(27-09-2014 12:55)S8S8 Ha scritto: Un tale Ing. Meccanico insiste col dire che il tipo di accoppiamento è concettualmente errato e siccome non ho esperienza a riguardo...,anche se cercherò di indagare cosa accade sugli altri motori, ho voluto aprire una nuova discussione.
Il mio alternatore viene fissato sul motore (a parte staffa e bullone tendicinghia) tramite un bullone in acciaio 8 x 80 (freccia foto a) dove i prima 4 cm sono passanti nell'alternatore e circa 2,5 cm filettati sul supporto motore (freccia foto b) sulla parte terminale vengono bloccati e stretti con dado autobloccante due capicorda di massa.
L'errore dell'accoppiamento starebbe sul far filettare il bullone sul pezzo del motore, in pratica dovrebbe essere tutto passante e bloccarsi solo tra testa e dado.
Il bullone in questione è stato smontato e rimontato per verificare fascio tubiero e agevolare altri lavori di manutenzione e ricordo perfettamente di non aver esagerato con la stretta, premetto che il bullone era perfettamente integro e ha lavorato per poco più di 500 ore. Si parte ,dopo cinque ore di motore arriva il maestrale, spengo motore e si prosegue per altre 12 con solo vela (traversata fantastica con punte di 9,7), mi preparo per l'ormeggio metto in moto e subito mi accorgo di uno strano rumore bullone fissaggio alternatore tranciato esattamente dove inizia a filettare su base motore.
Spengo e ormeggio a vela.
....a bordo avevo di tutto di più ma mi fermavo a 8 x70 e perciò mi permetto di consigliare a tutti spezzoni di circa 50 cm di barre filettate di varie misure...anche perché al momento del bisogno mancherà sempre proprio quello che serve.
Domande:
...è giusto che tale bullone sia in acciaio e non in ferro?
....possibile che concettualmente ci sia questo errore di accoppiamento?
....il bullone si è rotto per deriva, allungamento, stress o altro?
....mi conviene lasciarlo in acciaio e far rientrare la sostituzione nei lavori di manutenzione ordinaria?
....i vostri alternatori come sono fissati?
Un Grazie anticipato a tutti coloro che vorranno rispondere.
P.S.
....tengo a precisare che l'alternatore ha sempre lavorato in maniera ottimale senza mai subire stress di carica e sovratemperatura (verificata costantemente con sonda, termometro e cicalino di allarme) in quanto le batterie erano sempre ok e la cinghia non è mai stata tesa più del normale.
....purtroppo quello che mi fa pensare e far venire dei dubbi sono proprio le voci di banchina nel recepire che altri con lo stesso motore hanno avuto problemi simili.....e che quindi non si tratta di un caso.
Ciao,
allora secondo me in barca non puoi usare ferro volgarmente detto (manufatti in ferro non esistono, sempre di acciaio si tratta, ma debolmente o affatto legato) ma devi usare acciaio inox. Purtroppo come si sa l'inox (come il 316, il 304, il 329 e le loro nuances) hanno caratteristiche meccaniche inferiori. D'altronde se usassi acciaio debolmente legato in ambiente marino, ti troveresti in poco tempo con un blocco di ruggine.
Quindi la soluzione è usare un acciao legato al quale far seguire un adeguato trattamento termico, per ottenere le caratteristiche meccaniche volute.
Inoltre è importante usare acciaio di buona qualità, che ha valori di inclusioni non metalliche e un'analisi chimica nella norma. I 316 non sono tutti uguali!
Riguardo a questo non basterebbe l'enciclopedia Treccani, ma qualcuno che vende acciaio ti saprà consigliare per il meglio.
Per quanto riguarda la frattura del pezzo, per stabilirne le cause si deve osservare la superficie di frattura: a volte i pezzi sottoposti a sollecitazione meccaniche si rompono perchè già microfessurati in origine (cricca) o perchè presentano inclusioni non metalliche che generano la nascita della cricca, e questa è l'unica causa che si vede a occhio nudo, però è molto frequente. Se osservi la superficie di frattura, in questo caso, puoi vedere due zone distinte, una opaca che è la cricca che si ingrandita nel corso del tempo, ed un'altra lucida che è la sezione che si è rotta di schianto, che è la parte che, essendo diminuta di sezione, non ha potuto resistere alle sollecitazioni.