cosa fare se la randa rollabile si blocca a metà in navigazione ?
(06-12-2019, 14:06)Tatone Ha scritto: ...se dovessi andare in Atlantico certamente cambierebbe tutto e comprerei un Amel...
...forse allora dovrei comprarmi un cat come l'Outremer...

No, no si può andare con ciò che si . pensa sempre solo al . realtà ciò che cambia è la prospettiva...

Di rande "girevoli" che girano il mondo ce ne saranno a bizzeffe...
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(06-12-2019, 14:45)zankipal Ha scritto: Atlantico o Mediterraneo, il mare è mare e il vento è vento e l'onda corta è più pericolosa di quella lunga...

Mare è mare e vento è vento riconosco la tua . - parlando di ambienti marini differenti - una tra le varie e numerose differenze (il tipo d'onda) in parte la citi anche tu...
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Tatone, la barca tua è Sette volte migliore di un amel.
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(07-12-2019, 00:42)bullo Ha scritto: Tatone, la barca tua è Sette volte migliore di un amel.-

Grazie mille Bullo, anche per me è così, prima stavo veramente scherzando!!! Thumbsupsmileyanim
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Di Amel che girano pero ce ne, ergo quei rollaranda devono veramente funzionare bene.
Nn ho mai avuto l'opportunità di navigare su un Amel. A guardarli sembrano poco invelati con alberi bassi e sartiame sovradimensionato. Pozzetto centrale con sedile di guida ben riparato. Di certo ci vuole vento per muoverli.
Quando ti entra nelle vene, non puoi più farne a meno Sir Peter Blake
N.B.J.S. Erik Aanderaa Chi è in mare naviga, chi è a terra giudica
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(06-12-2019, 14:06)Tatone Ha scritto: Su questo hai perfettamente ragione, io faccio lo splendido in mezzo al Mediterraneo con la mia "furling mainsail" riducendo in totale sicurezza dal pozzetto almeno fino a forza 7/8, certo che se dovessi andare in Atlantico certamente cambierebbe tutto e comprerei un Amel, così con la randa steccata starei tranquillo. Smiley4
Ah, ma l'Amel non ha randa steccata? Oddio, e allora come faccio a sentirmi prudente? forse allora dovrei comprarmi un cat come l'Outremer? ma a me i cat non piacciono... Vuol dire che sono un IMPRUDENTE? o magari senza la R? 797979
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Io parlo di Amel con maestra con le stecche corte, avvolgibile. Si riduce abbastanza bene, stando in pozzetto, (io l'ho fatto con max 35kn più o meno al traverso) perché ha due motori sincronizzati, uno per la base ed uno per l'avvolgitore. Di conseguenza si riesce a ridurre limitando le piegacce perché si tiene sempre in leggera trazione anche la base lasciando al boma la possibilità di alzarsi un po.
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Tornando alla domanda originaria del filo, "cosa fare se si blocca", si potrebbero anche immaginare risposte solo specifiche al caso di bloccaggio, al di la' di "a me non si blocca mai". Metti che si rompa l'ingranaggio...
Chiaro discorso valido per qualsiasi tipo di randa, rollabile carrelli inferita ecc.

Rande rollabili non conosco; la mia con i carrelli a sfera ha cercato di rimanere su una volta, facendo sbattere e tira tira sono riuscito a farla venire giu', se non fosse venuta giu' avevo pensato di salire su con una mazza per cercare di sbloccarli. Se non fossero venuti giu', sfilare i perni degli attacchi delle stecche, lavoraccio ma fattibile.
Il problema erano le biglie deformate -e tanta strada con i terzaroli- le ho cambiate tutte con del torlon e per ora tengono molto meglio.
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se si blocca chiusa l' unico modo per riaprirla senza coltello e bansigo e' sposare il carrello in varea e darci di winch.

se si blocca tutta aperta c'e' qualcosa di rotto nel meccanismo di chiusura.

e' il bloccarsi che non deve succedere.
mai sentito chiedere come fare se si blocca il rullafiocco?
e perche dovrebbe bloccarsi se i carrelli mentre lo avvolgi rimangono dove stanno con la vela aperta?

