I Forum di Amici della Vela

Versione completa: Restauro/refitting Abeking & Rasmussen Barbarella
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Salve a tutti, Barbarella è un Abeking & Rasmussen del 1981. Quando l'ho acquistata non sapevo nulla di questa imbarcazione, mi era semplicemente sembrata una barca bellissima.
Quando ho cominciato a lavorarci per il restauro mi è venuto qualche dubbio su ciò che avevo visto all'inizio. Ora che ho perso il conto delle giornate di lavoro mi chiedo sotto l'effetto di che sostanza ho fatto la scelta di acquistarla.
Vi metto alcune foto per farvi vedere la signora, anche se ora che ho imparato ad amare il legno ed in particolare il mogano la vedo più come uno Stradivari.
Purtroppo non ho foto di come l'ho trovata, quindi sono delle foto dell'inizio dell'avventura.

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Col tempo e con le ricerche e l'aiuto di conoscenti austriaci ho scoperto che questa imbarcazione ha una storia importante, è un one tonner costruito per dare del filo da torcere agli inglesi in quel periodo. Poi ho scoperto che nel libro on line dedicato ai 100 anni del cantiere è definita come una pietra migliare della produzione della Abeking e Rasmussen. Però non trovo altre informazioni, anche se ho scoperto che ci sono altri libri dove viene menzionata. Il primo e più grosso problema è la lingua che non conosco. Per cui chiedo aiuto al forum per reperire altre informazioni.
Nei prossimi giorni inserirò altre foto e un rissunto dei lavori se lo gradite.
mi sa che servono altre foto e serve sapere cosa cerchi di sapere.
non ho capito se è fasciame incollato o lamellare, hai idea?
E' in lamellare, due strati interni di abete rosso e lo strato esterno di mogano. La coperta è un sandwich di due strati di compensato marinio con in mezzo della schiumaSto tentando di inserire altre foto ma non ci riesco. Come cliko su allega file mi riporta ad inizio pagina.
Quello che sto cercando per ora è un aiuto per conoscere la storia di questa imbarcazione. Le uniche informazioni che trovo sul web sono il numero di costruzione sul sito del costruttore nell'elenco di tutte le barche costruite e l'indicazione a cui ho già accennato nel libro sulla storia del cantiere.
Molti tedeschi ed austriaci che frequentano il marina dove eseguo i lavori mi fanno capire (in tedesco) o mi dicono in inglese o italiano che è una famosa imbarcazione. Mi hanno creato la curiosità di ricostruire la storia di questa barca. Vorrei scrivere su forum tedeschi per chiedere informazioni, ma non so la lingua e tanto meno quali forum potrebbero essere i più indicati (magari scriverei in inglese).
Un altra cosa che mi piacerebbe sapere è il progettista, ho mandato una mail al cantiere e mi hanno risposto che non hanno informazioni. Un tedesco che lavorava alla Abeking e ogni volta che è in Italia viene a trovarmi (la sensazione è che venga a vedere la barca più che a parlare con me) mi ha semplicemente risposto che il progettista è morto.
In poche parole cerco aiuto per reperire informazioni sulla storia di questa imbarcazione.
Ho un articolo in tedesco che ho provato a tradurre con google, ma il risultato non è ottimale.
I dati tecnici sono: Lunghezza 11,38 - larghezza 3,65 - Tlefg. (pescaggio?) 2,05 - ballast 2,10 Tonnen. Purtroppo sono in tedesco. Alla fine dei dati tecnici c'è IOR 27,5 FuB.

Grazie in anticipo di qualsiasi aiuto.

Cercherò di capire perchè non riesco ad inserire altre foto.
Ecco i disegni presenti sull'articolo

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allego anche una foto a barca intera dopo la sverniciatura a caldo, sicuramente non è il massimo.


