi di Fleetwood dal cantiere Gibson. La scelta del armo è stata la più controversa. Ho deciso per due alberi: maestra a picco senza boma, come in uso sulle barche da pesca. Boomless, favorisce la vivibilità in coperta e rende la barca + sicura. In caso di un colpo di vento si impiega meno nello sventare la randa come sulla vela latina.
L'albero di mezzana viene usato da timone. Tra l'altro sarà sfilabile e costituirà l'armo del dinghy, il battello di servizio.
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Sono due anni che ci lavoriamo; i punti salienti sono la scelta dei materiali ed il ripristino degli allestimenti del naviglio del inizio secolo. Fastening (chiodi, viti, perni in Bronzo Silicio), rinforzi del accoppiamento chiglia/madieri in rame, ottone per i perni delle ordinate. Ossatura in Quercia, fasciame, sovrastrutture e coperta in Iroko. Anche gli spessori del fasciame e della coperta sono stati valutati secondo i criteri del epoca: oltre 3 cm. Pensate che dopo 100 anni, sotto vari strati di coperta, abbiamo ritrovato l'originale in quercia. Settimana scorsa rimuovendo gli oblo dalla tuga abbiamo scoperto la prima tuga, molto + bassa e filante. Bene credo di avervi preparato a sufficienza. Oggi il RURIK è tornato ad essere se stesso.
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