Mi spiace non esserci stato, ma le previsioni meteo, ultimamente sempre esagerate davano un venerdì di pioggia e quindi ho cambiato i miei programmi e sono rientrato prima a Vercelli dove a quel punto ho fissato un appuntamento.
Quando sono passato per Viareggio e ho visto che la giornata tendeva al bello, ho tirato due madonne, non ho resistito e sono uscito, sono arrivato in porto che era mezzogiorno, giusto in tempo per vedere le barche che si stavano preparando ad uscire, non mi sono fatto riconoscere e non ho salutato nessuno, non mi sembrava il caso di disturbare.
Rurik era impegnato in una difficile manovra per uscire dal posto dove l'avevano ficcato.
Così ho visto le barche che in modo o nell'altro avevo pensato di comprare allontanarsi per la regata: il Nina V di Giles, L'Ardi di Sparkman&Stephens e il Chin Blu III di Illingworth con il nuovo proprietario, tirato alucido, e m'è venuto un magone....
Vi ho seguito con lo sguardo mentre uscivate dall'imboccatura del porto e, amen, sono ripartito ripensando a Swala e che il parlare di vela, la vela virtuale non potrai, neanche lontanamente sostituire la vela reale.
Citazione:pegaso ha scritto:
Mi spiace non esserci stato, ma e sono rientrato prima a Vercelli dove a quel punto ho fissato un appuntamento.
Quando sono passato per Viareggio e ho visto che la giornata tendeva al bello, ho tirato due madonne, non ho resistito e sono uscito, sono arrivato in porto che era mezzogiorno, giusto in tempo per vedere le barche che si stavano preparando ad uscire, non mi sono fatto riconoscere e non ho salutato nessuno, non mi sembrava il caso di disturbare.
Rurik era impegnato in una difficile manovra per uscire dal posto dove l'avevano ficcato.
Così ho visto le barche che in modo o nell'altro avevo pensato di comprare allontanarsi per la regata: il Nina V di Giles, L'Ardi di Sparkman&Stephens e il Chin Blu III di Illingworth con il nuovo proprietario, tirato alucido, e m'è venuto un magone....
Vi ho seguito con lo sguardo mentre uscivate dall'imboccatura del porto e, amen, sono ripartito ripensando a Swala e che il parlare di vela, la vela virtuale non potrai, neanche lontanamente sostituire la vela reale.
Anche io ho commesso lo stesso errore. Dovevo essere imbarcato su Rurik. Ma possibile che nessuno abbia fatto foto? Vedo che sabato vieni a Roma al raduno. Benvenuto
Le condi meteo sono state tutte sbagliate! Io avevo trovato Sabato bruttino e Domenica brutto. Qualcuno a Viareggio, giovedì sera quando sono arrivato dopo 10 ore di pioggia, diceva: 'quello che hai passato, arriverà quì Venerdì'. Invece è passato durante la notte. Venerdì, Sabato e Domenica perfetti: Sabato, finita la regata, ho fatto un tuffo, l'ultimo della stagione.
Citazione:Trixarc ha scritto:
Ragazzi ma qualche bella foto e un raccontino?
conosco bene 2 dei fotografi che erano in mare, che hanno fatto 1000 foto e diverse riprese con gopro, l'unica cosa e' che avendolo fatto per lavoro difficilmente regalano gli scatti....
se mi l lavoro un po' forse qualcosa ottengo..
un assaggio:
https://www.facebook.com/media/set/?set=...187&type=3
Bene, adesso ho voglia di raccontare. Da quando mi ero proposto di andare al TAN a Livorno avevo cercato equipaggio parlando con Giancarlo. Poi la barca non era pronta e mi sono tenuto il contatto. Così, quando si è trattato di organizzare il VSV ho mandato una 'chiamata per equipaggio' e lui ha confermato la sua disponibilità. Mercoledì sera ci siamo incontrati al Castelluccio. Il RURIK era già pronto per partire: destinazione Sestri Levante. Subito una rottura. Il bozzello a violino dello strallo e della drizza della trinchetta, di mia invenzione, è uscito dall'impiombatura. La trinchetta l'ho issata su di un altra drizza senza strallo. Sono comunque vele piccole senza troppo tiro. Navigazione noiosa perché il vento cominciava già a 'starci sul naso'. A Sestri la notte è stata un po tormentata ormeggiati al transito da un po di risacca. Non mi pare abbia piovuto fino al mattino. Stanchi abbiamo mangiato qualcosa in barca senza neppure fare visita alla baia.