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Domani cercherò di fare una foto decente se non mi hanno messo barche di fianco
All'inizio la gioia di finalmente possedere quello che si è sognato per tanto tempo (decenni) mi aveva reso molto ottimista sui tempi necessari alla riparazione dei vari problemi, anche perchè fino a quando non si mette mano non si capisce veramente l'entità dei problemi.
Ho iniziato smontando la magior parte della ferramenta di coperta, e già solo per questo c'è voluto un bel po' di lavoro perchè per raggiungere i bulloni dei candelieri o dei winch ho dovuto smontare praticamente tutti gli interni.
Sotto le basi dei candelieri il compensato marino che fa il sandwich della coperta era sempre marcio. Come intervento decidevo un perimetro oltre il quale il compensato semprava sano e effetuavo i tagli, poi con molta attenzione per non rovinare la schiuma sottostante rimuovevo il compensato da sostituire e quindi grattavo via la colla rossa con cui erano incollati per avere la schiuma pulita su cui ripartire con l'epossidica. Durante queste lavorazioni ho scoperto che quasi sempre c'era stato un errore di lavorazione, o meglio d'installazione. Sotto il compensato, dove dovevano essere posizionate le basi dei candelieri era stato messo un triangolo di legno massello in modo che i bulloni passanti dei candelieri quando sarebbero stati serrati non avrebbero schiacciato il sandwich (spero di essere chiaro). MA invece chi ha installato le basi dei candelieri non ha centrato questi triangoli di massello mettendo un bullone sul sandwich il quale poi pian piano ha ceduto ed il compensato col tempo si è marcito. allego foto


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Come riparazione ho tagliato un pezzo di compensato di mogano nella forma del pezzo asportato facendolo leggermente più grande, con tampone di cartavetrata e oglio di gomito ho cercato di rendere il nuovo compensato il più possibile preciso sulla sede dove doveva inserirsi. Poi con la resina epossidica una bella spenellata sulla sede e altrettanto sul superfice inferiore e sui bordi laterali del compensato. Poi addensavo la resina epossidica con microfibre fono a ottenere la consistenza giusta per poterla dare con la spatola dentata. Inserivo il pezzo di compensato marino e lo fissavo con chiodi do ottone dove sotto c'era del massello o con chiodi e graffette che poi rimuovevo dove sotto c'era solo schiuma. Dopo un paio di giorni rimuovevo eventuali chiodi o graffette, levigavo il compensato (come spessore aveva un millimetro in più dell'originale) e quindi impregavo tutto il pezzo di coperta con resina epossidica. Ovviamente a differenza del cantiere mi sono sempre segnato la posizione dei triangoli di massello per poterli centrare quando poi avrei dovuto fare i fori per i bulloni delle basi dei candelieri.
Altro problema riscontrato all'interno avevano messo delle piastrine di alluminio forate per far fare una migliore tenuta sul legno ai dadi dei bulloni dei candelieri. Purtroppo con il tempo l'alluminio si è sbricciolato e probabilmente i proprietari vedendo i candelieri che ballavano stringevano i bulloni provocando la penetrazione dei dadi nel legno. Ho tappato tutto con resina epossidica addensata.
in tutto quello che è passante, ed oltretutto deve resistere, devi togliere la schiuma e riempire la parte con legno duro o epossidica caricata, per un diametro maggiore di quello che serve; il fatto di mettere sotto un fazzoletto sotto per distribuire il carico è un lavoro da cani.
un buon riferimento è il libro dei fratelli Gougeon.
Citazione:Petersail ha scritto:
E' in lamellare, due strati interni di abete rosso e lo strato esterno di mogano. La coperta è un sandwich di due strati di compensato marinio con in mezzo della schiumaSto tentando di inserire altre foto ma non ci riesco. Come cliko su allega file mi riporta ad inizio pagina.
Quello che sto cercando per ora è un aiuto per conoscere la storia di questa imbarcazione. Le uniche informazioni che trovo sul web sono il numero di costruzione sul sito del costruttore nell'elenco di tutte le barche costruite e l'indicazione a cui ho già accennato nel libro sulla storia del cantiere.
Molti tedeschi ed austriaci che frequentano il marina dove eseguo i lavori mi fanno capire (in tedesco) o mi dicono in inglese o italiano che è una famosa imbarcazione. Mi hanno creato la curiosità di ricostruire la storia di questa barca. Vorrei scrivere su forum tedeschi per chiedere informazioni, ma non so la lingua e tanto meno quali forum potrebbero essere i più indicati (magari scriverei in inglese).
Un altra cosa che mi piacerebbe sapere è il progettista, ho mandato una mail al cantiere e mi hanno risposto che non hanno informazioni. Un tedesco che lavorava alla Abeking e ogni volta che è in Italia viene a trovarmi (la sensazione è che venga a vedere la barca più che a parlare con me) mi ha semplicemente risposto che il progettista è morto.
In poche parole cerco aiuto per reperire informazioni sulla storia di questa imbarcazione.
Ho un articolo in tedesco che ho provato a tradurre con google, ma il risultato non è ottimale.
I dati tecnici sono: Lunghezza 11,38 - larghezza 3,65 - Tlefg. (pescaggio?) 2,05 - ballast 2,10 Tonnen. Purtroppo sono in tedesco. Alla fine dei dati tecnici c'è IOR 27,5 FuB.

