Brutta giornata piove, allora ecco mi regalo (ieri era il mio compleanno) il ricordo di una barca classica che, secondo me, tenendo conto dei seguenti parametri:
- validità del progetto, progettista
- livello costruttivo, cantiere
- estetica
- prestazioni
E' la n° 1 della mia personale classifica:
cliccate sulle foto che ne vale la pena
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Progetto sparkman & Stephens n°1961 del 1969, costruzione Cantiere Carlini per l'ing. Raffaelli che ne sarà l'armatore per più di trent'anni (fino al 1993).
Il Tarantella è una barca che patecipato a tante regate, incredibilmente competitiva per vent'anni.
due volte campione del Mediterraneo, ha partecipato all'Admiral's cup del 1971, tante volte alla Giraglia, arrivando sempre nelle prime posizioni, vincendola nel 1975 e arrivando varie volta seconda, persino nell'edizione del 1989, l'anno dopo poi ha vinto a Barcellona la Copa del Rey.
Pur essendo stata progettata secondo la formula di stazza RORC è sempre stata competitiva anche con l'avvento dello IOR, tanto che si dice che Stephens in persona sia intervenuto in cantire apportando alcune modifiche proprio in vista dell'avvento dello IOR l'anno seguente, daltronde lui era il presidente del comitato.
Neanche a dirlo Tarantella si è piazzata prima anche nelle regate del Revival IOR del 2010.
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Con lei parole come purosangue e Stradivari dei mari si sprecano.
Me la ricordo a Lavagna impeccabile con lo scafo a coppale perfetto che metteva in risalto la perfezione del fasciame in mogano del maestro Carlini.
Con un simpaticissimo marinaio al quale io devo la segnalazione per l'acquisto del mio Alpa 12 70 tuga corta nel 1982.
Una caratteristica particolare del Tarantella era la doppia tuga, quasi tutti i progetti di quel periodo orientati alla regata di S&S avevano due ingressi: uno dal pozzetto direttamente nella cabina di poppa e l'altro più avanti che portava nel quadrato, normalmente l'ingresso era dall'alto della tuga, non proprio il massimo, qui invece in secondo ingresso ha una sua tughetta dedicata.
Si vede bene dalla foto senza albero e si vedono anche i Coffee grinder che equipaggiavano Tarantella fin dalla nascita.
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Gli interni erano confortevoli, per essere una barca dichiaratamente da regata, almeno per l'armatore che disponeva di una grande cabina di poppa con bagno en suite, cucina ben disposta, grande quadrato poi la prua invece era una grande cala vele.
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Le linee dello scafo erano ancora quelle derivate dai progetti precedenti a chiglia lunga con sezioni a V, la chiglia era ridotta e il timone, piccolo, montato ovviamente su skeg; per ovviare alla superficie ridotta del timone come gli altri progetti dell'epoca aveva il trimmer, un alettone sulla chiglia che aiutava il timone, poi scomparso per l'elevata penalizzazione con la formula IOR.
La suddivisione di superficie velica fra Randa e Genoa era ancora equilibrata, non si era ancora arrivati agli eccessi dello IOR con enormi genoa e piccole rande.
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Ancora oggi, rivedendola mi colpisce per l'eleganza del progetto e la perfezione della costruzione, è arrivata ai ns giorni dopo 45 anni con solo due proprietari e senza che siano mai stati fatti interventi che abbiano minimamente intaccato la bellezza originale, solo manutenzione ordinaria e la sostituzione del ponte in teak.
Chapeau...
Ogni tanto rivedere una barca del genere fa bene al cuore in un mondo sempre più triste ed omologato.