12-03-2015, 12:36
(12-03-2015, 11:51)davnol Ha scritto:(12-03-2015, 11:17)lord Ha scritto: Il vangsheeting, come premesso inizialmente di cui parlo, ha solo il nome della tecnica usata sulle derive.
Aggiungo ...
Spesso " di qua " in inverno si regata con tramontana. Acqua piatta con vento rafficato da 15/18 fino a 25 / 28. Il vento e' pesante e denso, sempre freddo molto rafficato per intensità e direzione.
. e' un nome derivato dalla tecnica utilizzata sulle derive. Il nome e' stato poi utilizzato sul manuale TRIM della N.S., e da li universalmente utilizzato.
la . mio modesto .' utilizzare la regolazione più' pratica e più' veloce per ottenere il risultato voluto.
se non partiamo da qui, non arriviamo da nessuna parte.
nelle condizioni descritte da lord, e a maggior ragione con raffica,
su una barca come il millennium 40, che cade in pieno nella casistica, la soluzione migliore e puntare il vang q.b., e poi lavorare di scotta a decrementi e incrementi di cm. unita all'utilizzo del belin.......
Il risultato che si vuole ottenere e' ottenere uno sbandamento costante con la barca veloce.....
provate la prossima volta a osservare in regata le barche veloci di bolina, l'albero e' fermo rispetto all'orizzonte......
meditate .....
Sono perfettamente d'accordo con . sulle barche leggere e con vento rafficato non c'è . che non fa alzare il boma e in raffica giochi di scotta e belin con il carrello che resta abbastanza alto in modo da far portare solo la parte bassa. Lavorare di carrello risulta più lento e faticoso, oltre a far sventare la randa in tutta la sua altezza, diminuendo così la possibilità di orzare quando non si tiene la barca in raffica.
Personalmente uso il carrello solo nel range 10-15 nodi con vento abbastanza regolare, quando scarrellare ti permette di accelerare con fiocco pieno tenendo costante lo sbandamento.
Ma sono anche d'accordo sul fatto che ci siano molteplici soluzioni per ottenere lo stesso risultato e che il tutto vada fatto in armonia con il fiocco.
