07-02-2012, 20:33
Prendo spunto da una interessante discussione su Bolina di questo mese dove un lettore descrive una situazione abbastanza 'comune' che ha causato un grave incidente: una strambata involontaria con il suo X-55 con 20 nodi, provoca la rottura della trozza e gravi crepe strutturali al boma tesso.
Bolina analizza la situazione: 'Lo snodo di collegamento presenta due gradi di libertà e non tre, come sarebbe auspicabile: il primo adiacente all'albero, è rappresentato dal perno vertivale che permette al boma di ruotare orizzontalment, il secondo rapresentato dal perno orizzontale, che permette al boma di ruotare in un piano vertivale, ovvero sollevando e abbassado l'estremità poppiera del boma stesso rispetto alla coperta..... E' intuitivo notare che la soluzione progettuale adottata dal costruttore non prevee l terzo grado di libertà, rappresentato dalla possibilità per il boma stesso di ruotare intorno al proprio asse longitudinale. SArebbe la rotazione del boma su se stesso per arrotolare al randa secondo i vecchi sistemi di terzaroli, adottati40 anni fa.
Pertatno ogni sollecitazione dolce o violenta che possa indurre il boma a ruotaare su se stesso non trova nessuna possiilità di rotazione.
Quindi lo snodo così come realizzato (privo del TERZO GRADO DI LIBERTà) deve subire una fortussima sollecitazione aggiunta in presenza di ogni violento carico occasionale come quello presumibilmente sofferto nel corso della strambata.'
Bolina attribuisce il 33% di colpe della rottura della trozza a 3 cause: la mancanza del terzo grado di libertà, uno scadente rinforzo localizzato limitato a 2 piastrine rivettate, e infine una manovra molto arrischiata.
Domanda a voi: ma quante barche in produzione di serie hanno il terzo grado di libertà? Io non he ho mai vista una... a parte i 470 ma nonson barche ma derive.
... aggiungo una mia precisazione: andare in fil di ruota con un X-55 che ha una randa di 100mq con 20 nodi è da pazzi. Una rollata su un'onda e la randa può passare pericolosamente in qualsiasi istante.
Bolina analizza la situazione: 'Lo snodo di collegamento presenta due gradi di libertà e non tre, come sarebbe auspicabile: il primo adiacente all'albero, è rappresentato dal perno vertivale che permette al boma di ruotare orizzontalment, il secondo rapresentato dal perno orizzontale, che permette al boma di ruotare in un piano vertivale, ovvero sollevando e abbassado l'estremità poppiera del boma stesso rispetto alla coperta..... E' intuitivo notare che la soluzione progettuale adottata dal costruttore non prevee l terzo grado di libertà, rappresentato dalla possibilità per il boma stesso di ruotare intorno al proprio asse longitudinale. SArebbe la rotazione del boma su se stesso per arrotolare al randa secondo i vecchi sistemi di terzaroli, adottati40 anni fa.
Pertatno ogni sollecitazione dolce o violenta che possa indurre il boma a ruotaare su se stesso non trova nessuna possiilità di rotazione.
Quindi lo snodo così come realizzato (privo del TERZO GRADO DI LIBERTà) deve subire una fortussima sollecitazione aggiunta in presenza di ogni violento carico occasionale come quello presumibilmente sofferto nel corso della strambata.'
Bolina attribuisce il 33% di colpe della rottura della trozza a 3 cause: la mancanza del terzo grado di libertà, uno scadente rinforzo localizzato limitato a 2 piastrine rivettate, e infine una manovra molto arrischiata.
Domanda a voi: ma quante barche in produzione di serie hanno il terzo grado di libertà? Io non he ho mai vista una... a parte i 470 ma nonson barche ma derive.
... aggiungo una mia precisazione: andare in fil di ruota con un X-55 che ha una randa di 100mq con 20 nodi è da pazzi. Una rollata su un'onda e la randa può passare pericolosamente in qualsiasi istante.