21-12-2017, 20:19
Mi viene però un dubbio: (trascuriamo per ora la differenza dei bracci D1 e D2 nei due momenti come se l'altezza del centro di spinta rimanesse uguale durante la presa di terzaroli), all'aumentare di della pressione P esercitata dalla forza del vento, si riduce di conseguenza terzarolando la superficie S della vela per mantenere costante la forza F che la vela trasmette alla barca.
La forza F è vincolata alla barca attraverso il sistema albero/boma, quindi attraverso le inferiture, e i tre angoli di penna, mura e scotta, ripartita tra i vincoli in percentuali a me ignote (nel nostro caso i vincoli che ci riguardano sono le brancarelle di mura e di scotta connesse alla struttura con la borosa).
Se la forza F rimane costante (perché proprio per questo ho preso la mano di terzaroli),
anche le forze sui vincoli non dovrebbero variare, salvo per la diversa ripartizione tra loro visto che le lunghezze delle inferiture (due nel caso di randa inferita anche sul boma) sono cambiate.
Se fosse così anche in caso di dimezzamento della superficie S e di raddoppio della pressione P
con F costante non ci dovrebbe essere un aumento importante del carico sulla borosa che è sottoposta alla ripartizione della forza nei vincoli che è appunto rimasta la stessa (F costante).
Torniamo adesso alla condizione reale, con'altezza del centro di spinta che si abbassa con i terzaroli: se, come visto, terzarolando la forza F rimane costante, diminuisce il braccio D2 per cui a parità di forza di spinta ci sarà un minore sbandamento senza aumento di tensione sulla borosa, salvo quello prodotto dalla differenza di lunghezza delle inferiture, che credo non molto rilevante.
Per quanto riguarda il punto di attacco della brancarella di scotta che si va allontanando dalla varea con la presa di terzaroli, diminuisce il momento M della base terzarolata e rimanendo lo stesso quello dell'attacco del trasto randa dovrebbe soltanto diminuire di pari passo il carico sulla scotta randa a parità di angolo di incidenza.
Credo che il ragionamento di ZK presupponga un cambio dell'angolo di incidenza per mantenere lo stesso sbandamento, ma non sono sicuro.
Ho parlato tanto e probabilmente male, mi dite dove sbaglio?
La forza F è vincolata alla barca attraverso il sistema albero/boma, quindi attraverso le inferiture, e i tre angoli di penna, mura e scotta, ripartita tra i vincoli in percentuali a me ignote (nel nostro caso i vincoli che ci riguardano sono le brancarelle di mura e di scotta connesse alla struttura con la borosa).
Se la forza F rimane costante (perché proprio per questo ho preso la mano di terzaroli),
anche le forze sui vincoli non dovrebbero variare, salvo per la diversa ripartizione tra loro visto che le lunghezze delle inferiture (due nel caso di randa inferita anche sul boma) sono cambiate.
Se fosse così anche in caso di dimezzamento della superficie S e di raddoppio della pressione P
con F costante non ci dovrebbe essere un aumento importante del carico sulla borosa che è sottoposta alla ripartizione della forza nei vincoli che è appunto rimasta la stessa (F costante).
Torniamo adesso alla condizione reale, con'altezza del centro di spinta che si abbassa con i terzaroli: se, come visto, terzarolando la forza F rimane costante, diminuisce il braccio D2 per cui a parità di forza di spinta ci sarà un minore sbandamento senza aumento di tensione sulla borosa, salvo quello prodotto dalla differenza di lunghezza delle inferiture, che credo non molto rilevante.
Per quanto riguarda il punto di attacco della brancarella di scotta che si va allontanando dalla varea con la presa di terzaroli, diminuisce il momento M della base terzarolata e rimanendo lo stesso quello dell'attacco del trasto randa dovrebbe soltanto diminuire di pari passo il carico sulla scotta randa a parità di angolo di incidenza.
Credo che il ragionamento di ZK presupponga un cambio dell'angolo di incidenza per mantenere lo stesso sbandamento, ma non sono sicuro.
Ho parlato tanto e probabilmente male, mi dite dove sbaglio?
