Sistema di ormeggio facile.
Forse a qualcuno può servire, vederlo e farlo è più semplice che spiegarlo.
Se non serve si può cancellare il post.
Non ho inventato nulla, ho solo arricchito un sistema molto semplice in uso in alto Adriatico.
In barca sono spesso da solo o “quasi solo”, per questa ragione rientrando all’ormeggio mi devo arrangiare.
Per questo motivo ho messo due cime, una per bordo, dalla briccola alla bitta del pontile; sono ben tesate e su di ognuna ho fatto tre gasse: una verso prua, una al centro ed una verso poppa, su quella di prua c’è un piccolo moschettone, su quella di centro è dato volta lo spring, su quella di poppa è incocciato un moschettone di congrua misura. I quattro moschettoni sono guarnirti con pezzetti di tubo e così, quando la barca si sposta per il vento, battendo sulla murata non fanno baccano e non rovinano la vernice.
Prima di mollare gli ormeggi, aggancio i due moschettoni di poppa, uno per bordo, alle draglie che dall’ultimo candeliere vanno verso poppa, vicino al timone (così la barca sta ferma), poi mollo le cime di poppa e gli do volta con due colli subito prima del moschettone, vado a prua, mollo le cime di prua e le infilo penzolanti nei piccoli moschettoni di prua, rientrando in pozzetto mollo gli spring e li appoggio sulla cima in tensione dandogli un paio di colli morti. Rientrato in pozzetto, sgancio i moschettoni, do motore e me ne vado.
Le varie cime stanno ben ferme dove le ho messe e non vanno in acqua.
Al ritorno, entrato fra le briccole solitamente in retromarcia, agguanto una delle due cime in tensione tra briccole e bitte di pontile, da dritta o da sinistra a seconda del vento, (mi basta allungare un braccio dal timone), prendo uno dei due moschettoni e lo riaggancio alla draglia, poi col mezzo marinaio prendo l’altro moschettone ed aggancio anche quello alla draglia.
A questo punto la barca è ferma, tenuta in mezzo alle briccole e non batte sul pontile perché l’ultimo candeliere fa da fermo, può accostare a dritta o a sinistra per il vento, ma appoggiandosi alle cime in tensione si muove di pochissimo e non si traversa.
Vado a prua e col mezzo marinaio accosto le due cime in tensione, prendo le cime di ormeggio di prua e gli do volta, rientrando in pozzetto do volta agli spring.
Rientrato a poppa, le cime ormeggio di poppa sono già a portata di mano e do loro volta, sgancio i moschettoni ed il gioco è fatto.
Sulle cime di ormeggio ho cucito delle spie che mi danno la misura giusta alla quale dare volta.
Il tutto richiede meno di cinque minuti.
Ho rivestito le briccole con due di quei materassini di gomma che si usano nelle palestre per il corpo libero, e quando con vento un po’ teso mi ci appoggio non fanno danni.
Fino a 25 nodi di reale funziona, oltre non ho ancora provato.
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La cimetta bianca che si vede nella gassa è del vicino che ne approfitta.
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Ricordo che quando ero in Liguria e l’ormeggio era su catenaria con trappa al pontile, mi venuto in mente di usare due pezzi di vecchia canna da pesca.
Erano lunghi circa un metro e venti, erano fissato al pontile uno per lato e sulla sommità avevo messo due vecchi scalmi di plastica.
La trappa, affondata invece di penzolare dal pontile era passata nella bocca dello scalmo insieme ad una volta della cima di ormeggio di poppa.
All’arrivo, con una sola passata di mezzo marinaio recuperavo a bordo trappa e cima di poppa.
Io lo trovavo comodo e veloce.