Citazione:umeghu ha scritto:
Pssst: e entrare in retro? Fa schifo? da quando abbiamo i pontili nuovi da noi quasi tutti i 40 piedi (senza B.T.) entrano nel canale a marcia indietro.....
Ma portare un chiglia lunga a marcia indietro diritto è quasi impossibile!
Citazione:straorza ha scritto:
i chiglia lunga per evoluire devono avere abbrivio , se ti fermi e provi a dare motore ne vedi delle belle
Quoto pienamente Straorza...d'altra parte lui con l'alpa A7 queste cose le sa! Forse io aggiungerei che avendo la corrente laterale non ci starebbe male l'idea di arrivare con un po' di spinta dell'elica...sarà giusto? Io con Corsaro faccio così
Bob.
Citazione:mikael ha scritto:
dipende molto dalle reali condizioni,e dall'abilità ad usare l'effetto evolutivo dell'elica...
difficile a dirsi,cmq per entrare di prua con chiglia lunga,io suggerisco buon abbrivio,
togliere motore in prossimità del punto ideale per girare,evitare l'uso del motore mentre la barca gira,
in buona sostanza,entrare veloci,manovrando solo di timone e fermare con una bella botta di retro
quando si è già nel 'budello'...
Va bene, ma allora era meglio scrivere:
entrare decisi, e con il giusto abbrivio (cioè appena sufficiente per manovrare).
(la bella botta di retro non serve, se l'abbrivio è minimo).
E ancora, dove tiene la barca skippervela, non è possibile arrivare fino al posto di ormeggio con motore. C'è sempre corrente contraria o favorevole, quindi, quanto e quando dare motore va valutato di volta in volta.
Citazione:skipperVELA ha scritto:
:DIo insisto: entrare nel CANALE già in retro.
Una chiglia lunga non ha, DI SOLITO, un comportamento 'schizofrenico': se hai avuto spazio a sufficienza per farla mettere 'in equilibrio' la si governa con relativa semplicità.
Con una o più di queste condizioni: chiglia lunga, skeg generoso e molto raccordato, timone vicino alla chiglia, pinna molto grossa di spessore (!), l'elica bi/tri/quater/pieghevole/abbattibile/orientabile/vattelapesca, conta poco: è tutto manico, solo manico, esperienza di manico.
A qualcosa serve, diciamo un 30/40%, tanto per dare un numero, l'elica di prua, ma anche quella va saputa usare, quindi deve avere un buon manico.
Ne consegue che per evoluire in retro serve avere un abbrivio discreto (la corrente potrebbe già fare un pò parte dell'abbrivio), ma devi aver incominciato da lontano: tanta acqua, tanto spazio, la fai fermare, metti in retro piano, le lasci fare un bel pò di mattane e poi (spesso anche 'forse', dipende dalla barca) va dritta in retro....ma non ci conterei molto sull'agile effetto evolutivo.
Poco, pochissimo timone (oltre i 30/35 gradi non lo sente ed è come non averlo).
E' certo che sia da fermo che per fermarla, più motore dai e più vai in giostra.
Colpetto in avanti con timone dove serve, colpetto in retro (il timone non lo sente e non serve), colpetto in avanti col timone dove serve, e via così, se hai capito come gira l’elica qualcosa di bello fai, poi se tieni presente il vento e la corrente e li sai usare a tuo favore fai anche bene.
Ogni barca ha i suoi capricci che vanno conosciuti ed anticipati.
Quindi serve esperienza, quindi prove e straprove, in condizioni diverse, con tanti parabordi, qualche mano qui e là, se possibile con un paio di ritenute in giro tanto per fermarla all'ultimo momento, pochi consigli e nessuna vergogna.
Le chiacchiere non servono, le variabili sono troppe e le linee d’acqua non confrontabili, pochi sanno cos’è una barca stabilissima in rotta e quindi inchiodata in manovra, e meno ancora ci hanno provato davvero.
Personalmente ci ho messo parecchio ad imparare ogni volta, poi con il tempo qualcosa ti resta e riesci a cavartela, se non con onore, almeno quasi decorosamente con ogni barca.
Poi non ti dico che la metti proprio lì, ma qualche centimetro più in là, sì.
Ho trovato che serve:
prefigurarsi la manovra,
immaginarla come peggio non potrebbe venire,
tenerla ben presente così (il peggio),
e fare tutto il contrario senza stare troppo a pensarci su,
in silenzio.
