06-10-2015, 17:55
non sono sicuro di interpretare bene quanto affermi ma non mi sembra di essere d'accordo.
Partiamo dal presupposto che la barca cammina tirata dal gennaker, quindi la vela eserciterà una spinta/tiro simile a quella del motore della barca.
Se la barca ha bisogno di 12 CV per andare a motore a 6 nd, avrà bisogno di una potenza simile per andare a vela alla stessa velocità (trascuriano le onde).
La spinta del vento si applica alla vela e si scarica nei tre punti di: mura, drizza e scotta secondo una ripartizione che a noi non è nota.
Poi siccome si parla di barca a vela ci sarà pure una COMPONENTE della forza che non fornisce velocità ma solo sbandamento e anche questa si applica ai medesimi tre punti.
Il tutto è provocato dal vento, quindi tutto parte da una intensità del vento apparente.
Non si tratta di tappi di sughero o tralicci, con il corretto modello di calcolo si può calcolare il tutto e dimensionare opportunamente.
Poi l'ingegneria consente delle esemplificazioni schematiche, ed esistono formule tipo quelle che stanno nel catalogo Harken che danno con buona approssimazione le forze prodotte da randa o genoa, peccato che non c'è ancora il gennaker.
I coefficienti di sicurezza servono a coprire le sollecitazioni dinamiche e/o eccezionali.
Se in condizioni standard e stabili di vento la fibra di carbonio la faccio lavorare a 3000 kg/cm2, ma a rottura resiste a 15.000 kg/cm2, avrò un coefficiente pari a 5 che copre le situazioni strordinarie.
Se poi sono pure sfigato, allora è giusto che si rompa!!!
Partiamo dal presupposto che la barca cammina tirata dal gennaker, quindi la vela eserciterà una spinta/tiro simile a quella del motore della barca.
Se la barca ha bisogno di 12 CV per andare a motore a 6 nd, avrà bisogno di una potenza simile per andare a vela alla stessa velocità (trascuriano le onde).
La spinta del vento si applica alla vela e si scarica nei tre punti di: mura, drizza e scotta secondo una ripartizione che a noi non è nota.
Poi siccome si parla di barca a vela ci sarà pure una COMPONENTE della forza che non fornisce velocità ma solo sbandamento e anche questa si applica ai medesimi tre punti.
Il tutto è provocato dal vento, quindi tutto parte da una intensità del vento apparente.
Non si tratta di tappi di sughero o tralicci, con il corretto modello di calcolo si può calcolare il tutto e dimensionare opportunamente.
Poi l'ingegneria consente delle esemplificazioni schematiche, ed esistono formule tipo quelle che stanno nel catalogo Harken che danno con buona approssimazione le forze prodotte da randa o genoa, peccato che non c'è ancora il gennaker.
I coefficienti di sicurezza servono a coprire le sollecitazioni dinamiche e/o eccezionali.
Se in condizioni standard e stabili di vento la fibra di carbonio la faccio lavorare a 3000 kg/cm2, ma a rottura resiste a 15.000 kg/cm2, avrò un coefficiente pari a 5 che copre le situazioni strordinarie.
Se poi sono pure sfigato, allora è giusto che si rompa!!!
