RE: wc elettrico intasato
Col caldo il problema delle fermentazioni e degli odori conseguenti si fa più sentito, e visto l'interesse sull'argomento ho ripescato un paio di miei interventi a proposito di cessi, non esaustivi perché al cesso non c'è mai fine, ma articolati
Ne faccio un copia e incolla che può essere interessi qualcuno che ha una storia tribolata con la funzione cerca
Cari Cessofili, il cesso in se e per se non puzza: poverino come potrebbe.
Puzza ciò che ci fate dentro ed intorno.
Non sempre pulire normalmente basta e per due motivi: primo non è detto che si arrivi in tutte le fessure e gli anfratti già raggiunti da gocce e colaticci vari, secondo i contenitori facilmente prendono l'odore del contenuto (come ben sanno i vinai e gli imbottigliatori). E’ quindi conseguente che tutto ciò che sta intorno, le parti di legno, le fessure fra le viti di fissaggio, ecc. abbiano la tendenza a ritenere umidori che poi rilasciano con effluvi non sempre apprezzati.
Ne consegue che la pulizia del circostante periferico debba essere fatta con spazzoline morbide e stracci “pelosi” (ottimi i pezzi di vecchi asciugamani in spugna), accuratamente lavati dopo e spesso buttati e sostituiti.
I detersivi strani servono a poco, la candeggina profumata, o l’Aiax bianco, un po’ diluiti fanno mirabilia.
Detto ciò passiamo alla macchina infernale, per stabilire il numero delle pompate che è opportuno dare dopo: è necessario calcolare la capacità totale del circuito, dividerla per la portata della pompa, moltiplicare per tre e pompare anche un po’ di più.
Ma (e questo è un ma importante) prima di “fare” si devono lavare i tubi e lasciare nella tazza quattro dita d’acqua, in modo che il “fatto” non transiti in tubi quasi asciutti, ma trovi un ambiente già ben umido e lubrificato che renda l’adesione di residui e morchie più difficile.
In più, dopo il “fattaccio”, le prime tre o quattro pompate non saranno fatte per espellere subito il corpo del reato ma fatte solo aspirando l’acqua di risciacquo in modo che il tutto sia una miscela prevalentemente liquida, e continuando poi con la levetta in posizione di scarico, in modo che il transito avvenga in un ambiente già bagnato.
Un mezzo bicchiere di candeggina profumata pura, messo nella tazza ogni giorno e lasciato riposare una diecina di minuti, prima di venir pompato fuori, igienizza tutto il circuito riducendo le puzze.
Il risciacquo abbondante e il bicchiere candeggina prima di lasciare la barca, e all’arrivo, avanti del primo utilizzo, sono un “must” che i nasi apprezzeranno.
Qualche goccia di ottima acqua di colonia in sentina non risolverà certo i problemi di una stalla, ma potrà dare quel pizzico di esotico a una barca, se non fragrante almeno pulita: vi sono in commercio fragranze sottili, discrete e persistenti.
L’olfatto, il più sensibile dei sensi, “apprezza” odori e profumi già in concentrazioni di poche parti per milione: come dire…battaglia persa?
Gli odori quasi sempre provengono dal circuito di risciacquo del cesso.
L’acqua che ristagna nel tubo di risciacquo è acqua di mare, non sempre pulitissima e che contiene alghe e microorganismi vari, dalla cui decomposizione deriva l’odore che si sente uscire alle prime pompate; poi il circuito si lava e gli odori “cessano”.
I serbatoi delle acque nere hanno (dovrebbero avere) degli sfiati sui quali è buona norma mettere un filtro antiodore, anche per questo è difficile che gli odori provengano dal tubo di “evacuazione” del cesso perché da lì la roba esce e non entra, ed è più facile che siano vuoti e sciacquati dopo l’utilizzo.
Dopo un po’ di tempo capita che i tubi di scarico siano incrostati di calcare, sale e cose varie ed è normale che lo siano, le concrezioni certo non sono profumate, e trattengono gli odori meglio che un tubo senza residui; per questo c’è poco da fare, si smontano e: o si puliscono battendoci su qualcosa in modo che le concrezioni si frantumino, si stacchino ed escano poi lavando il tubo, o si cambiano i tubi stessi. Alcuni tipi di tubi resistono meglio di altri agli insulti dell’uso, il tubo miracoloso non esiste e i migliori allungano solo di parecchio il tempo perché succeda quello che alla fine capita a tutti.
