Il tuo albero è armato in testa e con le crocette in linea, come si faceva nel secolo scorso. Allora, il "pre-bend" su questi armi si usava molto poco, la preflessione è qualcosa che è arrivata con le crocette acquartierate. Con gli alberi come il tuo, la regolazione chiave è il paterazzo di poppa che, lascato, permette di avere la randa grassa al massimo per effetto dell'albero dritto e il genova pure, per effetto della catenaria sullo strallo di prua, con guadagni di quasi un nodo in bolina per una barca di 10 metri con poco vento! Invece, cazzato al massimo permette di ridurre il grasso sull'inferitura dei genova per effetto dell'annullamento della catenaria e, contemporaneamente, di "assorbire" il grasso della randa per effetto dell'inflessione (abbananamento come lo chiami tu) dell'albero.
Nella messa a punto delle barche come la tua, la regolazione chiave è il "rake" dell'albero, ossia i gradi di appoppamento rispetto alla verticale sul piano longitudinale. Il rake è particolarmente importante, la testa si sposta come posizione anche di quasi mezzo metro, cambiando in modo significativo il comportamento della barca un po' in tutte le andature, ma soprattutto di bolina. Ora, la teoria dice che il rake ideale è quello che permette alla barca, con circa 10/11 nodi di vento reale in assetto di bolina e con vele massime a segno, di essere perfettamente equilibrata e navigare dritta con circa 3/4 gradi di timone alla poggia. Se i gradi sono di più, la testa va portata leggermente in avanti, il contrario ovviamente se i gradi sono di meno. Questo vale solo se l'assetto longitudinale (prua-poppa) è perfetto, ma questo lo diamo per scontato, altrimenti se ad esempio la barca fosse appruata, l'effetto orziero della prua che scava nell'acqua annullerebbe tutte le regolazioni. Oppure richiederebbe, paradossalmente, una regolazione del rake al contrario, per spostare il centro velico a poppa e far emergere una prua troppo "pesante"...
Naturalmente, come hai ben compreso, il bravo velaio "old style" progetta il "giro d'albero" della randa in modo tale da averla bella magra con il paterazzo cazzato al massimo e dunque con l'albero inflesso di conseguenza. Per poi avere la randa ingrassata e potente grazie al raddrizzamento del "palo" con poco vento... Questo è anche il motivo per cui le barche da regata di quelle epoche, con gli armi in testa e le crocette in linea, hanno le "volanti" a metà albero (se non sono cecato, pure il tuo albero le ha montate sotto la crocetta alta): queste servono infatti a regolare di fino la forma della randa, dandole la potenza giusta nelle le diverse condizioni, riducendo la flessione dell'albero e, soprattutto, annullandone il dannoso "pompaggio" con le onde...Quindi, consiglio spassionato:
- Metti praticamente in bando le sartie basse anteriori e raddrizza l'albero a riposo.
- Fatti un bel paranchino in tessile per unire tra di loro le stesse sartie a circa un metro e mezzo dalla coperta, paranchino che tirerai quando vorrai smagrire la randa inflettendo l'albero (i 343 da corsa all'epoca ce lo avevano tutti!), in pratca trasformi le 2 sartie anteriori in uno stralletto regolabile.
- Porta il rake tra i 3 e i 4 gradi (è tantissimo appoppato) e regola lo strallo di prua in modo da avere una bella catenaria a paterazzo di poppa lasco, catenaria che si deve annullare a paterazzo di poppa cazzato.
Infine, la madre di tutti i consigli: goditi la tua barca che è bellissima!