SCANDAGLIO
#1
Big GrinBuon anno a tutti
Una recente discussione fra amici ha sollevato un dubbio sulla regolazione dell'ecoscandaglio ......alcuni sostengono che va assolutamente regolato considerando il pescaggio della barca,ossia
lo strumento deve segnalare lo spazio fra il bulbo ed il fondo,
altri più semplicemente protendono per considerare la profondità effettiva dalla . è il sistema più usato se non il più idoneo?grazie a tutti riccardo
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#2
oserei dire :come ti torna più congeniale.
persomalmente voglio sapere quanta acqua
c'è a prescindere dal pescaggio.
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#3
Il più usato presumo che sia lasciare l'offset uguale a zero (se non altro per pigrizia Big Grin).

Quindi ti misura dal trasduttore al fondo.

Hai una misurazione quasi realistica che confronti bene con le carte ma sai che hai quei tot centimetri di buono Wink

Poi può andare bene tutto, basta saperlo (se ti mettono l'offset al bulbo senza dirtelo ti caghi addosso molto più spesso 42)

BV
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#4
Ciao, considerando che il trasduttore dell'ecoscandaglio stà comunque un tot. sott'acqua... io terrei questa misura come indice di tolleranza o 'garanzia', dopodichè ognuno sà (o dovrebbe sapere) esattamente quanto pesca la propria barca e quindi con l'indicatore a zero può andare tranqillo nel senso che se pesca metri 1,80 e avendo il trasduttore a -0,50 quando legge metri 2,00 ha ancora un 0,70 d'acqua prima di andare a scogli...
Diverso discorso invece se si affida la barca ad altri... magari senza avvisarli!!! questa 'tolleranza' potrebbe essere scambiata per inefficenza dello strumento e generare confusione ma... la barca in ogni modo è salva... e questo è ciò che conta!!! Big Grin
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#5
Sono esattamente della tua opinione Andros. Il quesito nasce da una bozza trovata sul bulbo della barca che condividiamo in associazione,e dal velato tentativo di ritenere corresponsabile chi Ha settato l'eco (non io per altro).Non per prendere le difese di nessuno,ma credo che sia più semplice da gestire mentalmente quando ad esempio si tiene d'occhio la batimetrica sul GPS o sulla cartaWink
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#6
la colpa è una femmina che nessuno .
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#7
l'importante e che chi usa la barca sappia come e regolato... secondo me Smile
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#8
Comunque è rischiosetto navigare in acque sconosciute con 10 cm d'acqua sotto al bulbo, meglio andare dove ce n'è un metro affidandosi alla carta, o no?
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#9
ciao atutti io personalmente prefisco sapere quanta acqua ho sotto dal sensore poi mi regolo nel migliore dei modi ciao giovanni
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#10
Almeno una volta ogni qualche anno verifico misurando, da ormeggiato e non in mezzo alle alghe, quanta acqua c'è il più vicino possibile al punto dove ho il trasduttore dell'eco.
Imposto quindi l'offset per pareggiare la differenza tra il reale e lo strumentale.
Quanta acqua mi sta bene sotto la chiglia lo decido poi io sapendo quanto la barca pesca e in funzione delle caratteristiche del fondale.
E' chiaro che se sono su un posto dove il fondale è assolutamente piatto e livellato ( come nella mia zona d'ormeggio ) anche 30 cm possono essere, con attenzione, sufficienti, mentre dove i fondali ( come in croazia ) salgono repentinamente da profondità mediamente importanti il metro e mezzo è rischioso.
Gli allarmi invece li tengo a +1.5 su sabbia e + 3 su roccia.

Nonostante ciò più di qualche volta ho sudato freddo sia per errori di geoposizione che di cartografia o rilevamento sbagliato ( quando Berta ancora filava).


Navigare senza meta può farci scoprire orizzonti inaspettati!
Buon vento! by Mario
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