(10-10-2021 19:53)Sikander Ha scritto: Ciao, visto che mi sembri già da subito un pó "lanciato" ti dico giá adesso che non voglio fare nessuna polemica. Appurati i miei fini pacifici, non io che sono il sig. Nessuno che costruisce una barca per diletto, ma utenti più esperti su questo forum, tra cui il citato Hal9001, ma anche altri, hanno più volte scritto non ieri, ma nel corso di vari anni sul forum, che per fare una certificazione ai sensi dell'articolo 5 del D.M. 146/2008 occorrono alcune centinaia di euro, se tutto é già pronto. Io ho presentato un progetto con calcoli e disegni, già pronti. Quello che per te é uno scandalo per il prezzo troppo basso, dopo quello che ho visto e sentito, per me é semplicemente un prezzo onesto per un lavoro di verifica che impegna una giornata. Il resto é relativo, a seconda della quantità di documentazione che deve essere integrata. Nel mio caso c'è già tutto. E se domattina qualcuno cambiasse idea e mi chiedesse di più, risponderei che preferisco fare il tonnage con bandiera maltese o andare in Francia. Non mi dilungo oltre.
P.S. In Italia lo stipendio medio mensile sono 1200 euro, facendosi il cu...o per un mese. Non so quale sia il tuo tenore di vita ma 1000 euro per me son soldini.
Se non vengono fornite risposte alle domande che pongo, non riesco a capire.
A me preoccupa che si mettano in giro unità da diporto fino a 24 m di lunghezza (perché questo è il caso di cui si sta qui disquisendo, e se la cosa è applicabile ad una barca che non sappiamo se è da 3 m di lunghezza, o tre volte tanto, da 9 m di lunghezza, cosa che non mi pare sia stata specificata, nulla cambia in via di principio), pur costruite con la massima buona volontà e tutto l'entusiasmo che si vuole, da chi non dispone di un ufficio tecnico, di un reparto produzione con delle regole e dei controlli terzi, di una sezione collaudo separata, ebbene, questo mi genera preoccupazioni.
Si è qui parlato di impianto elettrico: quindi escludiamo che si tratti di una barca da 3 o 4 m di lunghezza. Pure di 5 o 6, probabilmente. Sarebbe tutto inchiostro risparmiato se almeno si fosse accennato a che dimensione di barca ci si stava riferendo.
Diamo per scontato (dato il sito) che sia una barca a vela.
Avrà il motore ausiliario? Non l'avrà? Mah ...
La cosa non è secondaria, perché la presenza del motore comporta una serie di verifiche costruttive non da poco (come chiunque qui capisce).
Ma io sono costruttore e quindi faccio solo qualche minimo esempio su questo tema specifico e limitatissimo (ma per ogni aspetto di altre sistemazioni, impianti e soluzioni costruttive adottate, si potrebbe riempire qualche pagina in modo analogo).
Robustezza dei basamenti del motore, solidità dell'elemento di supporto dei piedini motore (blocco resinato? Contropiastre acciaio? Laminato strutturale rinforzato? Fascettature? Compensato corazzato? Che essenza si è usata? Resistenza ai derivati del petrolio? Trattamenti superficiali isolanti?), criteri seguiti per l'allineamento asse (piedino esterno o cavalletto? Boccola autocentrante? Materiali?), fissaggio dell'astuccio e sua ispezionabilità, presenza o meno del circuito di raffreddamento della tenuta asse, ventilazione del vano motore (forzata o naturale, e, nel caso, con le sezioni di passaggio adeguate? Altezza bocche aspirazione e mandata?), rispetto dei requisiti di non trasmissione fiamma dei rivestimenti adottati nel vano (fissaggi? Colle o arpioni? Se colla, di che tipo? Superficie esposta bonificabile dai vapori infiammabili o meno?), marcatura UNI dei tubi flessibili per alimentazione e ritorno gasolio, collegamenti acqua mare e scarico con doppia fascetta o meno, presenza e funzionamento del sistema di intercettazione a distanza gasolio, posizione del relativo comando, targhettatura dello stesso (cavo push-pull o solo tiro?), passaggi di cablaggi elettrici alla distanza prescritta dalle parti calde del motore, tipo e marcatura dei cavi elettrici presenti (se idonei ad uso marino, non supportanti fiamma al cessare dell'innesco, sviluppo di fumi tossici dalle guaine quando esposti a fiamma, fascettature di fermo disposte con il passo previsto, eventuali conduit a norma o meno, imbando cavi per vibrazioni /oscillazioni motore, ecc...), accessibilità parti motore ed invertitore per i controlli/manutenzioni previste (in accordo con le istruzioni del costruttore motore ed invertitore), presenza e validità delle certificazioni