Citazione:Nico ha scritto:
Ho un dubbio teorico:
Bernoulli ci insegna che sulle vele:
l'accelerazione del flusso sull'estradosso crea una depressione, che le 'trascina' avanti,
viceversa la decelerazione nell'intradosso crea una sovrapressione, che dà un'ulteriore 'spinta' in avanti
Allora creando una resistenza all'interno, si aumenta la decelerazione, aumentando la sovrapressione e quindi la spinta!
So che non è vero, ma qual è l'inghippo?
Forse più che bernoulli quello che ci rimane male è kutta!
il flusso sull' intradosso in prima fase decellera aumentando la pressione statica, poi riaccellera in uscita dalla balumina per rispettare appunto la di kutta condizione. Un intoppo in entrata (lo strallo con rullafiocco) crea delle turbolenze che non gli fa più fare il suo lavoro (al flusso d'intradosso) in modo 'fluido'...
Citazione:Nico ha scritto:
Ho un dubbio teorico:
Bernoulli ci insegna che sulle vele:
l'accelerazione del flusso sull'estradosso crea una depressione, che le 'trascina' avanti,
viceversa la decelerazione nell'intradosso crea una sovrapressione, che dà un'ulteriore 'spinta' in avanti
Allora creando una resistenza all'interno, si aumenta la decelerazione, aumentando la sovrapressione e quindi la spinta!
So che non è vero, ma qual è l'inghippo?
L'inghippo sta nel fatto che tutto ciò funziona se il flusso è laminare, mentre se induci una grossa turbolenza, o se ostacoli il flusso, la storia cambia ....un po' come succede agli alettoni quando le formula 1 sono in scia l'una dell'altra.
Citazione:einstein ha scritto:
Domanda un po' OT
Ghibli, sei dei nostri il 18?
ancora non so, mi piacerebbe.
Dico la mia... la dico...o meglio di no...si dai la dico:
io ci andrei piano con Bernoulli &C., a volte 'sti filetti belli tesi, non sono tutto.
Voglio dire che la ricerca esasperata del flusso laminare non risolve tutti i problemi, soprattutto sulle barche pesanti.
A volte il log parla meglio dei filetti.
Non era riferito alla turbolenza, ovvio che una minima turbolenza è estremamente nociva, lo sappiamo un po' tutti.
quanta turbolenza creano i 4 cm di profilato dell'avvolgifiocco?? a che distanza riprende il flusso laminare?? i filetti sul genoa sono a 10-15 cm dalla ralinga, sono influenzati dalla turbolenza??
grazie, Mc Kewoy
Xtiger
Pensavo ti riferissi alle barche pesanti sotto spi molto poggiate dove ci sta anche la turbolenza, ma qui si parlava di andature al vento.
ciao
Citazione:mckewoy ha scritto:
quanta turbolenza creano i 4 cm di profilato dell'avvolgifiocco?? a che distanza riprende il flusso laminare?? i filetti sul genoa sono a 10-15 cm dalla ralinga, sono influenzati dalla turbolenza??
grazie, Mc Kewoy
A quella distanza penso proprio di si', infatti i filetti si mettono a 25/30 cm dall'inferitura.
ciao
Si poi ce ne sono di più vicini e di più lontani, sulle vele da regata son posizionati su due o tre ordini orizzontali.
Con poco vento inevitabilmente riesci a guardare solo quelli più lontani dall'inferitura, in quanto i più vicini risentono troppo della turbolenza causata dall'estruso.
Citazione:Nico ha scritto:
Ho un dubbio teorico:
Bernoulli ci insegna che sulle vele:
l'accelerazione del flusso sull'estradosso crea una depressione, che le 'trascina' avanti,
viceversa la decelerazione nell'intradosso crea una sovrapressione, che dà un'ulteriore 'spinta' in avanti
Allora creando una resistenza all'interno, si aumenta la decelerazione, aumentando la sovrapressione e quindi la spinta!
So che non è vero, ma qual è l'inghippo?
Come e' stato detto piu' volte, quello che conta e' il flusso sottovento della vela....
Infatti a chi sta imparando, spiego di tener d'occhio sempre i filetti sottovento, poiche' quelli sopra servono solo per confermare la massima potenza.
ciao
Citazione:einstein ha scritto:
Come e' stato detto piu' volte, quello che conta e' il flusso sottovento della vela....
Infatti a chi sta imparando, spiego di tener d'occhio sempre i filetti sottovento, poiche' quelli sopra servono solo per confermare la massima potenza.
ciao
Spiegati meglio che è molto interessante
shabrumi, bella trovata Koutta!
Ho dovuto riprendere i manuali!
La condizione di Koutta non impone al flusso dell'intradosso di avere la stessa velocità dell'estradosso (in uscita), dice solo che quella è la condizione ottimale, lo dico perché non me lo vedevo proprio questo flusso d'aria che dopo essere stata rallentata si industria a riaccelerare per uscire alla stessa velocità dell'altro flusso.
Probabilmente sarà impossibile rispettarla con un flusso turbolento, il che già chiuderebbe il problema.
