(31-01-2019 16:49)IanSolo Ha scritto: Quei dati si riferiscono all'applicazione pedestre dell'equazione di Arrhenius (lo scienziato svedese che fu fra i primi a studiare proprio le celle al piombo) in cui si valuta l'effetto della variazione della tensione di cella con la temperatura: in pratica l'equazione si basa sul fatto che l'attivita' elettrochimica aumenta con la temperatura e di conseguenza la tensione di una cella elettrolitica scende (nel caso di batterie al piombo di circa 3mV per grado centigrado) con il risultato che una cella di accumulatore al piombo collegata ad una sorgente di alimentazione a tensione costante (es. la tensione di "Floating") vedra' quasi raddoppiare la corrente assorbita per ogni 10 gradi di aumento della temperatura e cio' produrra' un piu' rapido degradamento a causa dell'aumentata produzione di gas dovuta all'eccesso di corrente, produzione di gas che si tradurra' in essicazione dell'elettrolita con effetti piu' evidenti in batterie che ne contengono poco (VRLA-AGM e VRLA-GEL) per le quali e' veramente opportuno quindi utilizzare un caricatore con sonda di temperatura che ne regoli il valore secondo necessita'. Da rilevazioni pratiche risulta che l'equazione di Arrhenius e' applicabile coerentemente solo al campo fra i 15 e i 40 gradi centigradi circa al di fuori del quale i risultati sono imprevedibili tanto che al di sopra della temperatura dei 40 gradi esperienza direbbe che sono pessimistici, ma piu' importante e' la considerazione che Arrhenius baso' i suoi studi su batterie con vita attesa a 20 gradi di circa 60 anni ! Inoltre le alte temperature non sono presenti continuamente e il decadimento dovuto a questo effetto si verifica in realta' solo per un brevissimo periodo e cio' che vale alla fine e' la media (l'integrale) degli effetti nel tempo e con l'andamento medio delle temperature in centro Italia l'integrale di invecchiamento e' stimabile in meno del 20% annuo, infatti e' normale che la maggioranza delle batterie in uso superino abbondantemente i 5 anni anche senza cure tanto particolari (solo con la normale media attenzione).
Chiarissimo.
Direi che il punto principale è che l'amico giulineu o chi altro sceglierà batterie al piombo e composti di solfo e non batterie nucleari o qualche altra diavoleria, non terrà per il 100% del tempo le sue batterie a 50°C!
Tra l'altro mi è venuta in mente un'altra cosa: quante automobili hanno le batterie nel vano motore? Un motore che per lavorare bene deve avere un certa temperatura, con raffreddamento a fluido ma, nello stesso tempo, in un vano ben aerato, etc etc; non mi sembra molto diverso dalla situazione che stiamo discutendo da un paio di giorni.
Daniele