Al mattino colazione allo Yachting Club e gita in testa d'albero per riparare il violino con foto da parte degli astanti che si chiedevano se ero normale o avevo qualche rotella fuori posto. Salpiamo, passiamo il molo e ci si presenta il panorama che ci avrebbe accompagnato per tutta la giornata. Vesto la cerata e gli stivali e consiglio anche a Giancarlo lo stesso abbigliamento. 'Meglio essere pronti che correre ai ripari'. Vento sul naso! Ad Ovest era tutto coperto ... vado a cena. Proseguo dopo!
Sistematicamente, alla nostra destra, si formavano nuvoloni neri e, dopo un po, li trovavamo di fronte a scrosciare pioggia. Il vento poi mi ha fatto lavorare continuamente tanto da farci coniare un andante con Giancarlo 'ci piglia per il chiulo!'. A parte le piogge ... normali, nel tardo pomeriggio ci siamo beccati anche acquazzoni da far passare la voglia. Sembrava di essere in un cartone animato o un film di Fantozzi.
Arrivati in vista del faro di Viareggio il morale si è ripreso e dopo poco ci siamo trovati in una situazione assurda: viaggiavamo per 120° (Sud-Est), con vento da 120° (Sud-Est Scirocco) e ci ha investito un sistema di onde da 225° (Sud-Ovest Libeccio). Onde importanti, che ci facevano rollare come in una lavatrice. Al arrivo alla banchina abbiamo incontrato diversi amici e siamo andati a cena con i VSV, Presidente compreso. E' stato un giusto premio al sacrificio di passare una giornata in mare in modo assurdo! Si è parlato di barche, tradizioni e modi di affrontare il mare.
Rientrati abbiamo appeso in coperta le cerate. Dopo essere andati a dormire ha ripreso a piovere. Al mattino mentre pensavo, 'dovrei uscire e ritirare le cerate perché potrebbe ... piovere!' Insomma acqua fino alle 8 del mattino. Continua ...
Venerdì mattino caffè fuori dalla darsena ed Ore 10 briefing di ben venuto, saluto alla bandiera e discorsi delle autorità. Il vento al momento risultava scarso ed a rischio la regata ma alle 11 si è deciso comunque di uscire. Ho fatto confusione con la partenza e sceneggiato la barzelletta di quello che sente alla radio l'allerta per un veicolo contromano mentre lui risponde 'ma sono tanti!'. Era il RURIK che non avendo ricevuto comunicazione del Percorso tra i vari disponibili tentava la sorte seppur con un filo di vento. Ripreso il percorso corretto abbiamo concluso la regata fuori tempo massimo, ma non ci siamo fatti mancare il clima imparato alla Barcolana. A chi incrociavamo sul percorso offrivamo un bicchiere di Castelli Romani ma nessun toscanaccio ha gradito. Giancarlo al timone mentre io saltavo a destra e a manca per cercare di migliorare l'andatura. Ho issato una trinchetta rossa che risulta essere degli anni 50 quando fu trasformato in cutter bermudiano. Avuta la comunicazione del termine della regata ho approfittato per fare l'ultimo tuffo della stagione bagnando abbondantemente Giancarlo che continuava la navigazione. Abbiamo ormeggiato davanti al Circolo Nautico Viareggio per meglio godere della compagnia dei giovani che dopo cena vengono a trapanarsi il cervello con musica assordante. Al rientro abbiamo trovato Gianfranco e Stefano ADV ad attenderci; che bella sorpresa! Ho avuto anche la visita di Giovanni, armatore del Draumen col quale abbiamo duellato l'anno scorso. Nella sala del CNV, abbiamo seguito poi il racconto del passaggio a Nord-Ovest di Billy Bud, barca a vela dell'armatrice milanese Cristina Rapisardi, la prima imbarcazione italiana a compiere tale impresa.
http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cronac...14132.html
Dopo il brindisi al Hotel Plaza e de Russie ed una passeggiata sullo splendido lungo mare di Viareggio, abbiamo cenato in zona Darsena senza lode e senza inganno. Continua ...
