Copio da una vecchia discussione (2009).
Per scaricare i fulmini serve ben altro che quella piastrina (se il fulmine passa di lì ti apre a metà lo scafo), però collegata all'albero ed alle sartie serve per stabilire l'equipotenzialità mare/masse metalliche di bordo, che non risolve il problema fulmini, ma ne riduce il rischio.
Copio da un'altra vecchia discussione (7/2010)
http://forum.amicidellavela.it/showthrea...hichpage=1
Argomento di cui si è discusso già infinite volte e facilmente reperibile sul forum, col motore di ricerca, in almeno dieci post.
Conclusioni tratte: tante quante sono gli intervenuti.
E si che:
1) terra della banchina, quella col filo giallo verde;
2) negativo delle batterie, quello col cavo nero si spera bello grosso;
3) massa a cui collegare l’albero, la ferramenta di coperta e, volendo essere precisini, le carcasse metalliche delle varie apparecchiature, minimo 50 quadri dalla base alla piastra;
4) massa dell’impianto di bonder, minimo 16 quadri per tutti i collegamenti;
sono cose diverse, servono a scopi diversi, e vanno collegati in maniera diversa.
Detto questo e solo per sommi capi:
1 = isolatore galvanico;
2 = impianto interno a bassa tensione;
3 = piastra in rame esterna allo scafo;
4) = circuito separato che chiude tutte le masse metalliche (prese a mare, marmitta, scarichi, ecc.).
E’ evidente che sia inevitabile che vi siano commistioni di collegamenti, ma saranno (si spera) collegamenti spuri e non preferenziali.
Gli zinchi collegati a seconda della loro ubicazione e/o funzione se dedicati.
Pensare di far scaricare l’energia di un fulmine dall’albero all’acqua, anzi tentare d’invitare Giove a farlo, è pura follia e vuol dire non avere la minima idea di che cosa si sta parlando: perché la tensione, ma soprattutto l’amperaggio di un fulminino piccolo piccolo, passi senza danni richiede al minimo un cavo grosso come la coscia di un uomo bello grasso.
Quelle che bucherellano gli scafi e bruciacchiano qua e là sono le correnti parasite e indotte, non certo la scarica principale, che squaglia tutto.
I parafulmini industriali e civili sono una cosa diversa ed è troppo lungo spiegarne le differenze; ed anche lì c’è parecchia confusione d’idee.
E poi basta perché l'ho già scritto molte volte e ci sono un mare di pubblicazioni al riguardo (alcune da codice penale, le ottime), ma detto come lo direbbe la casalinga di Voghera e molto sommariamente, non è una spiegazione molto tecnica o precisa, ma rende l'idea.
Prima del fulmine l'elettricità statica dovuta al movimento delle masse d'aria crea dei fenomeni di ionizzazione dell’aria, alcuni canali ionizzati diventano canali pilota, che se una persona è particolarmente sensibile avverte pure.
Quando uno o l'unione di più di questi canali raggiunge la ionizzazione sufficiente creano la strada preferenziale e la scarica seria la percorre.
L'albero collegato all'acqua evita il formarsi di queste piccole differenze di potenziale ionizzanti, mantenendo tutto allo stesso potenziale.
Non c'è la garanzia assoluta, ma ci sono ottime probabilità protettive, per lo meno non ce lo si va a cercare.
Chi si è beccato un fulmine, in realtà è stato colpito o da correnti indotte o da scariche statiche, difficilmente di chi è colpito dal fulmine nella sua intera potenza ne resta abbastanza perché lo possa andare a raccontare.
C'è parecchia confusione tra massa e terra che sono cose diverse e con funzioni diverse, anche se elettricamente simili.
Nel momento stesso in cui si collega una batteria a qualcosa, c'è il negativo, la massa è un'altra cosa e, detto in parole molto povere, è l'unione di più collegamenti vari, appunto, collegamenti di massa.
La confusione nasce dal fatto che si usi dire di collegare a massa qualcosa intendendo dire di collegarlo a terra.
Correnti galvaniche, elettrolitiche, parassite, di fuga, ecc. presenti in tutte le barche, anche se in molte sono irrilevanti ed irrilevabili, sono un argomento complesso che richiede la conoscenza dello specifico impianto per essere trattato.
Una per tutte: l’antenna del VHF, che dovrebbe essere collegata alla piastra porosa a mare per il suo ottimo funzionamento, se sull’apparecchio VHF c’è una minima dispersione alla carcassa, mette in collegamento tutti i negativi, quindi è tutto a terra (a mare).
Se ne è poi parlato in almeno altre tre occasioni (ricerca avanzata: fulmini)
Di impianti di bonder e di equipotenzialità delle parti metalliche delle barche (come e perché) ne ho parlato anche nella storia del restauro dell'Alpa.