11-06-2014, 23:47
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 11-06-2014, 23:51 da IanSolo.)
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il concetto è che in un contenitore sigillato con un solo sfiato all'esterno difficilmente si creano condizioni per una deflagrazione,
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Non e' corretto. Nel vano batterie ci sono i cavi delle batterie che trasportano corrente e quindi, alla pari di ogni altro luogo con conduttori elettrici in caso di guasti si possono creare scintille micidiali per un ambiente chiuso saturo dei gas prodotti dall'elettrolisi dell'acqua, e' necessaria invece un'adeguata ventilazione (che, fra l'altro, e' cio' che le norme prescrivono).
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se accidentalmente le batterie "bollono" e l'H si mischia con l'aria all'interno della barca, se non c'è ventilazione, è molto più probabile (rispetto al contenitore chiuso con sfiato) che la miscela aria (ossigeno) e idrogeno abbia un rapporto stechiometrico
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Affermazione errata ! Quando le batterie "bollono" e' in atto l'elettrolisi dell'acqua e si sviluppano idrogeno e ossigeno proprio in proporzione "stechiometrica", questa e' la condizione piu' pericolosa, areando SI RIDUCE il rischio.
Il vero problema sta nell'amplissima gamma di rapporti percentuali per i quali l'idrogeno forma miscela esplosiva (circa fra il 4% e il 75%), ci vuole molta ventilazione per ridurre i rischi, se scarsa o addirittura assente come in un contenitore stagno il rischio aumenta.
Se poi vogliamo fare un po' di conti (a spanne per non tediare troppo) possiamo osservare che 18 grammi d'acqua sviluppano sotto elettrolisi 2 grammi di idrogeno e 16 grammi d'ossigeno, un metro cubo d'aria pesa intorno ai 1000 grammi quindi per raggiungere il minimo del 4% sono necessari 40 grammi di idrogeno e pertanto bisogna scomporre elettroliticamente ben 40/2*18=360 grammi d'acqua.
Una barca di 10 metri comporta un volume d'aria certamente superiore ai 10 metri cubi, per avere concentrazione esplosiva richiede quindi di elettrolizzare completamente oltre 3,6 litri di liquido !!!!! Praticamente non possibile con le normali batterie di bordo.
Il rischio di esplosione non e' quindi legato alla miscelazione con l'aria della barca ma piuttosto al confinamento dello spazio in cui sono alloggiate le batterie che, ovviamente, deve essere realizzato in modo da arieggiarsi liberamente il piu' possibile. Personalmente vedo una buona soluzione nell'avere tale vano comunicante con il vano motore dove il suo sistema di ventilazione e l'eventuale aspiratore provvedono alla necessaria operazione di ricambio.
(Qui www.vigilidelfuoco.pisa.it/area_r/formazione/rassegna_ist_web/cap_3/3_3.pdf si parla di batterie per carrelli, molto piu' grosse delle nostre ma i concetti di sicurezza sono abbastanza chiaramente trattati)
il concetto è che in un contenitore sigillato con un solo sfiato all'esterno difficilmente si creano condizioni per una deflagrazione,
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Non e' corretto. Nel vano batterie ci sono i cavi delle batterie che trasportano corrente e quindi, alla pari di ogni altro luogo con conduttori elettrici in caso di guasti si possono creare scintille micidiali per un ambiente chiuso saturo dei gas prodotti dall'elettrolisi dell'acqua, e' necessaria invece un'adeguata ventilazione (che, fra l'altro, e' cio' che le norme prescrivono).
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se accidentalmente le batterie "bollono" e l'H si mischia con l'aria all'interno della barca, se non c'è ventilazione, è molto più probabile (rispetto al contenitore chiuso con sfiato) che la miscela aria (ossigeno) e idrogeno abbia un rapporto stechiometrico
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Affermazione errata ! Quando le batterie "bollono" e' in atto l'elettrolisi dell'acqua e si sviluppano idrogeno e ossigeno proprio in proporzione "stechiometrica", questa e' la condizione piu' pericolosa, areando SI RIDUCE il rischio.
Il vero problema sta nell'amplissima gamma di rapporti percentuali per i quali l'idrogeno forma miscela esplosiva (circa fra il 4% e il 75%), ci vuole molta ventilazione per ridurre i rischi, se scarsa o addirittura assente come in un contenitore stagno il rischio aumenta.
Se poi vogliamo fare un po' di conti (a spanne per non tediare troppo) possiamo osservare che 18 grammi d'acqua sviluppano sotto elettrolisi 2 grammi di idrogeno e 16 grammi d'ossigeno, un metro cubo d'aria pesa intorno ai 1000 grammi quindi per raggiungere il minimo del 4% sono necessari 40 grammi di idrogeno e pertanto bisogna scomporre elettroliticamente ben 40/2*18=360 grammi d'acqua.
Una barca di 10 metri comporta un volume d'aria certamente superiore ai 10 metri cubi, per avere concentrazione esplosiva richiede quindi di elettrolizzare completamente oltre 3,6 litri di liquido !!!!! Praticamente non possibile con le normali batterie di bordo.
Il rischio di esplosione non e' quindi legato alla miscelazione con l'aria della barca ma piuttosto al confinamento dello spazio in cui sono alloggiate le batterie che, ovviamente, deve essere realizzato in modo da arieggiarsi liberamente il piu' possibile. Personalmente vedo una buona soluzione nell'avere tale vano comunicante con il vano motore dove il suo sistema di ventilazione e l'eventuale aspiratore provvedono alla necessaria operazione di ricambio.
(Qui www.vigilidelfuoco.pisa.it/area_r/formazione/rassegna_ist_web/cap_3/3_3.pdf si parla di batterie per carrelli, molto piu' grosse delle nostre ma i concetti di sicurezza sono abbastanza chiaramente trattati)
