In banchina qualcuno ha richiamato un detto di un'alto magistrato che più o meno recita così: 'in italia le leggi sono tali che tutti potrebbero essere messi in galera.....sono i magistrati che decidono chi ci va e chi sta fuori...'
In questo campo è la stessa cosa: le leggi sono tali che se ci si attenesse nessuno potrebbe lavorare sulle barche.....sono i cantieri che decidono chi sta dentro e chi sta fuori.
In realtà non è proprio così, ma se gli artigiani del cantiere possono accedere liberamente alle barche perchè il responsabile 'si fida' (salvo poi che cadano in un passo d'uomo aperto)....gli esterni devono sottostare ad una trafila scoraggiante e costosa.
Anch'io ho a che fare con marine e cantieri nella mia attività.
Direi che una cosa sono i lavori eseguiti sulla barca in acqua in area in concessione demaniale, un'altra quelli eseguiti in area privata di cantiere che, in quanto cantiere, ha i suoi operai ed eventuali artigiani convenzionati e dunque non è così contento di avere altri che lavorano a casa sua.
Comunque, se volessimo agire sulla barca in terra a norma di legge, ovvero col DUVRI e annessi, vi prego di dare una letta a questo:
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Se non ci foste arrivati
, quando la barca è in terra, per potervi accedere ed eseguire lavori (nel mio caso semplicemente montare e smontare vele o montare tendalini o anche solo prendere delle misure) deve essere installato detto parapetto....oppure in subordine l'operatore deve essere abilitato e deve provvedere ad assicurarsi come per i lavori in quota (vedi sotto).
Se il cantiere non vuole far salire a bordo l'operatore, dunque, è sufficiente che chieda di ottemperare a questo dpr e, a meno che non si stia parlando di rifare tutto un ponte in teak, rinuncerà al lavoro.....perlomeno finchè la barca è sull'invaso.
E appunto già che ci siete, se avete tempo, date una letta anche a questo:
http://www.lavoro.gov.it/NR/rdonlyres/10...daFuni.pdf
Ciao