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Versione completa: Drizze : distinguere i materiali idonei
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Citazione:Temasek ha scritto:
Da 'Rigging' di Fabbroni: Il poliestere vuole una puleggia a gola tonda, mentre il Dyneema una puleggia a gola piatta.
Quindi bisogna anche sostituire le varie pulegge del circuito.
secondo me non hai letto attentamente...
Citazione:Temasek ha scritto:
Un paio di considerazioni, prese un pò quà ed un pò là.

Attenzione a passare da una drizza in poliestere, ad una drizza in Dyneema, oltre alla differenza di costo/metro dei due materiali,
bisogna ridisegnare tutto il circuito (ulteriore spesa quasi mai considerata)

Da 'Rigging' di Fabbroni: Il poliestere vuole una puleggia a gola tonda, mentre il Dyneema una puleggia a gola piatta.
Quindi bisogna anche sostituire le varie pulegge del circuito.


Dal corso dell'ing. Maffioli tenuto alla LNI di Milano.
--Il Dyneema ha una tessitura a calza,(singola o doppia)
sotto carico s'appiattisce,( Puleggia piatta cit. Fabbroni) quindi a parità di diametro, il Dyneema vuole delle pulegge più larghe.
Se i passaggi sono giusti per il poliestere, diventano stretti per il Dyneema. (Maggiore attrito sulle guance della puleggia, ergo minore scorrevolezza).

Per una buona scorrevolezza e per non stressare le fibre, le pulegge devono avere un diametro minimo, (se non ricordo male!)
dodici volte il diametro della drizza in Dyneema
Mentre per problemi di peso e di ingombri, (nonchè di prezzo)
le pulegge tendono a diventare via via sempre più piccole.

Altro punto da tener presente: ( sempre cit. ing. Maffioli)
-- Il poliestere è un pò elastico, quindi sotto raffica s'allunga un pò, l'impulso di pressione, viene un pò assorbito dall'elasticità della drizza e si scarica meno sull'attrezzatura.
Mentre il Dyneema è molto più rigido e l'impulso viene trasmesso repentinanente a tutta l'attrezzatura.
Ciò significa: sostituire tutte le pulegge, riverificare il loro ancoraggio (soprattutto in coperta), sostituire anche gli strozzascotte. ( con uno più robusto e specifico per trattenere anche una fibra scivolosa, quale è il Dyneema--

Spero di essermi capito.Wink
[?][?][?]
Sailor & Tiger....
Questa sera controllerò.Blush
didascalia a pag. 37:
in conclusione: usate pulegge a 'V' profondo per cavi metallici; a 'V' stondato per tutte le cime, con l'eccezione delle cime in kevlar che hanno bisogno di pulegge a sezione piatta.
Controllato questa notte alle 3,25 (ora locale).

Effettivamente il Fabbroni, parla di pulegge piatte, solo per il Kevlar...(scusatemi, ma mi son confuso!..)

Invece l'ing. Mattioli diceva:
-- Per il tipo di filatura delle cime in Dyneema, (calza o doppia calza), si presentano come di forma tubolare, (vuote all'interno, senza anima...). Su di una puleggia,sotto tensione, si appiattisce e si allarga, ciò significa che una cima del 10, richiede una puleggia che accetta il 12, in caso contrario, diminuisce la scorrevolezza del Dyneema, per aumento d'attrito sulle guance della puleggia.--

Per Tiger.
....Sostituire tutte le pulegge, verificare il loro ancoraggio (soprattutto in coperta), sostituire anche gli strozzascotte....

Il Dyneema rispetto al poliestere,s'allunga pochissimo, ciò significa che sotto l'impulso di una raffica, mentre il poliestere
trasmette all'attrezzatura e quindi allo scafo una forza progressiva,
(Che si traduce in una lenta accelerazione),
il Dyneema (essendo meno estensibile), trasmette un impulso repentino, [ed esempio: uno spintone di 200 Kg, ti sposta, mentre un colpo di sciuto da 200 kg, ti lascia li, ma ti rompe le ossa]
Quindi:maggiore accelerazione e maggiore stress all'attrezzatura ed anche ai loro ancoraggi (ad esempio attacchi degli Organizer e stopper in coperta) , stopper più robusti.

Spero di ri-essermi capito.
noi abbiamo cambiato tutto il cordame quando abbiamo comprato la barca e abbiamo scelto Gottifredi Maffioli in Poliestere alta tenacità, c'e' un tipo per drizze e uno per scotte.
Se mandi una mail ti rispondono velocemente e cortesemente.

Ciao
Certo, sapevamo che fabbroni non poteva aver scritto una cosa del genere.