Citazione:Rurik ha scritto:
Abbiamo ormeggiato davanti al Circolo Nautico Viareggio per meglio godere della compagnia dei giovani che dopo cena vengono a trapanarsi il cervello con musica assordante.
..non e' tanto la musica che poi in fin dei conti alle 2:30 stacca, ma quanto lo svuotamento dei bidoni del vetro alle 4:30 che mi sveglia ogni volta nel peggiore dei modi (e capisco quanto alcolizzati siamo noi CCCiovani)
pensa a me che ci sono fisso..
Mi sono svegliato più tardi col profumo di caffè offerto da Stefano: la giornata si presenta buona sopratutto perché l'equipaggio si integrerà di due elementi nuovi. Gianfranco e Rossano. Per ognuno si deve trovare un ruolo. Gianfranco al timone. Rossano alla tattica: come gira il vento se viene da terra, s'intensifica? La strategia era l'argomento della partenza. Divisa di rigore, le magliette del RURIK, e fotografi come mosche. Partiamo bene e speriamo nei salti di vento perché alcuni passaggio non sono certo confortevoli con un armo aurico. Si può stringere il vento per 60/70°. Concordiamo che per virare attendiamo che la boa si trovi alle ore 5 o 7. Sperimento la bontà di una legatura dei bozzelli delle vele di prua e impartisco lezioni di nomenclatura. Le scotte hanno colori diversi ma tra Yankee, Trinchetta e randa ci vuole un po per capirsi. C'è poi una particolarità della randa aurica che consiste in due caricabasso definiti da Leather vang. La loro funzione è di evitare di sventare dal picco. La manovra va fatta in coppia, uno sopravento che lasca, l'altro sottovento che recupera per sventare e contrario per stringere il vento.
Sabato è stata la giornata fortunata e abbiamo concluso in tempo la regata. Non ci siamo fatti mancare lo spirito Barcolana e seccata la prima bottiglia ho nascosto sotto tortura dove si trovava la bottiglia del Rhum. Al rientro ci attendeva due spaghi offerti da Stefano a bordo. Splendida occasione di uscire dal argomento vela, parlare di vita e scambiare esperienze ed opinioni a 360°. Un tardo pomeriggio veramente piacevole in compagni anche di Minni che battibeccava con Gianfranco su argomenti di bon ton. Rossano è rientrato prima per ragioni di coppia
Lasciata la barca di Stefano, passaggio nella barca di Gianfranco, dove era stata di recente rinvenuta una bottiglia di Rhum. Ma gli eventi del VSV continuavano oltre; cena al cantiere del Carlo in Darsena dove ho potuto salutare anche Francesco di Nina V, fare la conoscenza del armatore di Suahily e continuare ad ammirare le barche ormeggiate lungo il canale: prima in testa Anni Venti, 27 metri di storia.
Domenica ... ma non si dovrebbe riposare? Sapevamo che la regata era anticipata per dare tempo nel pomeriggio alla premiazione, ma l'equipaggio del RURIK reclamava di fare cambusa e così ci siamo mossi a procurare il companatico per mantenere la tradizione Barcolana. Viareggio ha anche lei mire consumistiche quindi si trovano i centri commerciali aperti. Tra l'altro uscire per ultimi dal canale ci ha favorito trovando acque libere. L'equipaggio ormai affiatato; Giancarlo, Gianfranco e Rossano. Naturalmente ho abbreviato i nomi cassando i Gian e a Rossano ogni tanto toccava Rosario.