dalle foto mi par di capire che @caimano e' passato alla bandiera maltese... opss al modo.. e con tanto di circuito vocato!
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amare le donne, dolce il caffe.
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l'avvolgiranda avvolge su altezza e base
quando diventa vecchia la randa si attribuisce una terza dimensione che e la profondita
che non viene avvolta ma diventa una serie di pieghe che vanno nell'albero
e che danno problemi sia nell'avvolgimento sia in uscita
o si cambia o si interviene (ammesso che ne valga la pena) sulla vela
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Esperienza personale, qui riportata.
Anche con vela in ordine il funzionamento di un avvolgiranda si rifà ad un concetto puramente geometrico.
Meglio, in avvolgimento comanda il tubo che avvolge la vela in tutta l'altezza e, salvo avvolgimenti a capocchia con vela che sbattacchia da tutte le parti e conseguenti piegone, tutto finisce normalmente bene.
In fase di apertura invece comanda il tamburo che nel mio caso ha la vitona dove è avvolta la cima. Se il tesabase, invece di tirare la base che fa girare il tamburo, va a tirare la balumina, il rotolo della vela si pianta sulla canaletta e la festa finisce.
Il sistema "maltese" evita questo incidente e il tesabase tira appunto la base che fa girare il tamburo (che trascina in rotazione il tubo) consentendo l'uscita della vela senza forzare il rotolo in tutta la sua altezza.
I produttori di avvolgiranda fanno. credo, il carrello libero perché altrimenti dovrebbero dotare lo stesso di un comando di regolazione del cammino del carrello lungo il boma per consentire il posizionamento dello stesso in caso di riduzione tela. Ma, si sa, certe finezze costano in sede di produzione in serie.
La regolazione del carrello, peraltro, è una innovazione abbastanza banale che ciascuno può realizzare.
Io ho navigato la scorsa estate con un semplice blocco del carrello in varea che sganciavo in sede di riduzione tela, per poi riprenderlo in fase di successiva riapertura della vela.
Se poi qualcosa non va nel tamburo, vedi cuscinetti od altro, ha ragione ZK, non è colpa della vela ma del meccanismo.
A proposito, qualche anno fa avevo cambiato la cima di avvolgimento, un buon prestirato da 10. Ho scoperto che il prestirato si era gonfiato diventando 11,5. Si incastrava fra vite e carter, frenando pesantemente il tutto.
Risolto con nuova cima dynema da 10 e allontanando per prudenza il carter dalla vite di un paio di mm
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(09-12-2019, 23:21)ZK Ha scritto: se si blocca chiusa l' unico modo per riaprirla senza coltello e bansigo e' sposare il carrello in varea e darci di winch.

se si blocca tutta aperta c'e' qualcosa di rotto nel meccanismo di chiusura.

e' il bloccarsi che non deve succedere.
mai sentito chiedere come fare se si blocca il rullafiocco?
e perche dovrebbe bloccarsi se i carrelli mentre lo avvolgi rimangono dove stanno con la vela aperta?

