28-02-2011, 22:38
Citazione:Stefano Di ha scritto:
[Che poi dalle forze in gioco dobbiamo partire per i margini di sicurezza, per gli aumenti dovuti alle accelerazioni (il cui smorzamento diventa uno degli strumenti prioritari per chi vuole realizzare un buon ancoraggio), per i fattori di correzione dovuti alle particolarità di ciascun barca ecc ecc, è vero; ma il punto di partenza deve essere chiaro e veritiero.
Una superficie frontale di 10 mq, considerando anche alberatura, fave e rave varie, è grossomodo quella di una barca di 11 - 12 metri. Questo dato è suffragato anche dall' esperienza, perchè se su una barca di 11 - 12 metri con 30 nodi misurati all' altezza dello scafo proviamo a 'sbittare' il calumo e a trattenerlo in mano, ci troviamo di fronte a un' impresa difficile ma non impossibile: un impresa da un centinaio di chili, appunto.
Dubito che la superficie di un 11-12 metri sia di soli 10 mq. Facendo una media di 9,5 metri tra galleggiamento e lunghezza Lft , x 1.80 di fiancata = 17.10 metri.
Poi lascia perdere il punto di partenza, è il punto di arrivo che dobbiamo guardare !
Ovvero il carico massimo teorico al quale può arrivare una linea di ancoraggio di uno scafo medio in determinate situazioni di vento e onda.
E' sufficiente raggiungere anche solo una volta quel carico per spedare, se non hai una linea adeguata.
E' questo il valore di riferimento di una linea di ancoraggio, non il punto iniziale prua al vento..
Una barca che si mette a strattonare e a bolinare sotto raffica fa saltare tutte le tabelle basate solo su coefficienti aereodinamici.
Entrano in gioco anche la massa, l'inerzia, ecc., la forza delle onde ecc.
Quando lo scafo raggiunge la sua massima esposizione laterale al vento e strattona sulla catena si sommano più forze concomitanti: spinta del vento sulla superficie esposta, velocità di arretramento dello scafo e sua massa, spinta dell'onda.
Ecco, vai a recuperare a mano in quel momento esatto