L'operare in silenzio trasmette sicurezza a se stessi, rispetto in chi aiuta o sta a guardare, deferenza, poi, se la manovra riesce decentemente....e questo rafforza l'autostima, così le manovre vengono sempre meglio e quasi in automatico.
Ma di basilare importanza e fottersene di chi sta a guardare, di chi ride, di chi dice, e di chi spara ca..volate, di chi vuole dare una mano alla quarta o quinta volta che rifai la manovra, perché le manovre non si aggiustano mai, si rifanno da capo e basta.
Ci sei solo tu, la barca (che sta sempre dalla tua parte) e la manovra, che oramai sei certo di saper fare.
Dapnia che dirti, sei sempre un grande! Dimostri capacità tecniche e psicologiche non comuni!
....(dopo passo a prendere il caffè pagato)...
Vi dico la mia piccola esperienza. VAGABOND 33 con chiglia 'pesante', barca ingovernabile di retro (mille prove...) ma dotata di elica di prua. Come entravo? Di prua sul canale di avvicinamento al mio ormeggio, a 45° a metà del mio vicino di sinistra davo di retro e mi aiutavo con l'elica di prua per un ormeggio di poppa.... Poi da 15 gg circa ho problemi con l'elica di prua, mi va in corto il fusibile al primo contatto e quindi niente da fare. Allora riprovo di poppa ma la barca è sempre fatta allo stesso modo. Decido di farne a meno, riduco la velocità di avvicinamento (praticamente l'abbrivio minimo è aiutato da corrente e/o vento) e faccio la stessa manovra e scopro che:
- con timone tutto a dx per i 45° e la retro quasi al massimo per 2/3 secondi la barca si imposta bene per l'ingresso tra i due pali;
- piccolo colpo di marcia avanti e timone sempre tutto a dx per guadagnare qualche altro metro di girata
- nuovo colpo di retro
Praticamente fa tutto l'elica... il timone serve solo ad allontanare la prua della barca da quella della barca a motore dopo la mia che sporge parecchio.... Ma anche con l'elica di prua funzionante, il mio abbrivio è sempre stato da 'lumaca'... mai di fretta, con quella si fanno solo danni...
Anche la mia è ingovernabile in retro, però con un po di esperienza si riesce ad ormeggiare anche di poppa, consiglio di fare tante prove, ogni barca è diversa e hai il suo segreto, basta capirlo...
rispetto a barche che manovrano con facilità si è obbligati a tirar fuori tutto il mestiere e a tenere in considerazione ogni particolare, evoluzione dell'elica, ad utilizzare il vento come alleato e non come ostacolo, questo è molto importante.
Si direi che per forza di cose a domande come la tua si è costretti a dare risposte generiche, ma il consiglio che posso darti è di utilizzare la corrente e il vento come aiuto nella manovra, cosa che pochi considerano a volte, se poi vuoi sonni tranquilli, elica di prua, non tutti sono vocati al rischio...
Una cosa però devo dirla...è molto piu divertente manovrare con una barca a chiglia lunga perchè ti mette alla prova e ti aiuta a capire tante cose, tra le quali se sei capace ad andare in barca o no!
Citazione:skipperVELA ha scritto:
Dapnia che dirti, sei sempre un grande! Dimostri capacità tecniche e psicologiche non comuni!
....(dopo passo a prendere il caffè pagato)...
Da giovedì sono in barca, dovrei andare fuori e dentro senza grandi crociere: quando vuoi!
Ti aspetto.
Citazione:Estrovelico ha scritto:
Anche la mia è ingovernabile in retro, però con un po di esperienza si riesce ad ormeggiare anche di poppa, consiglio di fare tante prove, ogni barca è diversa e hai il suo segreto, basta capirlo...
rispetto a barche che manovrano con facilità si è obbligati a tirar fuori tutto il mestiere e a tenere in considerazione ogni particolare, evoluzione dell'elica, ad utilizzare il vento come alleato e non come ostacolo, questo è molto importante.
Si direi che per forza di cose a domande come la tua si è costretti a dare risposte generiche, ma il consiglio che posso darti è di utilizzare la corrente e il vento come aiuto nella manovra, cosa che pochi considerano a volte, se poi vuoi sonni tranquilli, elica di prua, non tutti sono vocati al rischio...
Una cosa però devo dirla...è molto piu divertente manovrare con una barca a chiglia lunga perchè ti mette alla prova e ti aiuta a capire tante cose, tra le quali se sei capace ad andare in barca o no!
Qualche anno fa, era poco che avevo la barca e non la conoscevo ancora bene, al Circolo Velico di Ravenna con elica di prua e J-Prop facemmo una figura barbina: la barca andava su e giu per la corsia spinta dal vento senza volerne sapere di entrare tra le briccole.
