sostituzione scotte e drizze
#1
Devo sostituire alcune scotte e drizze del mio bav 39 cruiser.
Pensavo di utilizzare per tutte materiale dyneema 10mm e 12mm per la drizza della randa. Le scotte del genova sono sono gia' da 12mm e sono nuove quindi le lascio cosi.
In generale rilevo che il materiale da 10mm ha un punto di rottura intorno alle 4 tonnellate. Secondo voi sono sufficienti ? Considerate che la barca è armata con vele standard in pentex.
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#2
per risponderti in modo adeguato bisognerebbe scrivere un'altro libro di rigging!
Cerco di rispondere brevemente: le cambi solo perchè sono vecchie o ci sono problemi? se ci sono problemi, ovviamente ci vuole una valutazione più approfondita. Se invece le cambi per vecchiaia, se hai 10 e 12 in poliestere e passi a 10/12 in dyneema, se ha tenuto il PE, qual'è il dubbio?
Passando alla seconda domanda, 4 tonnellate di carico di rottura sono più che sufficenti adesso da nuova, ma la cima non rimarrà nuova a lungo. Il carico di rottura della cima è dato, più o meno, dalla somme del carico di rottura di tutti i fili che la compongono. QUando la cima comincia ad assumere quel piacevole aspetto lanoso, non sono altro che i fili che la compongono che si rompono, pertanto il carico di rottura diminuisce sensibilmente con l'uso, con l'esposizione ai raggi UV (pensate alle magliette esposte in vetrina) e con l'aggressione dei prodotti chimici.
"per ottenere le giuste risposte bisogna porre le giuste domande"
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#3
cambio quelle vecchie e chiaramente rovinate. Il dubbio era sugli spessori, vedo che alcuni montano scotte per la randa da 14 con superfici della vela praticamente equivalenti.
Inoltre ho visto che le scotte in polyestere costano la meta' ed hanno anche dei punti di rottura molto piu bassi. Come faccio a capire che tipo di scotte e drizze sono montate ?
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#4
Io ho:
Randa da 63 mq, drizza del 12 in dyneema
Fiocco di 49 mq, drizza del 10 in dyneema

Io farei 10/10 in dyneema (parliamo di primarie aziende) ma randa probabilmente potresti addirittura scendere a 8.... Se fai la spesa prenditi il dsk 78 e non il 75....
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#5
dsk 78 per un bavaria 39 cruiser? e perchè?
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#6
Perche su una drizza preferisco il 78 al 75... Stesse caratteristiche meccaniche meno creep... Oggi costano praticamente la stessa cifra
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#7
Insomma, se prendi armare o gottifredi la differenza non è poca.per altro su un bavaria 39 (ottima barca da crociera) non riusciresti ad apprezzare la differenza di creep, (tra l'altro il pentex non è che sia particolarmente rigido). Sarebbero soldi buttati IMHO.
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#8
Trovo impossibile fare un ragionamento assoluto su questo argomento. Troppo dipende da cosa si cerca, cosa si vuole e cosa si ha. Spendere diverse centinaia di euro in drizze da usare con vele in dacron (che sia di un bavaria 39 o di un first 40.7) secondo me non ha senso tanto più che esistono degl'ottimi prodotti definiti "fast cruiser" che per un "crocierista esigente" sono più che ottimi e si evita di spendere delle fortune.
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#9
La penso diversamente,su vele in pentex ritengo molto consigliato il dyneema, oserei dire quasi indispensabile.
Poi se il discorso é siccome é un cruiser allora va bene usare l'elastico delle mutande mi arrendo...

@. non dacron...
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#10
Secondo voi si fa più sforzo a tener fermo ( o a far muovere) un oggetto controllandolo con materiali rigidi o con materiali più elastici?
"per ottenere le giuste risposte bisogna porre le giuste domande"
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#11
Stesso sforzo.. Diverso lavoro
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#12
(18-03-2015, 17:25)Gundam Ha scritto: @. non dacron...
vale per entrambi il ragionamento.

Ripeto, dipende da cosa si cerca, cosa si vuole e cosa si ha e non è questione di elastici delle mutande... ci sono elastici scarsi e di ottima fattura... poi se fa figo dire dyneema a tutti i costi mi arrendo Smiley2
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#13
Quindiil modulo elastico del pentex é paragonabilea quello del dacron?
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#14
si ma io non definirei il dsk 75 elstico e il dsk 78 rigido, neppure il dsk 75 elastico delle mutande...
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#15
Poliestere = elastico mutande
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#16
No ma non è neanche paragonabile ad una vela in laminato.

Bisogna contestualizzare: ora il contesto è Bavaria 39 (vele in pentex), uso crocieristico, ricambio vecchio cordame in poliestere con... (???)

Io dico che quello che tu proponi può andar bene per te e per la tua barca (visto le tue esigenze) ed è fin troppo per quella dell'amico alexflibero, poi ognuno è libero di pensarla come meglio crede e non è la prima volta che vedo spendere delle fortune in drizze dove non serve.
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#17
giusto per informazione e non per polemica, armare scrive questo:

Supponiamo di dover realizzare la drizza randa per una barca a vela “fast cruiser” di 42’ che partecipa spesso a regate e che viene utilizzata anche come barca da crociera. Riteniamo indispensabile debba essere di ottima qualità, cioè con alto carico e basso allungamento, per non costringere l’equipaggio a continue regolazioni.

