RE: Ricarica batteria elica di prua - problema
Ma quell'elica di manovra, chi l'ha installata? Non sembra poter essere una installazione originale del cantiere costruttore, da come è stato descritto l'impianto.
La barca di che anno è? Marcata CE?
Una installazione corretta dovrebbe prevedere ovviamente una ricarica durante il moto del motore (visto che si usa quell'accessorio in manovra e non all'ormeggio): si può ottenere la cosa inserendo un partitore di carica (costo limitato) all'uscita dell'alternatore trascinato dal motore, destinato alla ricarica batteria avviamento.
Il motore ha due alternatori trascinati? (uno per batterie servizi e l'altro per batteria avviamento, come spesso si fa su barche di dimensioni medio-grandi), oppure ha un solo alternatore (ed allora c'è già un partitore di carica che alimenta i due gruppi batterie, motore e servizi)?
Meglio ancora la soluzione "battery-to-battery charger" proposta da McGiver e gc-gianni.
Se la barca è marcata CE, qualsiasi intervento sull'impianto elettrico, non adeguatamente documentato (documenti da conservare) e non corredato da modifica degli schemi elettrici e del manuale del proprietario, servirà su un piatto d'argento all'assicurazione il destro per chiamarsi fuori per qualsiasi chiamata a seguito di guai a bordo collegati con l'impianto elettrico, ma potrebbe generare anche guai più seri...
I collegamenti in parallelo tra batterie possono essere sempre fonte di guai potenziali, specie se frutto di bricolage amatoriale.
In generale, a bordo conviene adottare quattro principi di base:
- ogni linea di alimentazione deve essere protetta adeguatamente con un fusibile o un magnetotermico adeguato, posto il più vicino possibile alla fonte di energia (in modo che l'intera linea sia protetta: la protezione protegge la linea, non l'utilizzatore),
- la sezione di ogni cavo deve essere dimensionata in modo da non superare i 3 A per mmq (3 Ampere per millimetro quadro, a bordo; altrove basta, in genere, stare entro i 4 A/mmq), evitare al massimo le giunzioni di cablaggio, e fare i capicorda (terminali del cavo con elemento di giunzione adeguato) in modo sicuro (facile con cavetti sottili e terminali tipo faston, difficile con cavi di dimensione importante e morsetti o occhielli da "crimpare" con strumenti appositi),
- la stesura del cavo deve seguire la via che alla fine risulta più corta e diretta, ben separata da fonti di calore (motore, cucina, ecc...), e possibilmente separata da altri cavi di potenza che potrebbero riscaldarsi anche loro,
- il cavo da utilizzare deve essere del tipo "non propagante fiamma" e "non propagante incendio" (ad es.: usando cavi con sigla N07V-K).
Il fatto che sia stato scritto, qui sopra, che forse basta un cavetto di sezione ridotta per il parallelo, visto che "...serve solo per la ricarica..." temo che evidenzi che chi scrive ha poca esperienza di impiantistica elettrica e rischia di cacciarsi in guai seri: posso consigliare di rivolgersi ad una azienda di impiantistica elettrica seria?
Non per fare terrorismo, ma la stragrande quantità di barche che va a fuoco, ci va per guai all'impianto elettrico e, per esperienza personale attualmente ancora in corso, anche i cantieri costruttori, ogni tanto, fanno delle minkiate incredibili su questo fronte: figurarsi gli artigiani elettricisti dei marina, e figurarsi (all'ennesima potenza) i volonterosi proprietari sulla propria barca, che vengono da altri mestieri e competenze...
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