Intervento del gommone con salaci osservazioni dell'ormeggiatore e commenti pesantissimi degli astanti.
Non capivo cosa stesse succedendo: tutto pareva girare bene ma a vuoto e la barca andava dove la portava il vento.
Ormeggio, immersione e controllo.
Morale: un sacco in rete di nylon, quelli per le cozze, aveva rotto il perno dell'elica di prua, bloccato le pale della J e incastrato il timone limitandone la corsa a pochi cm.
Rimosso e sistemato il tutto con un paio di ore di lavoro, ho raccolto la rete in due sacchetti del supermercato e l'ho appoggiata, grondante, sul tavolo dell'ormeggiatore, dopo aver percorso i pontili con i sacchetti ben in vista e salutando tutti con un gran sorriso.
Durante tutti i tentativi di manovra sia io che mio cugino che era con me avevamo né parlato né dato segni di nervosismo, scambiandoci solo acchiate e poche parole a bassa voce.
Qualcuno si è poi scusato.
Capita.
Un amico dice che nell'ormeggio il 30% è conoscenza il 30% è esperienza ed il 60% è cu-o.
Hai visto mai che abbia ragione?
Dopo aver letto attentamente e con grande rispetto ciò che hanno scritto sopra uomini di grande esperienza ... (e lungi da me il voler far credere che a me riesce sempre :blush
, provo a spiegare il 'metodo Sonmì'
Io parto dalla constatazione che ogni barca viene 'direzionata' in modo diverso da diverse forze':
- il timone
- la spinta dell'elica in senso longitudinale
- l'effetto evolutivo dell'elica (trasversale)
- il vento
- la corrente eventuale
... dunque, prima di decidere una manovra di atterraggio valuto quale tra gli elementi sopra elencati ha maggiore influenza sulla stessa (di solito il vento ... ). I restanti elementi, essendo meno variabili, li utilizzerò 'a bisogno'.
Diciamo che nel 90 e passa % dei casi tutta la manovra viene 'progettata' in funzione della direzione e dell'intensità del vento: se si tratta del proprio posto barca o di un approdo che si conosce bene, sarà tutto un pò più semplice ... se si atterra per la prima volta in un determinato luogo, ecco che diventa fondamentale 'fotografare' nella propria mente il portolano ... il più esattamente possibile la posizione dell'attracco rispetto al nord e gli spazi a disposizione per manovrare.
L'animazione del 3D lo fa capire bene: nei primo caso, entrando di prua, è proprio il vento che 'infila' la prua stessa al posto giusto, nel secondo caso è sempre il vento che invece la manda ad urtare la barca di fianco (mentre, se il comandante avesse deciso di entrare di poppa, SEMPRE IL VENTO avrebbe tenuto la prua nella giusta direzione).
Tra il dire e il fare mai come in questo caso c'è di mezzo il mare
in ogni caso ci si deve liberare delle convinzioni 'automobilistiche' che se 'sterzo' la barca va dove dico io ... nella gerarchia di una chiglia lunga, il primo indiscusso 'manovratore' è il vento ... poi dovrò pensare che la poppa mi va a dritta (e la prua a sinistra) quando darò il colpo di macchina indietro per fermarmi ... il timone ed il motore mi serviranno soprattutto per dispormi nel modo corretto rispetto al vento.
La corrente è una dannata complicazione, perchè, oltre ad essere una variabilein più, agisce in modo del tutto opposto al vento (relativamente ad una chiglia lunga, mentre il vento sposta la prua, la corrente sposta la poppa).
La chiglia lunga è meglio di una 'settimana enigmistica' [:246]
Citazione:dapnia ha scritto:
Co
Ho trovato che serve:
prefigurarsi la manovra,
immaginarla come peggio non potrebbe venire,
tenerla ben presente così (il peggio),
e fare tutto il contrario senza stare troppo a pensarci su,
in silenzio.
spesso riesco a fare molto peggio della mia peggior ipotesi!!
Citazione:sonmì ha scritto:
Dopo aver letto attentamente e con grande rispetto ciò che hanno scritto sopra uomini di grande esperienza ... (e lungi da me il voler far credere che a me riesce sempre :blush, provo a spiegare il 'metodo Sonmì'
Io parto dalla constatazione che ogni barca viene 'direzionata' in modo diverso da diverse forze':
- il timone
- la spinta dell'elica in senso longitudinale
- l'effetto evolutivo dell'elica (trasversale)
- il vento
- la corrente eventuale
... dunque, prima di decidere una manovra di atterraggio valuto quale tra gli elementi sopra elencati ha maggiore influenza sulla stessa (di solito il vento ... ). I restanti elementi, essendo meno variabili, li utilizzerò 'a bisogno'.
