Allora.....provo a spiegare (a grandi linee):
Intanto non è assolutamente vero che facendo lo scafo di carbonio sia per forza di cose più leggero.
Per essere più leggero deve essere costruito (laminato) in un certo modo che non è sicuramente quello di utilizzare un vecchio scafo come manichino e ricoprirlo con tessuto e resina.
Per fare uno scafo di carbonio (a livello amatoriale), secondo me il giusto modo è quello di utilizzare il vecchio scafo (opportunamente preparato) come master per costruire uno stampo, utilizzando resina da stampi fibra di vetro e resina epoossidica.
Dico resina epossidica, in quanto a differernza della poliestere, questa non ha praticamente ritiri e quindi durante la polimerizzazione, il manufatto (lo stampo) non è soggetto a sgradevoli tensioni e quant'altro.
Lo stampo, andrebbe costruito in due metà, in modo da facilitare al massimo l'estrazione dello scafo che verrà laminato al suo interno.
Detto questo è ovvio che costruire uno stampo in questo modo per ricavarne un solo esemplare, è pura follia, in quanto il nuovo scafo del 420 verrebbe a costare almeno quanto uno scafo di 30 piedi.
Ma anche ammesso che uno si costruisca lo stampo a regola d'arte, poi c'è da fare la barca.
Per far la nuova barca leggera, occorrono i piani di laminazione, ossia un PROGETTO (redatto da un progettista) che ci dica quanti strati di tessuto mettere, dove metterli e come orientare le fibre.
Occorre anche sapere le parti dello scafo che vanno rinforzate, quanti strati di rinforzo e quanta resina mettere.
Una volta fatta la laminazione a regola d'arte, sempre se vogliamo una barca leggera, occorre applicare sopra al manufatto il vuoto.
Per fare ciò, occorre mettere ancora uno strato di peel-ply, uno strato di microforato, il feltrino per distribuire la depressione, bordare il tutto con del nastro mastice ed applicare il sacco per il vuoto.
A questo punto si inseriscono le prese o ventose e tramite una generosa pompa per il vuoto, si crea appunto il vuoto.
Si aspetta fino al giorno dopo, quando il tutto si è ben indurito e si estrae il nuovo scafo dallo stampo.
Tutto questo, ovviamente senza tirare in ballo un eventuale (ma necessario) controstampo, che definisca almeno l'interno della nostra barchetta.
Come vedi, non è solo una questione di orientamento del tessuto e del suo peso.
Ribadisco inoltre che costruirlo sopra il vecchio scafo (senza uno stampo) secondo me perdi tempo, soldi e fatica.
Ammesso poi che uno abbia tutta la manualità necessaria.
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