Un aggiornamento su come stanno procedendo i lavori.
Ho alato la barca a fine gennaio, tolto la AV con raschietto Bahco a tirare e purtroppo il gelcoat in molti punti era scheggiato o consumato al punto che l'AV aderiva direttamente sulla vetroresina. Per fortuna due sole bolle di osmosi (dopo apertura è uscito liquido scuro con odore di aceto). Sono partito con la rotorbitale (una da poco) e il lavoro procedeva troppo lento. A questo punto sono andato deciso: flessibile con platorello e disco di carta vetro grana 80. Portata a vetroresina le bolle di osmosi, dove sono andato fino alla vetroresina sana. Ugualmente sono andato a vetroresina pulita dove il gelcoat era scheggiato o consumato. Il flessibile è stato necessario anche per la fascia di opera viva intorno al bagnasciuga dove era presente una verniciatura blu scura sopra il gelcoat molto dura e inattaccabile dalla mia rotorbitale. Certo usare il flessibile fa paura: mangia la vetroresina in un attimo. Il flessibile lo ho pure usato, con il disco per metalli, per togliere da fuori tutte le vecchie prese a mare (fatto bene che l'ottone era rosso).Ora la carena si presenta del tutto priva di ogni materiale che non sia gelcoat, ma ovviamente emerge molta vetroresina. La superficie non è liscia e devo stuccare: ho comprato stucco poliestere caricato con fibra di vetro. Prossimo lavoro chiusura (con strati di mat da fuori e da dentro e resina poliestere, dopo aver creato un bel 'imbuto' attorno ai fori esterni per gli strati di mat) di due fori in carena: uno dello scarico lavello del wc, che collegherò al tubo di entrata del wc (come consigliato e collaudato da altri ADV) e un'altro di un trasduttore di un vecchio log doppler che toglierò dalla barca (per le mie esigenze la velocità la osservo con il gps: perderò il controllo della corrente ma sopravviverò). Quindi: la barca è ad asciugare da fine gennaio (sarà asciutta? a me l'opera viva sembra dura e secca come pietra), portata a gelcoat/vetroresina, lavata con acqua e sapone più volte, adesso stucco, carteggio, rilavo, tre mani di epoxi antiosmosi (non i sono ancora deciso: Boero? West System? Cecchi?), rimetto prese a mare. Ho rinunciato al titanio: fanno solo i passascafo e non le valvole, quindi avrei dovuto mettere valvole di ottone o finto bronzo (ho trovato girando su molti siti di produttoti e venditori solo bronzo di scarsa qualità contenente zinco e perciò poco adatto al mio scopo che ricordo è quello di alare di nuovo fra moooolti anni). Ho ordinato passascafi, in pezzo unico con la valvola ed il portatubi, in Marellon, la resina DuPont caricata con fibra di vetro: no corrosione galvanica, no ossidazione, speriamo robuste). Dopo aver messo le prese a mare, darò una carteggiata a mano ad acqua alla base epoxi, per levare lo strato di ammine che emergerà, darò tre mani di Coppercoat (ordinata con convenzione ADV). A questo punto dovrò far spostare la barca, così mentre è sollevata levo il, per fortuna sano, timone (così posso lavorare alla parte di skeg che con il timone su non riesco a raggiungere) e, una volta riappoggiata la barca, faccio le tacche che ora sono ancora a antivegetativa. Saremo già a metà giugno. Nel frattempo ho tirato giù l'albero. Devo mettare mano alle luci, che non hanno mai funzionato: cambierò portalampade in testa (magari nuovo a led?) e controllerò quello alle crocette, con cambio dei cavi elettrici. Volevo cambiare le sartie, che sono, secondo me, le originali del 76, ma non me la sento di smontare il rollafiocco per lo strallo (ho provato ma ci sono parti messe a pressione che dovrei rompere e poi chissà se trovo i ricambi). Idem per le sartie alte: sono bloccate in punta alle crocette da dei fermi in alluminio chiusi da viti inox che hanno fatto pezzo unico ... Forzare per rompere una cosa che funziona? Perchè infilarsi nell' 'effetto domino' (per sostituire una parte, ne rompi un'altra che devi a sua volta cambiare, e così avanti): sostituire un pezzo che funziona per prevenire un rischio tutto da dimostrare (rottura delle sartie/sfilamento dal terminale pressato)? Non ho voglia né tempo né soldi per impazzire dietro a pezzi di ricambio introvabili o da far ricostruire dai nostri amati e preziosi artigiani-gioiellieri della nautica. Il cavo 1x19 spiroidale delle sartie è un po' ossidato, ma si pulisce bene e torna bello lucido, lo stesso per i terminali. Trefoli rotti e cricche (con i cavi in mano, a terrà, sotto una bella luce e con una lente) non ne ho trovati. Forse sostituirò solo il paterazzo e le sartie basse, che ho tolto facilmente, ma dipende dal preventivo. Tanto regate e giri del mondo contro vento non ne faccio e l'attrezzatura cerco di stressarla il minimo. Dopo che avrò pulito e lubrificato la ferramenent dll'albero, cambiati eventuali rivetti consunti, previo Duralac, rimetterò su l'albero. Rrimetterò su i winch che ho preparato secondo i preziosi consigli ADV (già fatte cromare le due campane consumate degli winch delle scotte del genoa). Nel frattempo mi sto anche dedicando a passare con carta 800/1000 bagnata le fiancate ingiallite (magico trabatello!) poi le passerò con pasta abrasiva, con il prodotto 3M tappo blu e poi a finire con cera da carrozzeria auto. Bilancio a metà lavoro: ho dedicato due pomeriggi alla settimana da fine gennaio ai lavori ed ho potuto farlo perchè ho trovato un cantiere che, con moderazione e prudenza, mi consente di fare i lavori, mi permette di usare acqua, luce e servizi igienici. Mi sono munito di maschera facciale integrale (quelle che usa chi adopera i tagliaerba a motore), maschera con filtri, avrò consumato 50 paia di guanti di lattice sotto i guanti in cuoio, tuta integrale, stivali di gomma. Polvere tanta da sembrare un puffo caduto nella farina (blu antivegetativa sotto e bianco gealcoat sopra), sudore, qualche lacrima ben mascherata da gocce di sudore, dolori alle spalle, alle mani, alle gambe. Ma sono a metà e vedo la luce in fondo al tunnel ... L'ho presa bassa (il tempo lavora per me: la carena asciuga): per ora devo dire che mi sto divertendo molto e sto conoscendo la mia barca fino allo scheletro. Confesso che la sera, finito di lavorarci, dopo la doccia che in cantiere posso fortunamente farmi, la guardo con affetto e davvero, non sembra più un oggetto, ma un essere vivente, una cara amica. Mi piacerebbe arrivare a sentirla quasi un'appendice del mio corpo e poco per volta ci sto arrivando! Ultima cosa: sto prendendo da un amico istruttore sub delle lezioni per immergermi con il bombolino per pulire la carena in acqua ed ho scoperto che il mare è bello anche visto da sotto! BV e buoni lavori a tutti!