Sul discorso dell'elasticità che fai è assolutamente vero in linea teorica, ma nella pratica mi pare una raffinatezza un po eccessiva. Dipende anche da quanto è tirata la tua barca.
Per me ha frainteso anche il discorso dell'elasticità, non stiamo parlando di barca in composito con albero in carbonio, sartie in tondino e vele High Tech, dove effettivamente non cede niente ed ogni picco di carico arriva istantaneamente all'attrezzatura. E comunque, se l'attrezzatura fosse dimensionata correttamente non ci sarebbero problemi, lo sforzo non viene moltiplicato, anche se gli attriti lo fanno aumentare.
Passare correttamente ad una cima a basso allungamento dimensionata giusta migliora sensibilmente le prestazioni della vostra barca da crociera: le vele mantengono meglio la forma, la forza del vento sulla vela viene trasmessa quasi interamente allo scafo che quindi accellera, si guadagna qualche grado di bolina, lo scorrimento delle manovre è migliore etc.etc.
Qui c'è troppa 'linea teorica' e dimensionamenti alla 'secondo me basta così'. La barca è un 26 piedi da crociera, quindi ha l'albero corto e l'eventuale allungamento di una drizza in poliestere prestirato sarebbe minore rispetto a quello riscontrato su un 40 piedi da regata. Per il diametro basta che confronti il diametro ammesso dai bozzelli, dalle pulegge, dagli stopper e dagli eventuali winch, a questo punto otterrai un range di pochi millimetri: se vuoi spendere per una drizza esotica scegli un dyneema di diametro minore (non scendere sotto i 6mm altrimenti ti sega le mani, 7/8mm è un buon compromesso), se scegli un prestirato mantieni il diametro attuale.

Io ti consiglio vivamente Gottifredi Maffioli: è facile trovare un rivenditore e ha prezzi onesti rispetto ad alcune corderie locali. Se sei di Milano vai ai 40ruggenti (rivenditore GotMaf) e chiedi a loro conferma per le dimensioni: in negozio hanno tutte le tabelle di confronto.
Citazione:deke ha scritto:
Qui c'è troppa 'linea teorica' e dimensionamenti alla 'secondo me basta così'. La barca è un 26 piedi da crociera, quindi ha l'albero corto e l'eventuale allungamento di una drizza in poliestere prestirato sarebbe minore rispetto a quello riscontrato su un 40 piedi da regata. Per il diametro basta che confronti il diametro ammesso dai bozzelli, dalle pulegge, dagli stopper e dagli eventuali winch, a questo punto otterrai un range di pochi millimetri: se vuoi spendere per una drizza esotica scegli un dyneema di diametro minore (non scendere sotto i 6mm altrimenti ti sega le mani, 7/8mm è un buon compromesso), se scegli un prestirato mantieni il diametro attuale.

Io ti consiglio vivamente Gottifredi Maffioli: è facile trovare un rivenditore e ha prezzi onesti rispetto ad alcune corderie locali. Se sei di Milano vai ai 40ruggenti (rivenditore GotMaf) e chiedi a loro conferma per le dimensioni: in negozio hanno tutte le tabelle di confronto.
intanto non è che abbia dato molte indicazioni per fare considerazioni più pratiche, pertanto si può solo parlare astrattamente. COmunque, per continuare con la teoria, il 10% di 9 metri è molto più dell'1,5% di 15 metri.
Ultimo: parliamo di drizze e non di scotte spi, oltretutto su barca da crociera, quindi che le tengano in mano tanto a lungo da segarsi le mani, anche con diametri inferiori al 6 (ammesso che sia la misura giusta) la vedo difficile. al limite ci sono i guanti...
CoolCoolCool
Non so se vi siete mai fatti la seguente domanda.

Capita di vedere vele deformate e con la zona di ghinda massacrata dalla troppa tensione.....secondo voi è perchè la drizza era ad alto modulo e trasmetteva subito il carico o perchè la drizza era elastica ??

...
...

Ora devo andare.....ma la risposta arriverà presto.WinkWink

...

Ok. nessuno ha risposto....

Tra una drizza elastica ed una statica c'è una differenza fondamentale: per azzerare il carico una avrà bisogno di una corsa di diversi centimetri, l'altra di qualche millimetro.

Ora, quando noi issiamo la vela, diamo un carico minimo che faccia distendere le pieghe della ghinda.....poi cazziamo la scotta; il carico trasmesso alla penna dalla balumina verrà trasferito sulla drizza: se questa è statica, cederà di qualche millimetro, che noi potremo recuperare (p.es. alla prossima virata); se invece la drizza è elastica, dovremo recuperare molti centimetri, finchè il carico della drizza bilancerà quello della balumina.

Fin qui non c'è differenza.....il carico della scotta/balumina è equilibrato da quello della drizza, finchè procediamo sul bordo le situazioni sono analoghe.

