Citazione:dapnia ha scritto:
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Sono sempre in giro e anche se riesco a leggere il più delle volte non ho modo di scrivere, inoltre non ho molto tempo da dedicare al forum, che è anche lento, per questo mi sono molto più comodi l’e-mail, che riesco a leggere anche in mezzo al mare.
Per concludere l’argomento banalizzo al massimo i concetti per chiarire nella maniera più semplice ciò che intendevo dire.
Non mi sembra il caso di discutere di schemi puntuali, calcoli, formule, e sottigliezze al riguardo, che sarebbero un puro esercizio accademico non avendo elementi precisi su cui elaborare un progetto.
Immaginiamo due schemi molto banali e l’utilizzo di amperometri digitali.
Il primo a destra è molto semplice, a carico singolo o così assimilabile e per questo tipo d’impianto va bene tutto, si può shuntare e misurare anche sul negativo.
Se però si mette l’amperometro nella posizione 2, esso misurerà solo il carico in ingresso e non quello in uscita, se si applica nella posizione 1 (solo uno strumento digitale perché un analogico non misura i carichi negativi), l’amperometro misurerà correttamente la corrente in uscita a generatore spento, mentre a generatore in funzione e con qualche utilizzatore in funzione, l’amperometro indicherà invece la somma algebrica tra ingressi e uscite. In più, essendo l’alternatore munito di regolatore di carica che sente lo stato della batteria ed eroga di conseguenza, l’amperometro indicherà una misura relativa e non di immediata interpretazione, sulla quale si deve ragionare per capire la situazione.
Quello a sinistra rappresenta una situazione più reale e comune a molte barche e nemmeno delle più complesse: differenti sistemi di ricarica, banchi batterie diversi, circuiti e assorbimenti sezionati.
Tralascio tutta la parte elettronica e di controllo specifico e faccio solo notare che non sarebbe corretto mettere uno o più amperometri sul negativo.
Per avere la misura corretta delle correnti di ricarica basta un solo amperometro sull’ingresso del ripartitore; mentre per avere la misura degli assorbimenti delle varie sezioni, serve un amperometro per ogni linea.
Su impiatni semplici le stesse indicazioni di massima si possono ottenere con uno o più volmetri, sempre indispensabili e da installare prima di pensare a metterci pure degli amperometri.
E concludo sostenendo che non è possibile (è rischioso) fare un discorso generale che si adatti a tutte, o molte situazioni, ogni impianto ha le sue caratteristiche e alla base di tutto c’è la domanda che io rivolgo sempre per prima: “Cosa vuole fare e che risultato ottenere?”.
In più su impianti di barche usate delle quali l’attuale proprietario della barca sa poco e dei quali non ha, non dico schemi, specifiche e disegni, ma nemmeno indicazioni molto precise, prima di dire occorre vedere e ragionarci su dal vivo.
ciao dapnia, grazie per l'esposizione, chiarissima ed esauriente. Sono perfettamente d'accordo che non esista una soluzione universale, ed infatti avevo premesso qual'e' la mia configurazione e cosa mi aspettavo di ottenere dall'amperometro.
In effetti, il mio impianto si avvicina molto di piu' a quello semplice di destra che non all'altro:
ho solo il banco servizi (2 batt. 80ah AGM in parallelo), il motore e' un fuoribordo ad avviamento manuale con un piccolo alternatore da 10a, sto montando un pannellino fotovoltaico con regolatore ed ho un caricabatterie a tre fasi. tutti i negativi convergono in un nodo di distribuzione che e' a sua volta collegato al polo negativo della batteria, ed e' su questo tratto che pensavo di installare lo shunt (con strumento digitale + e -). L'obiettivo e' quello che indichi come somma algebrica di consumi e ricariche, in modo da poter valutare, in un dato momento, come sto usando gli impianti e se sia il caso di intervenire per preservare l'autonomia.
Ma questa, come giustamente hai sottolineato, e' cio' che serve a me, e non indica una soluzione generale.