Citazione:zappaman ha scritto:
controlla la tensione delle draglie perchè se è elevata quando all'ormeggio il parabordo (fissato alla draglia) 'tira' , la base si rompe o il candeliere esce dal bicchiere.
- Riduci la tensione
- Fissa i parabordi in modo diverso
b.v.
E quando un tipo, che gira per la coperta con un mare formato che salta su da tutte le parti (capita a volte di doverlo fare), e la barca sgroppa, e il tipo, per non finire in mare, cade sopra le draglie e ci si aggrappa con tutti il suo centinaio di chili (70/80 chili di porcello, più cerata, maglione e calzoni bagnati e stivali pieni d'acqua), cosa gli dici: 'Non ti aggrappare perché le draglie vanno in tensione e si rompono le basi dei candelieri ?' [:246]
Pochi lo considerano, cantieri scellerati per primi, ma l'accrocchio candelieri, basi, draglie, deve essere una delle duemila cose solidissime in una barca a vela.
Se c'è il timore che si disfino, anche solo per un parabordo fissato, meglio togliere tutto come nelle vecchie barche da regata: nulla è più pericoloso per mare di una falsa sicurezza.
Poi ci sono le regole....Primo non cadere in mare, secondo una mano per sé e una per la barca, terzo legarsi con una coda solida a un punto resistente, quarto eccetera.
Ma capita, capita anche molto di frequente e nonostante tutto, che il tipo decida di prendere un bagno, e lo decide sempre (ma guarda tu che tipo estroso) nel momento meno opportuno; ecco che allora ci si ricorda di tutte le chiacchiere sentite e risentite.
Ed in un flash, prima d’incominciare a bere acqua salata, si ripercorrono tutte le tappe dell’avventura e ci si ricorda…..:
cintura di sicurezza (ma sì, non serve ancora, cosa vuoi che sia un po’ di mare al buio, ma cacchio perché non l’ho messa),
giubbetto (era scomodissimo, e senza faceva figo e gran marinaio che “non deve chiedere mai”, ma cacchio perché non l’ho messo),
life line (quel cordino sempre in giro per la coperta rompeva le palle a tutti, ma cacchio perché non l’ho messo),
la coda con i moschettoni (sempre in mezzo ai piedi con quei dannati moschettoni che sbattevano dappertutto e si dovevano sempre incocciare da qualche parte, ma cacchio perché non l’ ho messa),
camminare quatti e ginocchioni per la coperta (ma si sembriamo delle scimmie e poi, ho un ottimo equilibrio e guarda che fisico, ma cacchio perché non sono andato in giro schiscio).
E mo’ cosa ci faccio con sta’ draglia in mano, doveva rimanere fissata ai candelieri, non venirmi dietro a rompere inutilmente le glorie….e sto’ candeliere, che ci fa attaccato alla draglia, alla barca doveva restare attaccato, alla barca, non venirmi dietro, e pensare che non ci attaccavo nemmeno i parabordi per non rischiare d’indebolirlo, ma cacchio….glu, glu, glu.
Non capita sempre agli altri, a volte capita anche a noi.
Tempo fa leggevo un interessante articolo sui ritrovamenti in mare, vi si diceva che statisticamente un buon numero di persone ripescate in mare, vuoi annegate, vuoi assiderate, avevano la cerniera dei pantaloni aperta e/o la salopette della cerata abbassata: una pipì costata cara.
Meditate gente, meditate.
Morale di tutta questa spatafiata: smonta tutto, salda bene con rinforzi e, se serve, fai un nuovo bicchiere, rimonta con perni passanti e contro piastra sotto, draglie ben impiombate e tese al giusto punto.
Se i parabordi appesi, anche male, creano dei problemi a candelieri e draglie…beh, fatevi delle domande e datevi delle risposte.
E, quando prima del gran passo andate a vedere una barca, cadete sulle draglie e prendete a calci i candelieri, se il venditore o il tecnico del cantiere obiettano, fategli leggere sta’ cosetta qua, perché per mare il tizio c’è andato pochino.