(24-02-2017 10:34)IanSolo Ha scritto: Il vang e' l'ipotenusa di un triangolo rettangolo i cui cateti sono la distanza "trozza-attacco sull'albero" e "trozza-attacco sul boma".
Il braccio di forza della leva e' l'altezza di tale triangolo misurata dall'ipotenusa vista come base, piu' e' lungo il braccio piu' e' efficace la leva (principio di Archimede).
Va da se' quindi che piu' allunghiamo i cateti piu' aumenta l'altezza e quindi il braccio, cio' e' possibile allontanando il piu' possibile i punti di attacco dalla trozza ossia portando il punto sull'albero piu' in basso possibile e il punto sul boma piu' verso la varea (piu' verso poppa quindi). E' ovvio che con tale modifica possa essere possibile che il vang non risulti abbastanza lungo da soddisfare la condizione e a cio' si ovvia (io ho fatto cosi') con uno spezzone cilindrico tornito ad hoc da aggiungere su uno dei due lati del vang oppure con una piastra di attacco sul boma piu' lunga (in pratica una specie di "landa" abbastanza lunga e di base robusta).
NOTA - Le molle a gas hanno una ridotta variazione della forza di spinta fra completamente estese e completamente chiuse cio' perche' vengono utilizzati pistoni un po' piu' corti (e piu' stretti) del cilindro in modo che la pressione del gas non aumenti piu' del 40-60% (secondo il tipo di impiego cui sono destinate).
P.S. - che si tratti di portelli o di boma sempre leva e' e si applicano gli stessi criteri di calcolo, diversi potrebbero essere i margini di sicurezza da tenere (la maggiorazione da dare per compensare per esempio proprio il problema di cui stiamo discutendo).
Senza fare tanti trattati di ingegneria, di vang ne ho montati moltissimi e ad esempio, i Bavaria Cruiser arrivavano nuovi dalla germania con l'attacco vang sottoboma da fissare a discrezione del rigger che armava la barca, se si fissava l'attacco troppo vicino alla varea, il vang non aveva abbastanza forza....
In pratica è più importante l'angolo di spinta che il braccio di leva