dalle foto mi par di capire che @caimano e' passato alla bandiera maltese... opss al modo.. e con tanto di circuito vocato!
Smiley32Smiley32Smiley32
Come ho già scritto a Tatone in privato (poi ho pubblicato le foto sul 3D pubblico) alla prima occasione, cioè domenica, ho voluto fare, in porto, l'esperimento del blocco del carrello (provvisoriamente una legatura che lo fissa alla varea, vedi foto), ed ho provato a avvolgere/svolgere solo a mano la mia randaccia da 42mq.
Svolgendo ho avuto necessità del winch (cazzare quindi) solo nell'ultima parte della manovra.
Avvolgendo non ho avuto necessità di azionare con la manovella il meccanismo avvolgitore sull'albero, è mi è bastato operare sul loop che mi arriva in pozzetto: tutto a mano salvo, ancora una volta, l'ultimo tratto, ma mancava pochissimo all'avvolgimento completo.
In questa fase di avvolgimento il boma alto mi ha fatto arrivare, a vela tutta arrotolata, il punto di scotta più in alto rispetto alla mia abitudine (secondo me in modo negativo).
Ti dirò che non ho trovato differenze rispetto al solito.
@ZK:HO SCOPERTO l'esistenza a mezzo boma di un fermo che impedisce al carrello di avvicinarsi troppo all'albero. Non ci avevo mai fatto caso (vedi foto): ti risulta che una cosa del genere sia standard o si tratta dell'innovazione del precedente proprietario? Con Tatone abbiamo convenuto essere un metodo maltese a metà.
Quanto alla mia conversione al metodo maltese tout court... chi vivrà vedrà: sistema che funziona non si cambia
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(10-12-2019, 13:07)Luciano53 Ha scritto: Esperienza personale, qui riportata.
Anche con vela in ordine il funzionamento di un avvolgiranda si rifà ad un concetto puramente geometrico.
Meglio, in avvolgimento comanda il tubo che avvolge la vela in tutta l'altezza e, salvo avvolgimenti a capocchia con vela che sbattacchia da tutte le parti e conseguenti piegone, tutto finisce normalmente bene.
In fase di apertura invece comanda il tamburo che nel mio caso ha la vitona dove è avvolta la cima. Se il tesabase, invece di tirare la base che fa girare il tamburo, va a tirare la balumina, il rotolo della vela si pianta sulla canaletta e la festa finisce.
Il sistema "maltese" evita questo incidente e il tesabase tira appunto la base che fa girare il tamburo (che trascina in rotazione il tubo) consentendo l'uscita della vela senza forzare il rotolo in tutta la sua altezza.
I produttori di avvolgiranda fanno. credo, il carrello libero perché altrimenti dovrebbero dotare lo stesso di un comando di regolazione del cammino del carrello lungo il boma per consentire il posizionamento dello stesso in caso di riduzione tela. Ma, si sa, certe finezze costano in sede di produzione in serie.
La regolazione del carrello, peraltro, è una innovazione abbastanza banale che ciascuno può realizzare.
Io ho navigato la scorsa estate con un semplice blocco del carrello in varea che sganciavo in sede di riduzione tela, per poi riprenderlo in fase di successiva riapertura della vela.
Se poi qualcosa non va nel tamburo, vedi cuscinetti od altro, ha ragione ZK, non è colpa della vela ma del meccanismo.
A proposito, qualche anno fa avevo cambiato la cima di avvolgimento, un buon prestirato da 10. Ho scoperto che il prestirato si era gonfiato diventando 11,5. Si incastrava fra vite e carter, frenando pesantemente il tutto.
Risolto con nuova cima dynema da 10 e allontanando per prudenza il carter dalla vite di un paio di mm
Caro Luciano, potresti pubblicare alla prima occasione la foto del tuo meccanismo di avvolgimento all'albero?? io pubblico la foto del mio. Giusto per capire se stiamo parlando di un sistema analogo, grazie


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(10-12-2019, 13:07)Luciano53 Ha scritto: ......... Se il tesabase, invece di tirare la base che fa girare il tamburo, va a tirare la balumina, il rotolo della vela si pianta sulla canaletta e la festa finisce.
Il sistema "maltese" evita questo incidente e il tesabase tira appunto la base che fa girare il tamburo (che trascina in rotazione il tubo) consentendo l'uscita della vela senza forzare il rotolo in tutta la sua altezza.

Voi fate come credete, ma questo sistema è sbagliato.

La vela deve essere estratta trazionandola più o meno in linea con la mediana, che è ciò che avviene se il carrello scorre liberamente.

Se avete l'esigenza di utilizzare il sistema "maltese" significa che il vostro carrello ha problemi di manutenzione e/o di sfere e non scorre sotto carico verso poppa quanto dovrebbe fare.

Se la vela viene estratta tirandola dalla base che fa girare il tamburo e questo in alto "spinge" fuori la balumina che non è sufficientemente in trazione, un giorno o l'altro il rotolo di tessuto a mezza altezza si allargherà e si impegnerà nella fessura una piega di vela interna insieme con la balumina che esce .... che di solito è il motivo per cui le rande avvolgibili si incastrano.

...... ma, tranquilli, è l'ultima volta che lo dico Smiley2
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(10-12-2019, 16:00)albert Ha scritto: Voi fate come credete, ma questo sistema è sbagliato.

La vela deve essere estratta trazionandola più o meno in linea con la mediana, che è ciò che avviene se il carrello scorre liberamente.

Se avete l'esigenza di utilizzare il sistema "maltese" significa che il vostro carrello ha problemi di manutenzione e/o di sfere e non scorre sotto carico verso poppa quanto dovrebbe fare.

Se la vela viene estratta tirandola dalla base che fa girare il tamburo e questo in alto "spinge" fuori la balumina che non è sufficientemente in trazione, un giorno o l'altro il rotolo di tessuto a mezza altezza si allargherà e si impegnerà nella fessura una piega di vela interna insieme con la balumina che esce .... che di solito è il motivo per cui le rande avvolgibili si incastrano.

