Voi di quanto uscite dalle virate più larghi al vento del target?
Io ho notato che la mia barca, avendo una lama di deriva molto stretta e profilo piuttosto sottile, richiede per entrare in portanza che la barca abbia ripreso una buona velocità, per cui tendo ad uscire, con vento debole, fino a una quindicina di gradi più largo, e ad orzare con molta progressività mana mano che la barca riaccelera.
Ovviamente fondamentale cooperazione con randista e tailer per accelerare più in fretta.
Con vento medio riduco molto, forse 5-6 gradi, con vento forte, dato che la barca rallenta molto di più, più o meno lo stesso che con vento medio.
Vostre analisi/comportamenti?
la mia barca ha una grossa inerzia. non allargo molto anche con onda formata.
dimenticavo, il timone sporge oltre la poppa e la virata è veloce
non conosco le dimensioni dello scarpone del Gygas,nè tantomeno sarebbero paragonabili a quelle del tuo SB,per me con il mio equipaggio di amatori,le discriminante prevalente è la vela che ho a prua,più lento e dolce con ariette,anche per dar modo ai tailer di riprendere tela,più allegro e veloce con fiocco...
l'angolo aumenta con il diminuire della forza del vento,e quindi con la metratura velica di prua...
ho notato che in condizioni ideali(1218kn)nello spazio variabile fra le due e le tre lunghezze,ho di nuovo buona velocità e discreta prua...
Citazione:Messaggio di LiberaMente
Voi di quanto uscite dalle virate più larghi al vento del target?
Io ho notato che la mia barca, avendo una lama di deriva molto stretta e profilo piuttosto sottile, richiede per entrare in portanza che la barca abbia ripreso una buona velocità, per cui tendo ad uscire, con vento debole, fino a una quindicina di gradi più largo, e ad orzare con molta progressività mana mano che la barca riaccelera.
Ovviamente fondamentale cooperazione con randista e tailer per accelerare più in fretta.
Con vento medio riduco molto, forse 5-6 gradi, con vento forte, dato che la barca rallenta molto di più, più o meno lo stesso che con vento medio.
Vostre analisi/comportamenti?
in un recente allanameto con un equipaggio che sa il fatto suo si è parlato proprio della vmg in virata quando si ha una barca con appendici sottili e lunghe (nel nostro caso era un comet 40s). Con poco vento consigliavano vivamente di allargarsi anche una decina di gradi dopo la virata, ma diceva sopratutto che, vista la natura di queste appendici, con poco vento le virate con quel tipo di barca vanno fatte molto lentamente. Consigliava inoltre al tailer di cazzare a ferro uscendo dalla vira, per poi accompagnarti sino ai 45 dal reale.
effettivamente, con questo metodo, la nostra barca esce dalla virata perdendo veramente poco (nell'ultimo allenamento siamo riusciti a perdere solo mezzo nodo) il che ci consentiva di uscire più stretti e recuperare subito prua.
X Eulero
Molto probabilmente ti stavi riferendo al Comet41s; comunque, una barca del genere, che non si può certo definire una deriva, ha una notevole quantità di moto e quindi molto abbrivio che si può sfruttare nell'avanzamento controvento, virando lentamente, come hai giustamente sottolineato, tanto più quanto la barca è pesante, senza esagerare, però, per non perdere troppa velocità. Di solito, con barche di un certo peso, si gira lentamente fino prua al vento e poi velocemente, per far gonfiare le vele più rapidamente possibile sulle nuove mure. C'è chi, per fare quest'ultima operazione, lascia che il fiocco prenda a collo, specialmente con poca aria, ma, personalmente, non è una manovra che mi convince molto. Molto probabilmente si fa per aiutare la barca a girare più in fretta senza fare troppo uso del timone, che sappiamo risultare un freno oltre un certo angolo di inclinazione, ma quale dei due mali si può considerare minore, poiché anche il fiocco a collo , se pur per breve tempo, risulta un freno. [?]
Un'altra cosa utile da farsi sarebbe quella di rimanere nelle posizione sopravvento (mentre diventa il lato sottovento) fino a quando il fiocco si gonfia, ricordandosi che più aria c'è e prima ci si deve portare sul lato sopravvento. Inoltre, prima di virare, bisognerebbe sempre conoscere la rotta bussola sulle nuove mure in base all'intensità del vento, che sarà, giustamente, più larga con poca aria, e più vicina alla rotta ottimale con vento più sostenuto.
