05-09-2016, 22:05
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 05-09-2016, 22:33 da dimarinoandrea.)
Leggo testualmente dal Guglielmi 44° ediz. pag. 201: "Quando la barca è in movimento il vento segnalato dal segnavento non è quello reale ma quello apparente, in base al quale viene attuata la regolazione delle vele."
Mi sembra chiaro.
Inoltre, leggendo qua e là un po' di interventi mi viene da aggiungere che i fluidi centrano nella teoria della vela tanto quanto entrano nella teoria per la quale gli aeroplani . essere più scientifici, alla base c'è l'equazione di Bernoulli secondo cui
p + 1/2*ru^2 + rgh = costante
cioè la somma della pressione, della velocità e della componente potenziale è costante e non varia. Essendo 0 la variazione di energia potenziale (la barca è sempre alla medesima quota sul livello del mare), risulta che velocità e pressione sono inversamente proporzionali: quando aumenta una, diminuisce l'altra in modo che la somma rimanga costante. I filetti di aria che passano esternamente alla vela devono arrivare allo stesso momento di quelli interni (x il principio di conservazione dell'energia) i quali però percorrono meno spazio degli esterni: fare meno spazio nello stesso tempo equivale ad andare meno veloce. Quindi i filetti esterni sono più veloci, quelli interni più lenti. Riprendendo l'equazione sopra si vede che laddove diminuisce la velocità, aumenta la pressione, proprio quella che spinge la barca avanti e che la fa muovere.
A barca ferma il vento apparente non c'è, ma non appena comincia a muoversi nasce e cresce la componente velocità della barca che fa variare la direzione del vento percepito, che non è più il reale, ma l'apparente (cioè la risultante tra vettore reale e vettore velocità).
Spero di non avervi tediato troppo!!!
Ciao a tutti!
Andrea
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Mi sembra chiaro.
Inoltre, leggendo qua e là un po' di interventi mi viene da aggiungere che i fluidi centrano nella teoria della vela tanto quanto entrano nella teoria per la quale gli aeroplani . essere più scientifici, alla base c'è l'equazione di Bernoulli secondo cui
p + 1/2*ru^2 + rgh = costante
cioè la somma della pressione, della velocità e della componente potenziale è costante e non varia. Essendo 0 la variazione di energia potenziale (la barca è sempre alla medesima quota sul livello del mare), risulta che velocità e pressione sono inversamente proporzionali: quando aumenta una, diminuisce l'altra in modo che la somma rimanga costante. I filetti di aria che passano esternamente alla vela devono arrivare allo stesso momento di quelli interni (x il principio di conservazione dell'energia) i quali però percorrono meno spazio degli esterni: fare meno spazio nello stesso tempo equivale ad andare meno veloce. Quindi i filetti esterni sono più veloci, quelli interni più lenti. Riprendendo l'equazione sopra si vede che laddove diminuisce la velocità, aumenta la pressione, proprio quella che spinge la barca avanti e che la fa muovere.
A barca ferma il vento apparente non c'è, ma non appena comincia a muoversi nasce e cresce la componente velocità della barca che fa variare la direzione del vento percepito, che non è più il reale, ma l'apparente (cioè la risultante tra vettore reale e vettore velocità).
Spero di non avervi tediato troppo!!!
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Andrea
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