La partenza è stata di corsa, eravamo in ritardo, e ci ha portato a fare la prima boa in una piatta sconsolante. Diciamo che la regata era finita li; mentre altri annunciavano il loro ritiro abbiamo 'occupato' il campo di regata fino verso le tre. Con così poco vento ho preferito cambiare di bordo abbattendo invece che virando: ci siamo specializzati e alla fine la manovra ci riusciva proprio bene e senza 'scossoni'. Ci volevano tre persone; due ai vang ed uno che manovrava il bozzello della randa (il RURIK è senza boma :cool
. Abbiamo annunciato il ritiro mentre entrava un colpo di vento poderoso da Libeccio che ci ha fatto temere per l'ingresso in porto (la barca comitato ha arato).
Prevedendo di partire la sera stessa non abbiamo ormeggiato nel angolo davanti al CNV ma a fianco di un Meteor delle scuola vela. A questo punto la pancia brontolava e la bocca era a secco: Gianfranco ha sfoderato le sue doti di ammaliatore con 'La mamma', nota trattoria vicino alla darsena, consentendoci di pranzare a base di pesce e bere un buon bicchiere di vino.
Ci siamo quindi recati alla premiazione venendo accolti da uno stucchevole discorso delle autorità che mai si lasciano scappare l'occasione di ammorbare lo spirito sportivo degli eventi ai quali sono invitati. A tutti gli equipaggi sono stati distribuiti omaggi. RURIK ha concluso fuori tempo massimo la prima regata e si è ritirato sulla terza. Non so come ci siamo piazzati xché per ora non sono disponibili le classifiche. Altro discorso, lo presenterò in una lettera al presidente, non c'è stato riconoscimento per il RURIK. Giancarlo è partito prima che si concludesse la premiazione e Marcello ci ha raggiunto per partecipare al rientro a Genova. Con Gianfranco e Rossano ci siamo congedati con una nuova esperienza ben fissata nella memoria.
Verso sera, caricato anche il vaso della rosa omaggio, con Marcello abbiamo preso il largo, sperando fosse ancora presente il Libeccio, con meta Le Grazie (La Spezia). Il vento c'era, l'onda pure ma non ho potuto aprire randa perché non mi sentivo poi di chiuderla in quelle condizioni. Abbiamo saltato parecchio ma l'accoglienza della diga di La Spezia e la pace della cala di Le Grazie ci hanno riconciliato col mondo. Purtroppo era tardi e abbiamo dovuto mangiare a bordo. A Viareggio avevano lanciato l'allerta meteo: infatti ha piovuto tutta la notte. Continua ...
by Marco Trainotti
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bella
Eravamo ormeggiati al pontile abitualmente utilizzato per il transito passeggeri. La sera prima mi ero accertato dalla barista, incollata alle slot, che non fosse in uso. La mattina, abbiamo fatto colazione al bar di fronte dove tre signore, con fare un po marinaresco, ci hanno dato il buongiorno. Le soddisfazioni con una barca d'epoca vengono più dalla gente comune che da chi, per competenza, dovrebbe segnalare uno scafo. Mentre bevevo il caffè, Marcello, mi ha fatto notare due signori che fotografavano il RURIK. Alla destra del pontile era ormeggiato un sail yacht da urlo di almeno 18 metri, tutto legno lucido e cromature, bandiera Virgin Islands. Credo fosse il marinaio, americano, si è informato che barca fosse e ci ha aiutato per salpare. La navigazione non si presentava bene perché ci aspettava l'uscita dalla diga, controvento ... accidenti ma il bar dove abbiamo fatto colazione si chiamava Controvento, sarà che abbiamo sfidato la sorte?
La cala di Le Grazie confina con una cala dové insediata la Marina Militare e, se non ci avesse avvertito Giancarlo, non saremmo passati tranquilli davanti dopo tre salve di cannone che sembravano un avvertimento.
