Nel caso cui mi riferisco non c'e' alcun effetto Doppler perche' questo e' presente solo fra due punti in reciproco relativo spostamento (non riporto la formula ma la si trova facilmente) mentre il metodo di misura che viene applicato in quel tipo di radar non ha alcuna necessita' di movimento (anzi, nei semplici modelli commerciali forniti per il diporto potrebbe provocare lievi errori peraltro trascurabili alle velocita' nautiche).
La differenza di frequenza di cui si parla e' dovuta a questo semplice ragionamento : se nell'istante 0 emetto un segnale ad una certa frequenza e poi dopo un intervallo di tempo emetto un nuovo segnale a frequenza un po' diversa (es. aumentata) e cosi' via ad intervalli regolari potro' osservare che un bersaglio (fisso) posto ad una certa distanza dalla mia sorgente (anch'essa fissa) mi sta rimandando l'eco di un mio segnale 'vecchio' quanto e' stato il tempo necessario a sviluppare il percorso, mi basta quindi sapere quanto tempo prima ho emesso quella frequenza per ricavare la distanza. Ora conoscere questa vetusta' di segnale e' facile se e' stata utilizzata una regola costante nella variazione della frequenza del segnale trasmesso perche' basta fare una semplice differenza fra la frequenza che sto emettendo in questo momento e la frequenza che mi sta ritornando (un normale mixer radio fa proprio questo e Doppler non c'entra), si tratta quindi di un metodo di misura e non di un effetto fisico, siamo sempre (mi si perdoni la semplicita' dell'affermazione) in sistemi legati al 'dominio dei tempi' e non al 'dominio della fase'.
Naturalmente se siamo in presenza di molteplici bersagli il segnale di ritorno deve essere trattato matematicamente (trasformata di Fourier) per identificare le singole differenze di frequenza corrispondenti a ciascuno di essi.
Per qualche chiarimento sui casi pratici :
https://www.absolutemarine.co.nz/documen...lained.pdf
http://www.navigate-us.com/fileshttp://w...ar-1-1.pdf