Per quanto concerne il cazzare la scotta, con arie medioleggere, preferisco uscire dalla virata con un po' di margine per poi cazzare progressivamente.
ciao
Citazione:einstein ha scritto:
X Eulero
Molto probabilmente ti stavi riferendo al Comet41s; comunque, una barca del genere, che non si può certo definire una deriva, ha una notevole quantità di moto e quindi molto abbrivio che si può sfruttare nell'avanzamento controvento, virando lentamente, come hai giustamente sottolineato, tanto più quanto la barca è pesante, senza esagerare, però, per non perdere troppa velocità. Di solito, con barche di un certo peso, si gira lentamente fino prua al vento e poi velocemente, per far gonfiare le vele più rapidamente possibile sulle nuove mure. ciao
non capisco perchè. grazie
Io mi comporto come einstein, in particolare per quanto riguarda la velocità di virata. Il fiocco a collo secondo me va evitato assolutamente, a meno di virate con barca sottovelocità o quasi ferma, per quanto bravi siano i tailer rallenta molto la messa a segno sulle nuove mura.
Per quanto riguarda la regolazione delle vele, la messa a punto finale deve essere progressiva, sia randa che fiocco leggermente più aperti aiutano a ripartire prima.
Citazione:einstein ha scritto:
X Eulero
Molto probabilmente ti stavi riferendo al Comet41s; comunque, una barca del genere, che non si può certo definire una deriva, ha una notevole quantità di moto e quindi molto abbrivio che si può sfruttare nell'avanzamento controvento, virando lentamente, come hai giustamente sottolineato, tanto più quanto la barca è pesante, senza esagerare, però, per non perdere troppa velocità. Di solito, con barche di un certo peso, si gira lentamente fino prua al vento e poi velocemente, per far gonfiare le vele più rapidamente possibile sulle nuove mure. C'è chi, per fare quest'ultima operazione, lascia che il fiocco prenda a collo, specialmente con poca aria, ma, personalmente, non è una manovra che mi convince molto. Molto probabilmente si fa per aiutare la barca a girare più in fretta senza fare troppo uso del timone, che sappiamo risultare un freno oltre un certo angolo di inclinazione, ma quale dei due mali si può considerare minore, poiché anche il fiocco a collo , se pur per breve tempo, risulta un freno. [?]
Un'altra cosa utile da farsi sarebbe quella di rimanere nelle posizione sopravvento (mentre diventa il lato sottovento) fino a quando il fiocco si gonfia, ricordandosi che più aria c'è e prima ci si deve portare sul lato sopravvento. Inoltre, prima di virare, bisognerebbe sempre conoscere la rotta bussola sulle nuove mure in base all'intensità del vento, che sarà, giustamente, più larga con poca aria, e più vicina alla rotta ottimale con vento più sostenuto.
Per quanto concerne il cazzare la scotta, con arie medioleggere, preferisco uscire dalla virata con un po' di margine per poi cazzare progressivamente.
ciao
pardon, mi riferivo, come dici tu, al 41s. Il fiocco a collo me lo hanno sconsigliato vivamente anche loro. Per quanto riguarda la regolazione delle vele, ci è stato consigliato di cazzare a ferro di botto subito dopoo la viata (pompata sostanzialmente, paletta poteva riuscirebbe strappare lo strallo!ovviamente dipende dal cotailer), per poi aprire seguendo il timoniere. poi, ovviamente, cazzare progressivamente man mano che la barca accelera e orza.
Citazione:einstein ha scritto:
Un'altra cosa utile da farsi sarebbe quella di rimanere nelle posizione sopravvento (mentre diventa il lato sottovento) fino a quando il fiocco si gonfia, ricordandosi che più aria c'è e prima ci si deve portare sul lato sopravvento.
in realtà su quel legerissimo comet l'equipaggio si comporta ne più e ne meno che come su una deriva. Coi Platu, con poco vento, la virata con rollio è necessaria, tanto per aiutare la barca a orzare usando meno timone possibile (chi può sottovento), per poi, a vele gonfie, tornare di nuovo (insieme) sopravento, e dare la pompata... importantente forse più del fiocco, in questo passaggio, la randa. subito dopo si torna in assetto.
si allenano mesi e mesi per fare una virata che dura pochi secondi'
Io con poca aria chiedo sempre che il fiocco rimanga per un attimo a collo (ma solo con venti leggeri non oltre i 5/6 nodi di reale). E' una manovra sbagliata?
Citazione:mckewoy ha scritto:
Citazione:einstein ha scritto:
X Eulero
Molto probabilmente ti stavi riferendo al Comet41s; comunque, una barca del genere, che non si può certo definire una deriva, ha una notevole quantità di moto e quindi molto abbrivio che si può sfruttare nell'avanzamento controvento, virando lentamente, come hai giustamente sottolineato, tanto più quanto la barca è pesante, senza esagerare, però, per non perdere troppa velocità. Di solito, con barche di un certo peso, si gira lentamente fino prua al vento e poi velocemente, per far gonfiare le vele più rapidamente possibile sulle nuove mure. ciao
non capisco perchè. grazie
Mck, non preoccuparti, sono sofismi da regatante, per andare a spasso fai come credi.
Comunque, il motivo è: cercare di recuperare più angolo possibile prima, su quello che si perderà poi poggiando.
ciao
Citazione:mckewoy ha scritto:
mi sento un bruto.
C'è di peggio.
Io non mi sono mai posto il problema: esco come capita.
[:246]