Riguardo alla turbolenza...
senz'altro avevo trascurato che il rullafiocco, nel crearla, riceve una spinta all'indietro, che andava inserita nel bilancio
pensate che, oltre a questo, l'instaurarsi di questa turbolenza interferisca negativamente con l'aumento di pressione nell'intradosso?
[P.S. Mi rispondo da solo: ovviamente sì]
[P.P.S. einstein ho visto la tua risposta solo dopo.
d'accordo che il flusso nell'intradosso ha un'importanza 'secondaria', per questo si riterrà preferibile perturbare questo piuttosto che quello sull'estradosso, ma il mio problema era un apparente paradosso (perdonate il bisticcio)]
Citazione:Nico ha scritto:
shabrumi, bella trovata Koutta! Ho dovuto riprendere i manuali!
La condizione di Koutta non impone al flusso dell'intradosso di avere la stessa velocità dell'estradosso (in uscita), dice solo che quella è la condizione ottimale, lo dico perché non me lo vedevo proprio questo flusso d'aria che dopo essere stata rallentata si industria a riaccelerare per uscire alla stessa velocità dell'altro flusso.
Probabilmente sarà impossibile rispettarla con un flusso turbolento, il che già chiuderebbe il problema.
Riguardo alla turbolenza...
senz'altro avevo trascurato che il rullafiocco, nel crearla, riceve una spinta all'indietro, che andava inserita nel bilancio
pensate che, oltre a questo, l'instaurarsi di questa turbolenza interferisca negativamente con l'aumento di pressione nell'intradosso?
[P.S. Mi rispondo da solo: ovviamente sì]
Bè. appunto: la condizione ottimale di una vela che lavora bene.
D'altronde la cosa è chiara parlando della randa. I mostravento della balumina che sventolano paralleli verso poppa (con un'eccezione per il più alto) mostrano che la condizione di kutta è rispettata attraverso una regolazione ottimale.
Per quanto riguarda il flusso d'intradosso non è che si industria a riaccellerare: è costretto. Tutta l' aria che attraversa la nostra barca prima di incontrala ha una sua intensità e direzione, questi due valori vengono variati dall' azione delle nostre vele, ma una volta finite le vele il flusso deve riallinearsi ai valori della massa d'aria generale. Le molecole già uscite dalle nostre balumine hanno riacquistato quei valori e, sulla base del concetto di attrazione intermolecolare, si trascinano dietro, facendole accellerare le molecole ancora presenti nell'area pre-balumina.
Citazione:tiger86 ha scritto:
Citazione:einstein ha scritto:
Come e' stato detto piu' volte, quello che conta e' il flusso sottovento della vela....
Infatti a chi sta imparando, spiego di tener d'occhio sempre i filetti sottovento, poiche' quelli sopra servono solo per confermare la massima potenza.
ciao
Spiegati meglio che è molto interessante
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ciao
Citazione:einstein ha scritto:
Citazione:tiger86 ha scritto:
Citazione:einstein ha scritto:
Come e' stato detto piu' volte, quello che conta e' il flusso sottovento della vela....
Infatti a chi sta imparando, spiego di tener d'occhio sempre i filetti sottovento, poiche' quelli sopra servono solo per confermare la massima potenza.
ciao
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ciao
Bella la rappresentazione, ma penso che a livello teorico sia un concetto ben chiaro ad ogni velista.
Invece era interessante il risvolto pratico che stavi dando all'argomento:
tenere d'occhio il filetto sottovento.
E il sopravvento? come tutti sappiamo se orzo troppo il sottovento rimane perfetto, ma il sopravento va in turbolenza, poi in stallo e infine la vela rifiuta.
Era interessante capire cosa intendevi per tenere d'occhio di più il sottovento.
Accademicamente devono essere tenuti d'occhio entrambi, nelle vele poco trasparenti a volte vedi solo il sopravento e dal suo comportamento devi dedurre cosa fa il sottovento, ma comunque li consideri entrambi.
Per cui spiega meglio.
Vi è poi il discorso che stavo introducendo prima, che a volte si migliorano le prestazioni allontanandosi un po dalla stretta accademia, ma questo è un altro discorso, bisogna sempre comunque partire dalla dottrina.
Credo che intendesse solo dire che è necessario sottolineare 'a chi sta imparando' che il flusso sottovento è nettamente più importante di quello sopravvento.
Solo un aiuto grafico per ein (il quale è perfettamente in grado di rispondere da solo):
Il telltale sottovento è più importante perchè è quello che evidenzia la situazione più grave per una vela: lo stallo.
Se mettiamo la barca in rotta per una bolina e conseguentemente regoliamo le vele il timoniere avrà a disposizione un range di gradi all' interno dei quali potrà governare la barca (di bolina) in funzione di particolari esigenze. Tale range è abbastanza stretto: 4/6 gradi con un bordo di entrata piatto, 5/7 con un bordo più arrotondato. Quello che avviene in quest'ambito di gradi dovrebbero autospiegarlo i disegnini seguenti.
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