del costruttore motore per le emissioni, verifica che il tipo di scarico adottato non modifica le emissioni stesse, percorso dei cavi meccanici Morse (se presenti e non si tratta di controllo cablato elettronico, che comporta altre verifiche...) di telecomando motore ed invertitore, fissaggio degli stessi, per impedire che diventi inefficiente o difettoso con le inevitabili vibrazioni, terminali su motore ed invertitore con frenature adeguate anti-svitamento, accessibilità del filtro raffreddamento acqua mare, della valvola di presa a mare, delle fascette di serraggio degli spezzoni di tubo, tipo di passascafo e valvolame adottato (certificazioni? Materiali con rischio corrosione galvanica? Calcolo masse zinchi?), disposizione delle tubolature dei collegamenti al motore e loro fissaggio, adeguatezza dei supporti elastici alla spinta generata dall'asse ed alla massa del motore/invertitore (troppo cedevoli? Troppo duri?), posizione vaso espansione circuito sigillato (se esistente) per verifica livello e rischio svuotamento in caso avaria circuito, pericolosità organi in movimento motore rispetto a manovre da effettuarsi comunque nell'uso regolare, eventuale derivazione per scaldaacqua (materiali, possibilità intercettazione loop in caso perdite, ecc...), elica adeguata (causa sovraccarico, con emissioni di incombusti e rischio danno al motore?), collegamenti al quadretto di comando, funzionalità e taratura allarmi, posizione presa a mare assicura che non venga aspirata aria in navigazione con mare formato, presenza o meno sistema antisifone acqua mare in funzione delle altezze del riser scarico motore, ecc..., funzionalità dello stesso ed accessibilità per controllo, ...
Mi fermo qui, ma spero di aver reso l'idea. Se mi metto a fare analogo elenco per tutto il resto, una timoneria a frenelli, o se volessimo andare sulle strutture della barca, sul famoso impianto elettrico, qui ci passiamo svariate ore.
Sia chiaro: ciascuna delle cose elencate, da verificare come ideazione, come scelta progettuale, come rispondenza alle linee guida RSG, alla normativa adottata, come materiali acquistati, come installazione, come collaudo fatto, è in grado di causare una avaria seria in mare, con rischio consistente per l'equipaggio.
Nei cantieri, il rischio che un errore, una dimenticanza, una distrazione in progetto o montaggio possa causare un pericolo che non viene rilevato da chi fa la cosa per primo, è limitato dal fatto che non è mai la stessa figura che progetta, assembla, costruisce e collauda, ma ciascuno rimette le mani là dove altri prima hanno lavorato e più facilmente può rendersi conto dell'errore in agguato. Poi, alla fine, interviene comunque un soggetto terzo, che ricontrolla tutto prima che il manufatto vada in mano all'utilizzatore.
Eppure, la valanga di cose sbagliate, mal fatte, imperfette, montate male, non strette a dovere, messe al contrario, dimenticate, ecc... riempie pagine e pagine ad ogni passaggio di test.
Ed il cliente, alla fine, ne trova ancora altre e si incazza (giustamente).
Chi autocostruisce, poi ci andrà per mare, inviterà anche lui amici a bordo, ci porterà i bambini suoi e quelli dei suoi amici. Tutto OK?
Do assolutamente per scontato che avrà pensato, progettato, comprato, assemblato, collaudato tutto con una cura ed uno scrupolo che supera di gran lunga l'impegno che ci mettono le 15 persone che su ogni barca "di cantiere" lavorano ogni giorno (in media) per tirare fuori un prodotto solido e sicuro, ma vogliamo riconoscere che un qualche valore l'esperienza lo ha? Che la disponibilità di attrezzature professionali, di conoscenza tecnica di base un valore lo ha? Che la fase finale di controllo e collaudo "terzo" un suo peso ce l'ha?
Su quella barca autocostruita, al minimo, ci avranno lavorato due soggetti: l'autocostruttore e poi il tecnico dell'Organismo Notiificato che dovrà redigere quella benedetta "Attestazione di idoneità": veramente qualcuno si aspetta che con un migliaio di euro (inclusa trasferta e tasse, visto che il "nostro" autocostruttore non fa alcun riferimento al "valore" di una tal verifica, ma solo al suo "costo", e quindi per lui anche l'IVA è un costo, non essendo un cantiere) si possa compiere una tale opera di riesame e verifica su un manufatto della complessità di una barca? Con tutte quelle centinaia di interfacce tra componenti, elementi, impianti, particolari di allestimento?
"... una giornata di lavoro ...".