02-07-2013, 20:43
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 02-07-2013, 20:46 da Nicoblu.)
Ciao,
ho un FD e quindi faccio uso del vang in regata, ma dopo un bel po' di anni che navigo sia su derive che cabinati da crociera non credo di essermi fatto un'idea precisissima riguardo il vang.
Secondo me gli effetti tra deriva e crociera sono in linea di massima gli stessi, ma molto meno evidenti sul crociera.
Provo a buttare giù 2 idee per discuterne:
1) il vang aiuta il boma a non alzarsi eccessivamente e non imbizzarrirsi quando il paranco della randa, data l'andatura o la condizione di vento, non opera + sulla caduta verticale del boma.
Gli scenari possono essere per esempio andature al lasco o al traverso magari con vento forte (dove il boma tende a sollevarsi), oppure anche una bolina con vento forte e magari rafficato dove è necessario lascare all'occorrenza la randa per diminuire lo sbandamento.
Quindi direi che una prima considerazione importante è che il vang in queste condizioni è fondamentale per tenere il boma fisso verso il basso. Per esempio questo è molto utile anche sul corciera.
2) il vang aiuta, insieme ad altre regolazioni (per esempio il belin), a incurvare albero e boma per appiattire la randa.
Cerco di spiegarmi: la forma della randa ha un 'eccesso di tessuto' (+ o - evidente a seconda della barca) sulla base e sull'inferitura (in pratica nella randa non c'è un allunamento solo in balumina, ma anche su base e inferitura). Con albero e boma perfettamente dritti il tessuto in eccesso crea pancia (viene in pratica 'spinto verso il centro della vela'), quindi ingrassa la randa, ideale per poco vento per aumentare portanza e resistenza a seconda dell'andatura. L'angolo di attacco del vang sul boma tira + verso prua rispetto al paranco della randa (teniamo anche conto che non tutti i paranchi della randa lavorano al centro del boma, alcuni per esempio prendono a poppa, quindi non piegano comunque il boma anche se cazzati a ferro) e quindi cazzando a ferro il vang, questo spinge il boma in avanti, portando il punto di trozza in avanti e di conseguenza piegando l'albero verso prua. In più abbassa il boma ( di bolina in pratica lavora insieme al paranco della randa) tira verso il basso la balumina che contribuisce anch'essa a piegare l'albero.
A questo punto il boma è incurvato verso il basso e l'albero incurvato verso prua, e queste curve permettono di stendere quell'eccesso di tessuto su base e inferitura della randa, appiattendola.
Chiaramente + la barca è grossa e impostata su un concetto di crociera + questa regolazione per dare forma alla randa viene meno, o meglio + che venir meno direi che è meno evidente, ma anche se in maniera ridotta l'effetto c'è e il concetto rimane.
Attendo un confronto
Sono prolisso lo so ma oggi ho voglia di parlare di vela, le ferie sono vicine
ho un FD e quindi faccio uso del vang in regata, ma dopo un bel po' di anni che navigo sia su derive che cabinati da crociera non credo di essermi fatto un'idea precisissima riguardo il vang.
Secondo me gli effetti tra deriva e crociera sono in linea di massima gli stessi, ma molto meno evidenti sul crociera.
Provo a buttare giù 2 idee per discuterne:
1) il vang aiuta il boma a non alzarsi eccessivamente e non imbizzarrirsi quando il paranco della randa, data l'andatura o la condizione di vento, non opera + sulla caduta verticale del boma.
Gli scenari possono essere per esempio andature al lasco o al traverso magari con vento forte (dove il boma tende a sollevarsi), oppure anche una bolina con vento forte e magari rafficato dove è necessario lascare all'occorrenza la randa per diminuire lo sbandamento.
Quindi direi che una prima considerazione importante è che il vang in queste condizioni è fondamentale per tenere il boma fisso verso il basso. Per esempio questo è molto utile anche sul corciera.
2) il vang aiuta, insieme ad altre regolazioni (per esempio il belin), a incurvare albero e boma per appiattire la randa.
Cerco di spiegarmi: la forma della randa ha un 'eccesso di tessuto' (+ o - evidente a seconda della barca) sulla base e sull'inferitura (in pratica nella randa non c'è un allunamento solo in balumina, ma anche su base e inferitura). Con albero e boma perfettamente dritti il tessuto in eccesso crea pancia (viene in pratica 'spinto verso il centro della vela'), quindi ingrassa la randa, ideale per poco vento per aumentare portanza e resistenza a seconda dell'andatura. L'angolo di attacco del vang sul boma tira + verso prua rispetto al paranco della randa (teniamo anche conto che non tutti i paranchi della randa lavorano al centro del boma, alcuni per esempio prendono a poppa, quindi non piegano comunque il boma anche se cazzati a ferro) e quindi cazzando a ferro il vang, questo spinge il boma in avanti, portando il punto di trozza in avanti e di conseguenza piegando l'albero verso prua. In più abbassa il boma ( di bolina in pratica lavora insieme al paranco della randa) tira verso il basso la balumina che contribuisce anch'essa a piegare l'albero.
A questo punto il boma è incurvato verso il basso e l'albero incurvato verso prua, e queste curve permettono di stendere quell'eccesso di tessuto su base e inferitura della randa, appiattendola.
Chiaramente + la barca è grossa e impostata su un concetto di crociera + questa regolazione per dare forma alla randa viene meno, o meglio + che venir meno direi che è meno evidente, ma anche se in maniera ridotta l'effetto c'è e il concetto rimane.
Attendo un confronto

Sono prolisso lo so ma oggi ho voglia di parlare di vela, le ferie sono vicine
