davnol
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RE: Randisti e "vang sheeting"
continuate ad affibbiarmi l'asserzione che io usi il vang per piegare l'albero....
No e ancora No....o meglio si modifica in parte la parte bassa ...appiattendola....ma non e' questo il fondamentale....
Ricopio qui da altra discussione quello che e' il mio pensiero:
" il carrello funziona un po' come un flap, per far si che il timoniere riceva la giusta pressione sulla pala e il compromesso tra angolo e velocità sia ottimale.
questo equilibrio e' labile e per ogni barca in condizione di vento esiste un ottimo mix tra carrello scotta e paterazzo.
In caso di grandi variazioni permanenti di intensità o direzione del vento, anche io concordo nel muovere su o giù' il carrello,
in caso di variazioni meno consistenti e fluttuanti e più comodo usare la scotta.
Perché? per sua stessa natura e' servita da winch o paranchi con strozzatori adeguati, e quindi può' essere regolata millimetricamente con efficacia.
l'uso della scotta comporta pero' uno svantaggio, lascandola si tende ad aumentare progressivamente lo svergolamento, cosa non sempre desiderabile, ecco allora che ci viene in aiuto il vang, che una volta regolato alla giusta tensione ci consente di poter scaricare potenza senza perdere completamente il profilo.
con vento medio o forte, una volta ottenuto il giusto compromesso tra angolo, velocità e pressione sul timone agendo su carrello scotta e paterazzo, si calza il vang, in modo che si possa agire efficacemente sulla scotta senza perdere ogni volta che si lasca il profilo.
se l'intensita' o la direzione variano molto, si cerca un nuovo "zero" da cui partire con carrello scotta e paterazzo e da li si riinizia a giocare."
Per quanto riguarda il paterazzo, non averlo a portata di mano, limita fortemente le prestazioni della barca....non per niente e' una delle prime modifiche che si fanno nell'ottimizzazione di una barca.
D.
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12-03-2015 17:47 |
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