Corrente contraria onde, allerta meteo, unità della marina militare; cerano tutti gli elementi per rientrare a Portovenere e passarci la giornata. Palmaria, dopo un po ci offerto riparo, ma quella che più temevo era l'uscita in mare aperto dalla chiesetta. Una meda gialla di pericolo a sinistra e le rocce a destra con mare agitato e onda di fronte che frange. Non pensate alle vostre barche: immaginate di avere un bordo libero di 40cm! Personalmente mi sono fatto un opinione delle linee d'acqua del RURIK. Le consentono di 'galleggiare' come un sughero, malgrado le sue 5 tonnellate. Infatti scala rapidamente le onde che non le spostano la poppa più di tanto. Da Portovenere in avanti solo roccia e paesini abbarbicati. Vento che viene per ovest forte ma mare Agitato. Onde scomposte da diverse direzioni, alle volte anche molto profonde. Non sono mai stato capace di valutare l'altezza delle onde salvo quella volta che con fondale 6 metri, nel cavo, il RURIK ha toccato la sabbia del fondale davanti a Isola Sacra. La scala Douglas dice 2,5-4m, si c'erano anche quelle. I passaggi più difficili erano i promontori dove probabilmente la riduzione dei fondali e l'onda di ritorno ci facevano ballare come in lavatrice. Marcello era un po in difficoltà a navigare con gli strumenti: abituato alla navigazione costiera su derive e piccoli cabinati faceva fatica a seguire la bussola o il GPS. E' stata anche per lui un esperienza da fissare nel mosaico della memoria. Abbiamo risalito tutta la costa lasciandoci alle spalle un elenco di località che, di volta in volta, cercavamo di riconoscere in un esercizio di memoria di quale viene prima, quale dopo. Il mare, il vento e non avevamo entrambi nessuna voglia di mangiare. Il passaggio del timone lo pretendevo col verso 'tocca a me giocare'
Verso le 6 di sera si è profilata la serie finale di paesi: Rapallo, Santa Margherita e Portofino. Ero tentato di aprire randa per dare anche a Marcello la soddisfazione dei vedere il RURIK armato. Il vento calava e rinforzava: il mare sempre agitato. Sono comparse onde importanti da quadranti non ancora esplorati ma mai mi sarei atteso l'accoglienza di Genova. Camogli, Nervi e ... giù un colpo di tramontana che ha messo i fiocchi a collo e sbandava la barca anche a secco di vele. Bagnati dai frangenti, ci ha colto il tramonto. L'idea era di andare sotto la diga a ripararci ma ... chi la vedeva? Se per quello faticavo anche a riconoscere l'ingresso del Porto Vecchio. Periodicamente aprivo il tambuccio per verificare sul GPS la posizione. Abbiamo avuto la certezza di essere in prossimità del ingresso del Porto Vecchio quando una portacontainer ci ha chiesto diritto di rotta: viaggiavamo paralleli ma ha preteso gli passassimo sotto vento. Subito fatto!
La navigazione è proseguita così fino a Prà dove l'ampio ingresso del Castelluccio/Aeroporto ci ha accolto nella sua calma e relativa assenza d'onda. Il RURIK è a casa!
L'esperienza umana è stata unica; un grazie sincero a chi ha partecipato ai trasferimenti; Giancarlo e Marcello. Due baldi giovani che non si sono lasciati intimorire dalle avverse condizioni, ne si sono risparmiati. Segue lettera al Presidente.
PS: Questo è il modo che ho trovato per imbrogliare le vele di prua per sottrarle alla tramontana nera!
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Bella barca e bel racconto, sembrava di essere a bordo. Ben riemtrato al castelluccio.
A presto
Caro Presidente,
lessi della costituzione delle Vele Storiche Viareggio dalle pagine di Yacht Digest e fui subito interessato all'opportunità di valorizzare le tradizioni e la storia della marineria. Non avevo una barca ma giravo i porti e le marine ossessionato dalla volontà di poter custodire uno scafo d'epoca che avesse un posto nella cultura del mare. Senza grandi possibilità i passi vanno calcolati e pianificati. L'anno scorso ho avuto a disposizione il RURIK ed ho soddisfatto il sogno di dare il mio contributo nel palcoscenico delle tradizioni a Viareggio. La barca non era in condizione ottimali, ma troppa era stata l'attesa.
