i quanti ci esci co sto barchino?
caricali tutti in barca e esci che ci sia il vento che sei li a domandarti se dare una mano.
ti metti di bolina stretta.
se le sartie sotto vanno in bando recuperi un giro, viri e ne recuperi un altro dall' altro lato.
se sono ancora in bando ne prendi due di giri, viri e ricominci.
e' l' unico modo che valga per barche che non fanno regate sempre con lo stesso equipaggio pesato e lo stesso carico a bordo.
cambi qualcosa anche solo la disposzione del carico e devi regolare di nuovo.. oppure ti tieni la barca regolata da ventone al massimo del carico e coi soldi del tensiometro ci paghi cena all' equipaggio.
Su barche piccole è meglio non esagerare con la tensione delle diagonali e lasciare che il centro dell'albero cada sottovento in modo da avere più potenza, meglio una buona regolazione per venti leggeri che per venti forti, anche perchè quando c'è vento sostenuto, c'è anche onda e una piccola barca la subisce di più che una grande, quindi meglio una randa potente e al limite si lavora con la scotta.
L'importante è la centratura, guarda quando sei in porto l'assetto della barca che stia bella dritta
le tebelle sulle tensioni mi fanno sorridere, ogni vela ha bisogno della sua regolazione, in base alla forma che può variare con gli anni, parlare poi di giri di tornichetto partendo da una regolazione di base... quale sarebbe sta regolazione di base?
(08-07-2016 09:45)zankipal Ha scritto: [ -> ]Su barche piccole è meglio non esagerare con la tensione delle diagonali e lasciare che il centro dell'albero cada sottovento in modo da avere più potenza, meglio una buona regolazione per venti leggeri che per venti forti, anche perchè quando c'è vento sostenuto, c'è anche onda e una piccola barca la subisce di più che una grande, quindi meglio una randa potente e al limite si lavora con la scotta.
L'importante è la centratura, guarda quando sei in porto l'assetto della barca che stia bella dritta
le tebelle sulle tensioni mi fanno sorridere, ogni vela ha bisogno della sua regolazione, in base alla forma che può variare con gli anni, parlare poi di giri di tornichetto partendo da una regolazione di base... quale sarebbe sta regolazione di base?
Sta roba ( in rosso ) ho avuto modo di appurarla su almeno due barche usate in regate ORC sulle quali sono stato a bordo, le risposte alle mie domande curiose sono state le stesse anche se onestamente non le ho prese seriamente in considerazione, in giro ci sono tanti pseudo maghi del rigg e la barca non era la mia per cui mi sono tenuto i dubbi e amen ....cortesemente potresti approfondire meglio questo aspetto ?
Grazie

Se quelle del 210 ti vanno bene lo stesso... (io ho suato queste sul mio 211):
http://first210.org/technotes/rigtension.html
http://first210.org/technotes/ussparstuning.html
Leggiti un po' queste pagine - purtroppo in "imperial units" -, fatti un'idea, cerca la tua regolazione "media" ed esci, esci, esci, esci! Io ho trovato particolarmente utile uscire con un'altra barca uguale che faceva da "lepre" cosi' capisci subito se i cambiamenti che fai sono positivi o meno.
(08-07-2016 10:17)nedo Ha scritto: [ -> ] (08-07-2016 09:45)zankipal Ha scritto: [ -> ]Su barche piccole è meglio non esagerare con la tensione delle diagonali e lasciare che il centro dell'albero cada sottovento in modo da avere più potenza, meglio una buona regolazione per venti leggeri che per venti forti, anche perchè quando c'è vento sostenuto, c'è anche onda e una piccola barca la subisce di più che una grande, quindi meglio una randa potente e al limite si lavora con la scotta.
