refosco
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RE: dubbi elettrcità su barche in carbonio
Buondi' Desidero portare avanti un po' questo discorso. Anche a costo di "...parlare e togliere ogni dubbio" . Esistono le 2 filosofie: su barca in materiale non conduttore: tutto collegato (bonding), tutto a se' stante. Sinceramente avevo trovato solo delle normative NEC o NFPA che richiedono tutto collegato. Le normative NFPA poi sono antincendio, e senza se e senza ma, le troviamo applicate su tutto il circuito del combustibile: ponticellare anche i tratti di tubazioni in gomma etc. Lo scopo principale di fare bonding di tutto, sarebbe quello di far si' che gli anodi sacrificali (zinchi) possano agire in maniera diffusa su tutti gli oggetti metallici in contatto scafo/mare. Reputo che esistendo distanze sensibili tra un oggetto e l'altro, ugualmente la protezione ne risulta differenziata: andrebbe migliorata mettendo zinchi in posizioni strategiche.... per gli scafi delle barche da diporto penso poco realizzabile. Diverso per lo scafo metallico: l'accessorio (p.es. passascafo) realizza una pila locale, da proteggere il piu' vicino possibile o neutralizzare. In questo caso direi che il bonding con gli altri accessori sia poco utile. Nel caso dello scafo in carbonio...penso sia un conduttore, ma con una certa resistenza, e ben simile allo scafo metallico. Qui mi fermo su bonding o no bonding totale, mentre faccio altre 2 osservazioni: 1) benissimo il trasformatore d'isolamento- sempre! 2) non penso che un sail drive sia isolato elettricamente dal motore, reputo che calettamento sul volano/presa di forza, ingranaggi, etc etc diano sempre una buonissima continuità elettrica, da quel poco ho potuto vedere su alcuni sail drive, non ho mai visto "flange isolanti" o giunti dielettrici. Il motore per uso comunissimo è collegato al negativo del banco batterie (sempre, e non ho visto disconnettori sul negativo, ma so che esistono) e quindi risulta sempre un ponte tra elica e batterie. Se c'è dispersione di un utente positivo, anche verso mare ....il gruppo motore/elica resta protetto. La parte immersa- elica asse piede- deve essere protetta localmente. Questo ultimo ragionamento mi ha portato a pensare che nello scafo normale (RGF- vetroresina) conviene non disperdere la debole corrente di protezione zinchi elica/asse/piede anche su altri accessori: io li lascio separati. Complesso il discorso nel caso di "vaganti" (a mio avviso: solo in una banchina "sfigata"): una regola della protezione catodica è che se si è in presenza di correnti vaganti, conviene realizzare un "drenaggio"... cioe' un circuito diretto metallico, che non faccia entrare (ma soprattutto uscire) corrente da un accessorio a scafo. Lo scafo in carbonio, potrebbe essere un vantaggio, ma sinceramente penso ci sia anche qualche trattamento con una qualche vernice.... che potrebbe essere molto poco conduttrice. STOP: penso di aver buttato troppa carne al fuoco! BV
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24-02-2017 19:16 |
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