Non finirò mai di ringraziarla per l'impegno e la disponibilità sua e di chi partecipa a vario titolo al Raduno VSV ogni anno. Col RURIK l'anno scorso abbiamo fatto circa 1000 Mn per raggiungere Sorrento e Viareggio, ed ogni località dove c'era l'occasione di ribadire che le tradizioni sono attuali e possono essere d'esempio per il nostro tempo: non sono passate!
Nei cinque giorni dedicati al VSV, ma di più durante l'anno, riprendendo tutti i trattamenti del RURIK (due mesi di cantiere, lavori fatti personalmente), acquistando strumentazione degli inizi del 1900 (Bussola e Ship Log) ero convinto di dare un contributo allo svolgimento degli obbiettivi del Raduno di Viareggio. Lo scopo del partecipare non è vincere ma essere presenti e disponibili a testimoniare la storia della marineria. Con un armo aurico ed equipaggi composti da amici si può ambire a terminare le veleggiate, meno che meno vincere. So che gli eventi sono favoriti dagli sponsor e sono occasione di promozione: i riconoscimenti vengono distribuiti in modo 'tradizionale'. Premiare barche che non hanno partecipato, conferire più premi a scafi prestigiosi con un lungo palmares senza nemmeno dire, a parole, grazie alla barca più vecchia presente venuta da oltre 70 Mn in condizioni disagiate mi ha lasciato senza parole.
Ringrazio per tutto ciò che è stato fatto per accoglierci e ospitarci, per la preparazione e lo svolgimento di un evento che per me è il più importante dell'attività di custode di un legno.
Affido questo messaggio nella bottiglia al mare della rete, non perché raggiunga il destinatario, ma per mettermi in pace col mare che mi ha dato tanto e non ha chiesto nulla.
grazie ancora Riccardo , grazie rurik
[:253]
Citazione:Rurik ha scritto:
Caro Presidente,
lessi della costituzione delle Vele Storiche Viareggio dalle pagine di Yacht Digest e fui subito interessato all'opportunità di valorizzare le tradizioni e la storia della marineria. Non avevo una barca ma giravo i porti e le marine ossessionato dalla volontà di poter custodire uno scafo d'epoca che avesse un posto nella cultura del mare. Senza grandi possibilità i passi vanno calcolati e pianificati. L'anno scorso ho avuto a disposizione il RURIK ed ho soddisfatto il sogno di dare il mio contributo nel palcoscenico delle tradizioni a Viareggio. La barca non era in condizione ottimali, ma troppa era stata l'attesa.
Non finirò mai di ringraziarla per l'impegno e la disponibilità sua e di chi partecipa a vario titolo al Raduno VSV ogni anno. Col RURIK l'anno scorso abbiamo fatto circa 1000 Mn per raggiungere Salerno e Viareggio, ed ogni località dove c'era l'occasione di ribadire che le tradizioni sono attuali e possono essere d'esempio per il nostro tempo: non sono passate!
Nei cinque giorni dedicati al VSV, ma di più durante l'anno, riprendendo tutti i trattamenti del RURIK (due mesi di cantiere, lavori fatti personalmente), acquistando strumentazione degli inizi del 1900 (Bussola e Ship Log) ero convinto di dare un contributo allo svolgimento degli obbiettivi del Raduno di Viareggio. Lo scopo del partecipare non è vincere ma essere presenti e disponibili a testimoniare la storia della marineria. Con un armo aurico ed equipaggi composti da amici si può ambire a terminare le veleggiate, meno che meno vincere. So che gli eventi sono favoriti dagli sponsor e sono occasione di promozione: i riconoscimenti vengono distribuiti in modo 'tradizionale'. Premiare barche che non hanno partecipato, conferire più premi a scafi prestigiosi con un lungo palmares senza nemmeno dire, a parole, grazie alla barca più vecchia presente venuta da oltre 70 Mn in condizioni disagiate mi ha lasciato senza parole.