Diciamo che nel 90 e passa % dei casi tutta la manovra viene 'progettata' in funzione della direzione e dell'intensità del vento: se si tratta del proprio posto barca o di un approdo che si conosce bene, sarà tutto un pò più semplice ... se si atterra per la prima volta in un determinato luogo, ecco che diventa fondamentale 'fotografare' nella propria mente il portolano ... il più esattamente possibile la posizione dell'attracco rispetto al nord e gli spazi a disposizione per manovrare.
L'animazione del 3D lo fa capire bene: nei primo caso, entrando di prua, è proprio il vento che 'infila' la prua stessa al posto giusto, nel secondo caso è sempre il vento che invece la manda ad urtare la barca di fianco (mentre, se il comandante avesse deciso di entrare di poppa, SEMPRE IL VENTO avrebbe tenuto la prua nella giusta direzione).
Tra il dire e il fare mai come in questo caso c'è di mezzo il mare in ogni caso ci si deve liberare delle convinzioni 'automobilistiche' che se 'sterzo' la barca va dove dico io ... nella gerarchia di una chiglia lunga, il primo indiscusso 'manovratore' è il vento ... poi dovrò pensare che la poppa mi va a dritta (e la prua a sinistra) quando darò il colpo di macchina indietro per fermarmi ... il timone ed il motore mi serviranno soprattutto per dispormi nel modo corretto rispetto al vento.
La corrente è una dannata complicazione, perchè, oltre ad essere una variabilein più, agisce in modo del tutto opposto al vento (relativamente ad una chiglia lunga, mentre il vento sposta la prua, la corrente sposta la poppa).
La chiglia lunga è meglio di una 'settimana enigmistica' [:246]
Tutto bene, questa è la prassi, poi ogni volta le condizioni variano, anche se di poco, percui entra in gioco la sensibilità, quella che ti fa fare la mossa giusta nel momento giusto e senza ragionamento, e che viene appunto dal fatto che si ha padronanza della propria barca e si è provato migliaia di volte ogni tipo di manovra fino a farle a occhi chiusi. Spesso in condizioni difficili o quantomeno non usuali, si deve decidere cosa fare in pochi attimi, e allo stesso tempo con la massima calma e precisione, ecco perchè il mio consiglio è quello di mettersi li con calma, magari ogni tanto sacrificando una giornata rinunciando alla veleggiata per rimanere in porto a manovrare.....dentro fuori, su e giu, di continuo e in tutte le maniere, poppa prua, fino a che non si acquista dimesticezza con la propria barca nelle svariate condizioni.
L'unico modo per imparare a manovrare e allenarsi a farlo continuamente, non credo che ci sia metodo migliore.
Quoto Estrovelico:
L'unico modo per imparare a manovrare e allenarsi a farlo continuamente, non credo che ci sia metodo migliore.
Citazione:Messaggio di skipperVELA
Chi è in grado di descrivere con chiarezza una manovra di approdo 'a pettine' in una darsena, in un ristretto spazio, entrando di prua (n un canale molto stretto con corrente laterale all'approdo a favore o contraria, per intenderci non con la direzione del vento illustrata in figura) con una barca a vela a chiglia lunga?
Quando iniziare la manovra col timone, quando dare gas, quando toglierlo ecc ecc.
GRAZIE
non so se può essere utile. un fuoribordo ( quello del tender ) da brandeggiare barra al centro aiuterebbe?? quando sono nello stretto io faccio così con il mio nel pozzetto e mi trovo bene.
ciao Gian dove sei ormeggiato a venezia che proviamo a fare sto benedetto ormeggio posteriore permettendo ciao e quoto in toto dapnia
con una 'forte corrente al traverso' possono non esserci cavoli e risultare assolutemente impossibile attraccare, mettici pure bow thruster chiglie cortissime barche che girano su se stesse e duemila parabordi, con una 'forte corrente al traverso' si schiantano tutti, o almeno ho personalmente visto schiantarsi tutti anche qualcuno di sti nomi che fanno la prima nei giornali di vela
certo dipende da cos'è 'forte corrente', più o meno gestibile ecc, ma aspettando che ci sia la stanca/inversione di corrente si sarà meno temerari ma non si sbaglia mai e le difficoltà sono divise per dieci