La ragione secondo me è questa:
il vento apparente è una somma vettoriale del vento reale e del vento di velocità. In barca però percepiamo (windex) solo il vento apparente. La strumentazione calcola quindi il vento reale con un algoritmo.
Più ci si avvicina all'andatura in fil di ruota più il vento apparente e reale si avvicinano e a differenza delle andature strette pochi gradi di rotta cambiano di molto l'apparente. Tenere il reale permette quindi di avere minori variazioni di rotta.
Però c'è un'altro aspetto da considerare. L'algoritmo con cui viene calcolato il reale tiene conto della velocità fornita dal log (e non quindi il SOG) e, poiché l'elichetta è spessso incrostata o sporca, il dato del reale non è affidabile e quindi si aggiunge un ulteriore problema.
Alla fine per questo la differenza non è spesso così evidente e personalmente quando sono in andature prossime alla poppa piena preferisco tenere io il timone, soprattutto con onda formata. Una ritenuta o un freno del boma, a seconda delle circostanze, aiutano. Comunque per quella che è la mia esperienza con piloti di ultimissima generazione si apprezza una precisione che invita a fidarsi senz'altro più.
Per concludere credo che il pilota debba essere considerato sempre e solo d'ausilio alla navigazione e che stare al timone, oltre che essere un pacere, sia l'unico modo per migliorare le proprie capacità di timonieri.