Ringrazio per tutto ciò che è stato fatto per accoglierci e ospitarci, per la preparazione e lo svolgimento di un evento che per me è il più importante dell'attività di custode di un legno.
Affido questo messaggio nella bottiglia al mare della rete non perché raggiunga il destinatario ma per mettermi in pace col mare che mi ha dato tanto e non ha chiesto nulla.
Ciao Riccardo, conosco un membro del comitato delle VSV, vuoi che giri il messaggio?
Ad ogni modo ogni armatore in cuor suo vuole sentirsi premiato e ricordato per il gesto sportivo, storico, umano o qualsiasi altro compiuto e ti capisco.
Io per esempio mi sono lamentato del fatto che nella descrizione della nostra barca (Nina V) non venivano mensionate le vittorie della barca alla prestigiosa Giraglia (la prima nel 1956), ho scritto all'amico del comitato e questi gentilmente mi ha risposto dicendo che modificherà la recensione della barca per le prossime regate.
Tuttavia capisco che alla manifestazione c'erano barche più famose, importanti, storicamente riconosciute, prestanti, autorevoli eccetera eccetera eccetera ..della nostra Nina V o del tuo Rurik, quindi consiglio di vivere umilmente l'evento come una bella scampagnata in mare fra amici e bella gente, godersi il tempo passato a bordo della propria barca, ammirare le bellezze esposte in banchina e tornare a casa con il sorriso di chi ha goduto di clima e buona compagnia per alcuni giorni.
L'ultima regata è stata poi una figata pazzesca, chiudere la domenica pomeriggio con quel bel vento fresco è stata la ciliegina sulla torta j
insertsmilie ('
')
E' stato un piacere conoscerti e vedersi materializzare (per la mia prima volta) un volto di ADV, spero che alla prossima occasione (il TAN a Livorno o alle prossime Vele Storiche Viareggio) abbiamo modo di organizzarsi e ritrovarsi con un pò più di gente!
Bello il tuo racconto, a distanza di una settimana mi ci voleva!!
Citazione:pegaso ha scritto:
Mi spiace non esserci stato, ma le previsioni meteo, ultimamente sempre esagerate davano un venerdì di pioggia e quindi ho cambiato i miei programmi e sono rientrato prima a Vercelli dove a quel punto ho fissato un appuntamento.
Quando sono passato per Viareggio e ho visto che la giornata tendeva al bello, ho tirato due madonne, non ho resistito e sono uscito, sono arrivato in porto che era mezzogiorno, giusto in tempo per vedere le barche che si stavano preparando ad uscire, non mi sono fatto riconoscere e non ho salutato nessuno, non mi sembrava il caso di disturbare.
Rurik era impegnato in una difficile manovra per uscire dal posto dove l'avevano ficcato.
Così ho visto le barche che in modo o nell'altro avevo pensato di comprare allontanarsi per la regata: il Nina V di Giles, L'Ardi di Sparkman&Stephens e il Chin Blu III di Illingworth con il nuovo proprietario, tirato alucido, e m'è venuto un magone....
Vi ho seguito con lo sguardo mentre uscivate dall'imboccatura del porto e, amen, sono ripartito ripensando a Swala e che il parlare di vela, la vela virtuale non potrai, neanche lontanamente sostituire la vela reale.
Ciao Pegaso ..cavolo a saperlo tornavo in porto e ti caricavo al volo!!! Il venerdì abbiamo fatto la regata in 3, ci siamo spezzati la schiena, sapere che c'era qualcuno in banchina che ci ha visto uscire e magari sarebbe salito volentieri a bordo mi fa dispiacere!!
Sono del Nina V, per tua informazione la barca è tutt'ora in vendita, se ti interessano delle informazioni scrivi un mp.
Ciao,
Francesco