Grazie in anticipo di qualsiasi aiuto.

Cercherò di capire perchè non riesco ad inserire altre foto.

Hai possibilita' di iniviare via mail l' articolo ? Se si inviamelo a questo indirizzo, alberto.tanzilli@libero.it. Vediamo che si puo' fare, io vivo in Austria.

P.S.:

Si Tiefgang (abbreviato Tiefg. e non tlefg.) e' pescaggio
Ciao Peter, dove sei con la barca?
Ciao

La barca è a San Giorgio diNogaro nella prima darsena che si incontra.

Grazie HAL9001, ti ho inviato l'articolo ed altri riferimenti che ho trovato nel tempo. Mi piacerebbe anche riuscire a scoprire chi è il progettista.

Per Beppe, il massello pieno c'era già, solo che chi a suo tempo ha forato per mettere la base dei candelieri non l'ha praticamente mai centrato, tranne un paio di volte. Per cui almeno un bullone ha schiacciato il sandwich. Io ho sostituito la parte di compensato rovinato dalle intemperie e essendomi fatto gli opportuni riferimenti ho forato per le basi dei candelieri sul legno pieno. Quindi non dovrebbe ripresentarsi il problema, spero.
Non ho mai sentito di quel libro, mi puoi dare il titolo? grazie
Disponibile ad aiutarti e madrelingua tedesco ma devi limitarti a domande specifiche.
riccardo@rurik.it

Per quello che hai scritto fino ora, hai fatto bene: non condivido solo l'uso delle viti in ottone. A4 sarebbe stato meglio. Non credo tu abbia disponibilità di bronzo silicio. Ma se servono solo per tenere in posizione un pezzo incollato con epossidica strutturale e vengono annegate sono ok. Smile Se un domani dovrai estrarle si spezzeranno, stai certo.
i fratelli Gougeon sono quelli che hanno creato la west system; puoi rivolgerti all'importatore italiano della resina, una volta li aveva; oppure qualche libreria di mare molto fornita, che sicuramente conosce il testo e te lo può ordinare; a Roma la 'libreria del mare' l'aveva, puoi sentire loro

http://www.ilmare.com/

la barca è fatta molto bene e merita di essere recuperata bene.
http://www.amazon.it/Gougeon-Brothers-Bo...0878121668

questo è il libro, e c'è anche la versione italiana.
Altra puntata

Una faticaccia è stata la rimozione con la fiamma di tutta la vernice dell'opera morta e dell'antivegetativa dall'opera viva. Pensavo di aver affrontato la fatica maggiore, ma portare poi il legno a vivo con la roto orbitale è stato molto peggio. Con la roto orbitale dovevo stare molto attento a non insistere troppo per non asportare legno in eccesso.

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Arrivato con lo scafo a legno sono venuti fuori tutti i difetti, dove nelle foto si vedono delle crepe nel mogano ho scoperto che non era dovuto solo alla fessurazione dello strato esterno, ma a dei difetti di produzione come aver lasciato le graffette negli strati sottostanti o la mancanza di contatto della colla tra i 2 strati. Ho scoperto che lasciare le graffette è un errore leggendo Bolina, poi non so se a quel tempo sapessero o no che lasciare le graffette poteva creare problemi. C'è da dire che questi problemi che io definisco difetti di costruzione sono venuti alla luce a causa dell'abbandono per alcuni anni dello scafo.