Partendo da queste considerazioni e comprese le caratteristiche di tutti i prodotti, decidiamo di scegliere un articolo della “Racing Line”, che garantisca prestazioni ottime per il tipo di barca e per il nostro utilizzo, puntando su una cima con anima in Dyneema SK75. Fare attenzione alle sigle distintive di ogni prodotto in quanto esistono tre tipi di anime in Dyneema SK75. Le tre tipologie sono ben diverse fra loro ed illustrate separatamente. Esaminando più a fondo il Dyneema SK 75 HPS + PU rileviamo che ha l’anima trecciata in fibra Dyneema SK75, trattata con la speciale prestiratura a caldo HPS ed impregnata con il coating Poliuretanico denominato in breve PU. La treccia ottenuta permette di scalzare una parte della drizza, per renderla più leggera e più scorrevole sulle pulegge, in quanto l’anima è stata compattata dai due trattamenti sopraccitati (N.B. per essere scalzata basterebbe il PU che protegge le fibre dall’abrasione e le mantiene legate fra loro).
Trattandosi di una drizza, quindi utilizzata su stopper e winch, è fondamentale scegliere una costruzione a doppia treccia. Visto che fra tutte le manovre a bordo, la drizza randa è quella che ha il più basso numero di movimentazioni; riteniamo quindi che la calza PET, cioè in Poliestere Alta Tenacità, sia una scelta corretta. Normalmente lo stopper presente in barca ci da già un riferimento del diametro di cima che dovremo scegliere e così anche il self-tailing del winch, programmato per accogliere un certo diametro. Nel nostro caso il diametro corretto sarà il 10 mm.


Quindi il dsk 7i8 mi sembra assolutamente eccessivo. Noi abbiamo appena preso scotta randa nuova dsk 75, e facciamo regate.
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#18
(18-03-2015, 17:26)sailor13 Ha scritto: Secondo voi si fa più sforzo a tener fermo ( o a far muovere) un oggetto controllandolo con materiali rigidi o con materiali più elastici?
bella domanda, racchiude l' essenza del rig.
la prima, sia della prima che della seconda.
amare le donne, dolce il caffe.
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#19
Semre queste considerazioni . si parla di scegliere un materiale adatto ad una barca a vela da crociera con un rig sicuramente non rigido che ha vele medie. Altrimenti non si aiuta l'amico che ha scritto
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#20
Smiley64
(18-03-2015, 17:59)fast37 Ha scritto: giusto per informazione e non per polemica, armare scrive questo:

Supponiamo di dover realizzare la drizza randa per una barca a vela “fast cruiser” di 42’ che partecipa spesso a regate e che viene utilizzata anche come barca da crociera. Riteniamo indispensabile debba essere di ottima qualità, cioè con alto carico e basso allungamento, per non costringere l’equipaggio a continue regolazioni.

Partendo da queste considerazioni e comprese le caratteristiche di tutti i prodotti, decidiamo di scegliere un articolo della “Racing Line”, che garantisca prestazioni ottime per il tipo di barca e per il nostro utilizzo, puntando su una cima con anima in Dyneema SK75. Fare attenzione alle sigle distintive di ogni prodotto in quanto esistono tre tipi di anime in Dyneema SK75. Le tre tipologie sono ben diverse fra loro ed illustrate separatamente. Esaminando più a fondo il Dyneema SK 75 HPS + PU rileviamo che ha l’anima trecciata in fibra Dyneema SK75, trattata con la speciale prestiratura a caldo HPS ed impregnata con il coating Poliuretanico denominato in breve PU. La treccia ottenuta permette di scalzare una parte della drizza, per renderla più leggera e più scorrevole sulle pulegge, in quanto l’anima è stata compattata dai due trattamenti sopraccitati (N.B. per essere scalzata basterebbe il PU che protegge le fibre dall’abrasione e le mantiene legate fra loro).
Trattandosi di una drizza, quindi utilizzata su stopper e winch, è fondamentale scegliere una costruzione a doppia treccia. Visto che fra tutte le manovre a bordo, la drizza randa è quella che ha il più basso numero di movimentazioni; riteniamo quindi che la calza PET, cioè in Poliestere Alta Tenacità, sia una scelta corretta. Normalmente lo stopper presente in barca ci da già un riferimento del diametro di cima che dovremo scegliere e così anche il self-tailing del winch, programmato per accogliere un certo diametro. Nel nostro caso il diametro corretto sarà il 10 mm.


Quindi il dsk 7i8 mi sembra assolutamente eccessivo. Noi abbiamo appena preso scotta randa nuova dsk 75, e facciamo regate.

Nessuna polemica, rimango della mia idea, se l'amico vuole mettere delle drizze in dyneema vuole dire che vuole avere un maggior controllo e costanza di prestazioni.... Ergo suggerisco il 78... Poi puo certo rimanere su un prestirato buono tipo t90....

Il 75 sulla mia barca sta sparendo perche se voglio fare regate lunghe ho valutato sia meglio il 78... Piu navigo meno creep voglio...
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