...... ma, tranquilli, è l'ultima volta che lo dico Smiley2

Naturalmente hai ragione, però ho cambiato le sfere, il carrello corre ma ... si pianta.
Che poi, non è che con il sistema maltese la balumina non vada in trazione, va meno che con il carrello, certo non sulla bisettrice.
Ho navigato quasi due mesi e ... sgratt sgratt... non si è mai formata la malefica piega interna.
Non sarà che con bandiera belga ...797979
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La mediana non è la bisettrice, Albert ha detto mediana.
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Penso che stiamo facendo una gran confusione. 27
Anzitutto, è necessario distinguere tra apertura e chiusura della vela.
In apertura è come dice Albert, la randa va estratta tirando in egual misura base e balumina, il che significa tirare lungo la linea mediana, che ha appunto la proprietà di dividere il triangolo in 2 triangoli di pari superficie. Il carrello di suo dovrebbe essere posizionato già per lavorare su quest'angolo e portarsi così la bugna verso poppa. Naturalmente, se il carrello scorresse male il tiro andrebbe tutto sulla balumina, è dunque importante assicurarsi del perfetto scorrimento del carrello appunto. Inoltre, importante è il ruolo del vang o dell'amantiglio del boma, il cui compito è evitare che il peso del boma possa gravare sulla balumina, "tirandola" troppo in svolgimento rispetto alla base e provocando l'incastro della base stessa per "abbondanza" di tessuto.
In chiusura invece è dove casca l'asino e dove spesso si fanno i danni più importanti (avvolgendo male il "rullo" e creando così le condizioni per un mancato completo avvolgimento o, peggio, per l'incastro, che potrebbe poi manifestarsi nella successiva apertura). In chiusura infatti, ci si trova assai più spesso con il boma basso per effetto delle regolazioni in navigazione e ci si dimentica di portare il boma stesso alla giusta altezza di avvolgimento. Che invece è fondamentale. Quindi, prima cosa è alzare il boma nella posizione in cui la balumina si scarica e rimane appena puntata. Seconda cosa è lascare la scotta gradualmente mentre si avvolge, mantenendo sempre balumina e base appena puntate. In questo modo il carrello dovrebbe avanzare senza scaricare la base e caricare la balumina, come invece avviene in caso di boma troppo basso.
Ed è qui che il sistema maltese può aiutare e fornire una scorciatoia, lascio il boma basso, blocco il carrello in varea e avvolgo lascando gradualmente la base, che in questo modo lavora comunque in modo soddisfacente e permette di formare un rullo ottimale nell'albero.
Solito pippone, ma spero che possa essere chiaro e di aiuto a chi ancora si diverte con le rande avvolgibili! Smiley4
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no, il carrello che si ferma a meta boma non e' una mezza maltese, e' che oltre meta base non ha piu senso la "mano" immagino il cantiere risparmi, ed e' comunque meglio che la vela svergoli in modo autonomo, anche rispetto al volere dell' armatore.

dopo lo sblocco ho insegnato a tutti il modo maltese, e mi sembrano tutti molto meno soggetti ad ansie da apertura.

ha un po ragione @via col vento, le rande vecchiotte soffrono piu delle nuove e, di sicuro lo stress sulla balumina non le aiuta.

molte delle rande che ho visto hanno giro d' albero 0, o addirittura negativo, altre con giro positivo e stecche verticali sono deprimenti con le stecche che fanno le S anche dentro l' albero.

se non si riesce a fare tutto con le mani.. vuol dire che qualcosa non va.
amare le donne, dolce il caffe.
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Torno sul tema con un aggiornamento in seguito a una prova eseguita oggi: il carrello bloccato in fondo al boma sulla mia barca è un sistema che NON funziona bene. quello che succede è che la balumina non sta abbastanza tesa, quindi tende a fare delle pieghette. niente di che, esce lo stesso ma di sicuro non lavora meglio. per quanto mi riguarda non lo userò, manutenzione del carrello e basta. ogni sistema ha le sue caratteristiche evidentemente.


______________________
La calma è la virtù dei calmi
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Il fermo a metà boma o la rotaia lunga 3/4 del boma servono per avere un paranco 2:1 nella prima fase di apertura e c'è in tutti.

Cmq qui ognuno dice la sua e state mescolando sistemi meccanici differenti che hanno problematiche diverse, Gli Z-Spar hanno un problema di carter guidacima sul rocchetto che blocca il meccanismo e una rotaia sul boma che non regge i carichi, gli alberi Selden queste problematiche non ce l'hanno ma in compenso hanno il taglio dell'albero è troppo grande che favorisce l'uscita della balumina insieme ai giri di vela ancora avvolti, in oltre la sagoma dell'estruso dell'albero ha un "riccio" vicino al taglio dove in alcuni casi si incastrano le stecche.
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