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Nel frattempo che svolgevo questi lavori mi arrovellavo per decidere che trattamento utilizzare, il classico o l'epossidico. Ho parlato con vari operatori, fatto telefonate a vari operatori specializzati su scafi in legno in tutta Italia. Quelli che utilizzavano il metodo classico mi diceva che era sicuramente il migliore per questa barca in quanto più elastico, chi utilizzava i trattamenti epossidici mi diceva che con l'epossidica avrei salvaguardato meglio il legno. Alla fine ho deciso per il trattamento epossidico, il tempo dirà se ho fatto la scelta giusta.
Però prima dovevo trovare come sistemare queste benedette fessurazioni. Volevo trovare una soluzione che desse il meno possibile nell'occhio. Problema aggravato dal fatto che mi sono accorto che oltre la fessura la parte di legno vicino ad essa si era scollata dallo strato sottostante. Anche qui i consigli si dividevano in chi diceva di chiudere tutto con epossidica addensata, e qualcuno che diceva di inserire dei listelli di mogano per chiudere le fessurazioni. Io ho optato per sostituire intere fascie di mogano per incollarci del nuovo mogano. Quindi come prima cosa ho dovuto trovare una falegnameria che avesse la giusta qualità di mogano, il kaya. Per fortuna il capo cantiere mi ha indicato la falegnameria giusta che non era molto lontano da dove risiedo. Trovato il tavolone giusto mi sono fatto tagliare una decina di listelli alti 65mm per 5mm di spessore nel senso rigatino.
Poi è iniziato il lavoro certosino che mi ha portato via tantissimo tempo. Ho tracciato le linee di taglio seguendo lo stesso andamento di quelle vicine e facendo il taglio all'inizio e alla fine con la stessa inclinazione e senso delle altre giunzioni. Con un po' di foto penso sia più comprensibile.


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Come già detto con la rimozione di questi parti di mogano sono venuti fuori i motivi delle fessurazioni, le graffette e la mancanza di contatto della colla rossa tra i due strati.
Poi tagliavo il listello della giusta misura e lo adattavo a mano con il tampone di carta vetrata. Con queste lavorazioni ho capito quanto sia fantastico il mogano kaya, e veramente un legno leggero, elastico e resistente.
Se qualche mestro d'ascia mi legge, sarei curioso di capire come nel 1981 potessero talgiare dei listelli di legno che non hanno una linea retta? Partono stretti, si allargano a centro barca, per poi tornare a restringersi con una precisione del decimo di mm. Queste andamento varia in continuazione partendo dal tincarino andando verso la deriva. Un taglio simile riesco ad immaginarlo solo con macchine a controllo numerico che non credo avessero a quel tempo.
Dopo aver rimosso la colla rossa, impregnavo per bene con la resina epossidica e poi incollavo con resina epossidica addensata con micro fibre.
Una cosa a cui ho fatto particolare attenzione è stato nel rilevamento dell'umidità del legno, prima di incollare doveva scendere al di sotto del 15% come raccomandato da tutti. Questo mi ha fatto allungare veramente di tanto i tempi.
Sei nelle stesse condizioni di un altro ADV che ha però appena cominciato il suo lavoro.
http://forum.amicidellavela.it/showthread.php?tid=72851
Nel incollare io preferisco usare la segatura del legno che uso perché al pari delle micro fibre addensa l'epoxy ma prende lo stesso colore del legno una volta trattata. Una curiosità: le graffette erano di rame?
Stai facendo un ottimo lavoro! Se ho capito bene non intendi stuccare ma sostituisci tutte le fascie di legno ammalorate?
Concordo con la tua considerazione che trovi questa situazione non perché il lavoro sia stato fatto malamente ma per trascuratezza nel tempo. Se riprese in tempo certe 'ferite' si curano facilmente.
Ciao Rurik
sull'opera morta le graffette erano solo in acciaio, nell'opera viva ho trovato sia inox che rame.
Sostituisco tutte le fascie che hanno fessurazioni eccessive per essere stuccate o che risultano scollate, quindi molte di quelle che presentavano difetti. Le difficoltà maggiori le ho avute sul lato di SX dove ne ho dovute mettere con altezze di circa 12-14 cm sostituendo completamente la fascia originale.
Anche Babiz ha una bella impresa da fare, non capisco se la sua barca sia in lammellare o a doghe, in quanto vedo che sulle sue doghe/fasce ci sono dei tappi.
Questa sera posto delle foto su cui devo chiedere consigli ...
Concordo con Rurik per l'uso della segatura in polvere dello stesso mogano, peró avrai notato che quando viene bagnato dalla resina, lo stucco così ottenuto ha una tonalità più scura del mogano verniciato. Io ho notato che se mescoli la polvere di mogano con le microfibre, che sono bianche, riesci ad ottenere, facendo delle prove, la perfetta tonalitá dello stucco uguale all'opera morta.
Per le basi dei candelieri...metti sotto una contropiastra d'acciaio e impermeabilizza con il butile...se vuoi informazioni di come fare basta mi fai un fischio.

