italpa
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consiglio drizze-materiali
Citazione:sailor13 ha scritto:
Italo, oltre ad essere resistente all' abrasione, il Dyneema è maledettamente scivoloso. Questo obbliga ad usare una calza in poliestere, che può essere tolta sia per diminuire il peso della manovra, che per problemi di abrasione.
Non bisogna dimenticare però che per quanto sia resistente all' abrasione, si taglia comunque con un coltello (anche se con difficoltà). Inoltre non è vero che non soffre gli UV, tutte le fibre tessili, più o meno, soffrono l'esposizione ai raggi UV.
Per finire, il dyneema fonde a circa 150°, ma può degradarsi per esposizioni prolungate a temperature anche molto inferiori (ad esempio drizze dentro un albero in carbonio possono arrivare anche a 60-70°).
Citazione:tratto da:[url='http://www.technica.net/NF/Caratteristiche_&_Prestazioni/dyneema.htm']http://www.technica.net/NF/Caratteristiche_&_Prestazioni/dyneema.htm[/url]
Inoltre la fibra PE HT ha un coefficiente d’attrito molto basso, come del resto avviene anche per le plastiche di questa famiglia, e ne costituisce un grosso punto di forza e conseguentemente la loro resistenza all’abrasione è notevolmente superiore a quella delle principali fibre ad alte prestazioni e si avvicina molto a quelle del nylon e del poliestere .
Anche per quanto riguarda la sensibilità ai raggi UV la fibra DYNEEMA si trova in posizione di vantaggio e infatti la sua perdita percentuale di tenacità per esposizione alla luce è inferiore a quella delle aramidiche.
Infine, dal punto di vista della resistenza ai prodotti chimici, la struttura particolarmente semplice del polietilene (che ha solo legami C–C e C–H) rende questa fibra praticamente inattaccabile agli acidi e alle basi, anche concentrati. Ciò si traduce nel fatto che il pH dell'ambiente di esercizio, in tutto il campo da 0 a 14, non influenza la resistenza del materiale, che tale caratteristica abilita perciò alla produzione sia di cordami marini che di tele per filtraggio di prodotti chimici.
Un punto di debolezza della fibra è invece costituito dalla sua temperatura di fusione che è di soli 150°C; in pratica ciò significa che la temperatura operativa massima mantenibile per lunghi periodi in operazioni industriali dove si usino manufatti in PE HT deve essere tenuta prudenzialmente a non più di 130°C circa.
Contrariamente all’aramidica, la PE HT presenta una retrazione di qualche percento quando venga sottoposta all’azione del calore. Inoltre, come sempre avviene per le fibre la cui tenacità è realizzata mediante stiri in fase di filatura, questa retrazione cresce al crescere della temperatura.
Grazie Sailor, molto chiaro ed efficace. Piuttosto, come tu stesso fai notare, la frase in neretto lascerebbe pensare che chi mi ha citato la maggior resistenza all'abrasione del poliestere non avrebbe poi detto questa gran fesseria...quindi non picchiero' a sangue il mio amico specialista in cordami
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01-12-2010 22:09 |
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