L'importante è la centratura, guarda quando sei in porto l'assetto della barca che stia bella dritta
le tebelle sulle tensioni mi fanno sorridere, ogni vela ha bisogno della sua regolazione, in base alla forma che può variare con gli anni, parlare poi di giri di tornichetto partendo da una regolazione di base... quale sarebbe sta regolazione di base?
Sta roba ( in rosso ) ho avuto modo di appurarla su almeno due barche usate in regate ORC sulle quali sono stato a bordo, le risposte alle mie domande curiose sono state le stesse anche se onestamente non le ho prese seriamente in considerazione, in giro ci sono tanti pseudo maghi del rigg e la barca non era la mia per cui mi sono tenuto i dubbi e amen ....cortesemente potresti approfondire meglio questo aspetto ?
Grazie 
Intanto è bene precisare che in questo caso specifico stiamo parlando di una barca con un solo ordine di crocette e che quindi le diagonali (chiaramente basse) terminano poco sopra la metà dell'albero
se cazzi le alte e tieni le diagonali un po lasche, la parte centrale cardà leggermente sottovento rispetto alla testa e la randa rimane più potente, stesso concetto che vale per il genova quando lasci lo strallo con un pochino di catenaria
però ripeto, stiamo parlando di piccole barche dove le vele devono essere sempre un pò potenti per avere la spinta necessaria a superare l'onda
Gli errori che si possono compiere nella regolazione delle sartie, es. tesarle troppo, possono portare a rotture?
(08-07-2016 12:33)zankipal Ha scritto: [ -> ] (08-07-2016 10:17)nedo Ha scritto: [ -> ] (08-07-2016 09:45)zankipal Ha scritto: [ -> ]Su barche piccole è meglio non esagerare con la tensione delle diagonali e lasciare che il centro dell'albero cada sottovento in modo da avere più potenza, meglio una buona regolazione per venti leggeri che per venti forti, anche perchè quando c'è vento sostenuto, c'è anche onda e una piccola barca la subisce di più che una grande, quindi meglio una randa potente e al limite si lavora con la scotta.
L'importante è la centratura, guarda quando sei in porto l'assetto della barca che stia bella dritta
le tebelle sulle tensioni mi fanno sorridere, ogni vela ha bisogno della sua regolazione, in base alla forma che può variare con gli anni, parlare poi di giri di tornichetto partendo da una regolazione di base... quale sarebbe sta regolazione di base?
Sta roba ( in rosso ) ho avuto modo di appurarla su almeno due barche usate in regate ORC sulle quali sono stato a bordo, le risposte alle mie domande curiose sono state le stesse anche se onestamente non le ho prese seriamente in considerazione, in giro ci sono tanti pseudo maghi del rigg e la barca non era la mia per cui mi sono tenuto i dubbi e amen ....cortesemente potresti approfondire meglio questo aspetto ?
Grazie 
Intanto è bene precisare che in questo caso specifico stiamo parlando di una barca con un solo ordine di crocette e che quindi le diagonali (chiaramente basse) terminano poco sopra la metà dell'albero
se cazzi le alte e tieni le diagonali un po lasche, la parte centrale cardà leggermente sottovento rispetto alla testa e la randa rimane più potente, stesso concetto che vale per il genova quando lasci lo strallo con un pochino di catenaria
però ripeto, stiamo parlando di piccole barche dove le vele devono essere sempre un pò potenti per avere la spinta necessaria a superare l'onda
Grazie, se ho ben inteso, possiamo parlare di effetto catenaria d'albero dunque, considera che una delle barche in questione era un 36.7 e avrà avuto anche le intermedie molli ....almeno credo !

(08-07-2016 14:02)Alessandro. Ha scritto: [ -> ]Gli errori che si possono compiere nella regolazione delle sartie, es. tesarle troppo, possono portare a rotture?
La domanda è giusta ma piena di variabili
in alcuni alberi direi di no, su altri più che cazzare troppo si rompe se cazzi quelle sbagliate, su altri ancora con il mast jack si possono fare danni enormi...