Sicuramente gli oblo sono della ertec danimarca modello BASIS LINE.. (http://www.ertec.dk)!!!! sono uguali ai miei nel marieholm26... http://www.marieholm26.org
In effetti avevo provato con la segatura, ma veniva troppo scuro, poi mi avevano detto d'usare quella di pino. Ma intanto che sto a farmi la segatura di pino il tempo passa. Alla fine ho provato le microsfere fenoliche di Cecchi ed il risultato non è male.
Il problema attuale è che il mogano nuovo, sebbene sempre Kaya in alcuni punti ha una tonalità molto simile a quello adiacente (e non c'è problema) in altre zone è molto più chiaro. Ho provato a scurire con dell'impregnante ma ancora non mi soddisfa. Sto aspettando un tipo che mi hanno detto che è un mago delle colorazioni del legno, però si fa desiderare più di una donna.
Sicuramente metterò delle contro piastre e tra piastra e legno metterro un po di resina eddensata con microfibre.
Grazie per la info sulla ditta degli oblò.
Butile? Dove si trova? pensavo di usare il Sika.
Invece come isolante per i passa scafo e i sensori degli strumenti hanno usato una pasta grigio verde che non si è indurita con il tempo e ha reso agevole la rimozione (pensate se mettevano qualcosa che si incollava al legno ...). Qualcuno ha idea di cosa possa essere?
A me è sembrata la pasta che mettevo assieme alla canapa nelle giunzioni dei tubi in acciaio per i lavori idraulici. Se rieso a fare una foro dove si vede bene poi la posto.
Finalmente siamo arrivati al week end e potrò andare avanti con i lavoriBig Grin
Sika in america lo chiamano devil glue... se vuoi lo trovi da una ditta di padova... il butile e' come gomma da masticare lavora al meglio in compressione con lavori fatti con viti passanti.


Citazione:Petersail ha scritto:
In effetti avevo provato con la segatura, ma veniva troppo scuro, poi mi avevano detto d'usare quella di pino. Ma intanto che sto a farmi la segatura di pino il tempo passa. Alla fine ho provato le microsfere fenoliche di Cecchi ed il risultato non è male.
Il problema attuale è che il mogano nuovo, sebbene sempre Kaya in alcuni punti ha una tonalità molto simile a quello adiacente (e non c'è problema) in altre zone è molto più chiaro. Ho provato a scurire con dell'impregnante ma ancora non mi soddisfa. Sto aspettando un tipo che mi hanno detto che è un mago delle colorazioni del legno, però si fa desiderare più di una donna.
Sicuramente metterò delle contro piastre e tra piastra e legno metterro un po di resina eddensata con microfibre.
Grazie per la info sulla ditta degli oblò.
Butile? Dove si trova? pensavo di usare il Sika.
Invece come isolante per i passa scafo e i sensori degli strumenti hanno usato una pasta grigio verde che non si è indurita con il tempo e ha reso agevole la rimozione (pensate se mettevano qualcosa che si incollava al legno ...). Qualcuno ha idea di cosa possa essere?
A me è sembrata la pasta che mettevo assieme alla canapa nelle giunzioni dei tubi in acciaio per i lavori idraulici. Se rieso a fare una foro dove si vede bene poi la posto.
Finalmente siamo arrivati al week end e potrò andare avanti con i lavoriBig Grin
la gomma butilica viene comunemente usata per posare i piani cottura e lavelli nelle cucine (venduto in campo idraulico in striscoline-tondini) nella nautica per sigillare il sacco per fare il vuoto nello stampaggio dei compositi (si trova in piattine su rotolo)
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