Se per qualsiasi motivo però il carico della scotta viene meno (p.es. virata, orzata, scarsa, calo del vento etc.), il carico che lo contrastava sulla drizza, si trasferirà sulla ghinda della vela, che non è strutturata per reggerlo (se la vela è in dacron X-cut, perchè lungo la ghinda c'è il bias (diagonale) del tessuto, se la vela è di costruzione più sofisticata, perchè le fibre dei pannelli o della membrana sono meno fitte.

Cosa cambia, cambiando l'elasticità della drizza ?? Che se per azzerare il carico la drizza statica si accorcerà di qualche millimetro, la ghinda della vela seguirà per qualche millimetro la drizza, senza subire danni permanenti, mentre se per azzerare il carico la drizza elastica dovrà accorciarsi di tutti quei centimetri che abbiamo recuperato inizialmente, quando la penna della vela la seguirà, la ghinda dovrà allungarsi, a volte in maniera permanente, di altrettanto....

Non so se mi sono capito Wink

Ciao
Citazione:albert ha scritto:
Non so se vi siete mai fatti la seguente domanda.

Capita di vedere vele deformate e con la zona di ghinda massacrata dalla troppa tensione.....secondo voi è perchè la drizza era ad alto modulo e trasmetteva subito il carico o perchè la drizza era elastica ??

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Ora devo andare.....ma la risposta arriverà presto.WinkWink

Ciao
Se è elastica è peggio perchè ti costringere a cazzare di più.
Scusa tiger.....mentre ri-postavo hai risposto.....comunque ok!
Citazione:tiger86 ha scritto:
Citazione:albert ha scritto:
Non so se vi siete mai fatti la seguente domanda.

Capita di vedere vele deformate e con la zona di ghinda massacrata dalla troppa tensione.....secondo voi è perchè la drizza era ad alto modulo e trasmetteva subito il carico o perchè la drizza era elastica ??

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Ora devo andare.....ma la risposta arriverà presto.WinkWink

Ciao
Se è elastica è peggio perchè ti costringere a cazzare di più.

Io me ne sono reso conto dall'usura della calza della drizza randa dove lavora sullo stopper.... rovinata 10 -15 cm dopo una stagione. La spiegazione che mi ero dato era proprio che cazzavo oltre misura e al limite della tenuta dello stopper per recuperare l'allungamento. La prossima sarà in dyneema in quanto pasare a un 12 mm mi sembra assurdo per atriti e peso.

Nessun problema per la drizza genoa, forse perchè oltre una certa tensione è giá il momento, piú che di recuperare ghinda, di avvolgere.
oggi ho comprato diestro suggerimento del venditore ua drizza da 8 mm marlow braid,mi riferiva che è un buon compromesso tra il polyestere e il dyneema e viene scelta da molti velisti perchè ha buona reputazione,se qualche adv mi può dire qualcosa in più,grazie anticipate e buon vento.p.s. quella da sostituire ha un'anima in filo di acciaio plastificato ma in zona non ho trovato nulla di simile
anima in filo d'acciaio plastificato?
[quote]sailor13 ha scritto:
anima in filo d'acciaio plastificato?
[/]


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Citazione:ale07 ha scritto:
[quote]sailor13 ha scritto:
anima in filo d'acciaio plastificato?
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mi correggo,la drizza da sostituire ha all'interno un filo di acciaio non plastificato(e comunque niente da vedere con la foto che è una corda da bucato)è durata 15 anni e potrebbe ancora fare la sua parte BV
Non l'hai trovata in commercio perchè non esiste come prodotto già pronto, bisogna impiombare il cavo d'acciaio a misura sulla ( o forse è più corretto 'dentro') la cima in poliestere. Per barche da crociera è una soluzione valida ed economica, a patto di avere le pulegge giuste. Per le mani di chi la deve maneggiare o per gli spinnaker un po meno...
Citazione:sailor13 ha scritto:
Non l'hai trovata in commercio perchè non esiste come prodotto già pronto, bisogna impiombare il cavo d'acciaio a misura sulla ( o forse è più corretto 'dentro') la cima in poliestere. Per barche da crociera è una soluzione valida ed economica, a patto di avere le pulegge giuste. Per le mani di chi la deve maneggiare o per gli spinnaker un po meno...
ciao sailor13,intanto ti ringrazio per la tua esperienza che metti al servizio del forum.La mia barca un kelt 8 del 1983 comprata circa 15 anni fa,è di provenienza francese, per cui è probabile che questo materiale sia venduto in Francia,non credo sia impiombato all'interno della drizza, a me pare sia un corpo unico,se riesco a fare una foto e inserirla nel forum (con l'aiuto di mia figlia)forse riuscirò ad essere più chiaro ed esplicito BUON VENTO
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