RE: riflessione sulle barche da crociera
Operiamo dei distinguo ampliando leggermente il range, non mi limiterei a classificare il parco nautico in sole 2 categorie: ci sono i crociera pura (HR, Najad, Oceanis, Jeanneau, Bavaria ecc) i fast cruiser (X, J Ice) ed i regata puri (Keer, Italia preparati one off ecc) e parliamo di mondi distanti come dall'utiliaria per fare la spesa alla ferrari che corre in pista.
Quello che mi sembri lasci perplesso l'autore di questo post, a parte le indubbie economie di scala della cantieristica di massa come i winch sottodimensionati (che per altro vengono comunemente accettati dall'armatore che in fase di acquisto non li fà mettere più grossi), sia la poca considerazione nella progettualità e nell' accessoristica delle barche da crociera.
Esempio: il bimini è fortemente neccessario ? A parer mio no, capisco che navigare sotto il sole non piaccia a nessuno ma, avere un catafalco terribilmente brutto a vedersi e che mi impedisce di vedere le vele e, non ultimo ha recentemente dimostrato in corsica di essere anche pericoloso (guardate le immagini dovute all'effetto vela) è un altra cosa. Guando si naviga c'è comunque l'ombra delle vele e per le soste i vecchi tendalini che si mettono e si tolgono non sono affatto da buttare.
Una barca da crociera poi è progettata con canoni diversi, deve avere volumi più generosi per ampliare gli spazi interni ed essere caricata, pescaggio più basso ecc.
Quello che stona è, la propensione del crocierista puro nel voler mortificare ancora di più le prestazioni, vele avvolgibili cambiate ogni 20 anni e tenute sempre sull'avvolgitore, ogni sorta di diavoleria elettronica ed ogni tipo di approvvigionamento energetico come se si dovessero affrontare mesi di rade senza poter accedere al mondo civile.
La rotaia della randa in pozzetto è un male necessario se si vuole avere un minimo di prestazioni (e forse anche di sicurezza), ne abbiamo già ampiamente parlato.
Sembra quasi che molte barche vengano scelte e progettate privilengiando l'aspetto conviviale ed i gusti estetici della moglie piuttosto che le reali doti veliche.
Abbiamo recentemente discusso di una barca che non prevede paterazzo ma vanta il barbecue di serie e pare piaccia così.
Sui fast cruiser e sui racer puri tutto questo non avviene, il primo professionista che ci sale (ed oggi un professionista se vuoi andare in regata lo devi imbarcare) fà immediatamente tabula rasa di tutte le velleità "comodose" dell'armatore.
Per quanto riguarda i bulbi a T, non sono una novità l'aveva già realizzato Dufour sull'Arpege, semplicemente oggi sono più profondi e quelli belli realizzati con lama di carbonio o inox ma, attenzione che per farli rendere bisogna avere un bravo timoniere capace di contrastare il beccheggio indotto dall'onda.
Non entro nell'aspetto sicurezza perchè sono convinto che la sicurezza la faccia l'equipaggio e non la barca e, personalmente trovo estremamente pericoloso navigare quasi in solitario quando si ha una moglie che non sà fare assolutamente niente o con equipaggi raccogliticci. Se andiamo a vedere sono state compiute navigazioni incredibili con barche con cui non andremo neanche a fare il bagno fuori dal porto ma sopra c'era gente con i contro....
In questo campo l'unica cosa che mi sento di dire che considero una barca veloce più sicura di una barca lenta.
Per finire questo lungo sproloquio che, sia chiaro non vuole insegnare niente a nessuno, trovo sia giusto il fatto che esista un offerta estremamente variagata da parte della cantieristica (non esiste una barca perfetta in assoluto, esiste la barca perfetta per l'uso che uno intende farne), quello che trovo meno bello è la propensione che si vede oggi nel privilegiare la comodità a scapito delle prestazioni, la barca non si dovrebbe scegliere per far contenta la moglie.
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