Personalmente sulle barche uso un mio sistema che ho già descritto: sulla presa a mare di scarico del più vicino lavandino, monto uno stacco con porta gomma e applico un tubo dal quale può pescare la pompa per il risciacquo; prima di lasciare la barca, si riempie il lavandino e si aggiunge della candeggina (amuchina e/o igienizzanti vari a seconda dei portafogli) si chiude la presa a mare diretta e si pompa aspirando dal lavandino la miscela che pulisce, deodora e disinfetta il tubo di carico.
Naturalmente, ogni situazione richiede una applicazione diversa di valvole e stacchi, ma si può fare sempre e puzze non se ne sentono più al ritorno in barca.
La valvola di scarico del cesso bloccata non è una bella cosa, ma non c’entra nulla con gli odori.
La ragione del blocco può essere un rigonfiamento degli anelli di tenuta, o un indurimento del perno che manovra la sfera e/o della sua sede.
O, più facilmente, concrezioni residuali formate da calcare/Sali di reazione tipo quei residui duri che intasano anche i tubi e dovuti a varie ragioni, o carta igienica.
Secondo me, la cosa più probabile sono le concrezioni dei serpulidi e animaletti vari che incrostando la sfera non la fanno chiudere; in questo caso se non passa acqua si può versare un po’ di viacal o cose simili e aspettare un paio d’ore, se passa acqua l’intervento dall’interno è inutile e non resta che scendere e grattare (senza rovinare la sfera) con un coltellino o cose simili. Se non son grosse cose, e questo dipende fal tempo che hanno avuto per attaccarsi, manovrando avanti e indietro la sfera con delicatezza, si possono rimuovere, sapendo che poi alla prima occasione la sfera (qualche valvola costosa si può aprire) o tutta la valvola è meglio cambiarla.
Versare un po’ di vaselina (olio d’oliva) ogni tanto, insieme al fatto di manovrarle quotidianamente salvano tante sfere.
L’acqua puzzolente ha un’altra origine: viene dal residuo di acqua di mandata che resta nello scarico, dopo l’ultimo risciacquo del cesso.
Il tubo che porta fuori, ha (deve avere) una curva il più alta possibile, con una valvolina rompisifone; alla fine del risciacquo la parte di acqua che resta a valle della curva va a mare, l’altra parte resta nel tubo e non c’è nulla da fare, perché anche le canoniche dieci pompate a cesso vuoto, espellono solo una parte dell’acqua, perché il circuito è lungo, l’aria è comprimibile, un piccolo residuo d’acqua fa da tappo e un po’ ne resta. Appena dopo la pompa di espulsione, c’è la valvola tricuspide, questa serve, appunto, per non far tornare indietro l’acqua di risciacquo, ma se solo è un po’ cotta, vecchia o ha un qualche traccia di incrostazione su uno dei labbri, non trattiene il suddetto residuo di acqua dell’ultimo risciacquo, che ritorna lentamente nel cesso, e può essere anche un litro, dipende dalla lunghezza del tubo a monte della curva. Dato che il più delle volte è acqua di mare, ricca di microrganismi, con un qualche residuo di morchia da tubazione, ecco che puzza molto e in fretta.
Il difetto si riscontra anche sulle pompe che hanno il blocco della membrana col contrappeso, quel sistema che impedisce (dovrebbe impedire) l’allagamento se ci si dimentica la levetta in posizione aperta, perché anche quella, basta che abbia un piccolo residuo sul labbro e trasuda.
La vera (sola) sicurezza per non avere troppa acqua in barca (affondare) è il rompisifone e il chiudere la valvole correttamente.
A questo c’è una parziale soluzione, facendo un risciacquo con acqua dolce e un po’ di candeggina, prima di lasciare la barca.
L’idea di una valvola di non ritorno sullo scarico del cesso non è praticabile perché anche la migliore delle valvole s’intasa in breve tempo; a parte che ce ne vorrebbe una del 36/38 e sarebbe da pulire spesso.
Per i serbatoi di raccolta c’è già la tre vie, che basta manovrare.
Un’altra fonte di colaticci e puzze può essere il sistema di aspirazione dell’acqua di risciacquo. In quei tubi resta sempre un po’ di acqua, la quale, come detto prima, è acqua di mare ricca di vita, facile che dopo un po’ di tempo d’inattività, al primo risciacquo puzzi.
Per evitare questo maleodorante benvenuto, sulle mie barche uso un sistema che ho già descritto in almeno altri due post e nella storia del restauro dell’Alpa.
Subito sopra la presa a mare di scarico del più vicino lavandino, monto un T con una valvola, a questa valvola faccio arrivare un tubo che parte da un T analogo montato, sempre con valvola, appena sopra la valvola di carico dell’acqua di risciacquo del cesso.
Prima di lasciare la barca, si riempie il lavandino e si aggiunge della candeggina (amuchina e/o igienizzanti vari a seconda dei portafogli) si chiudono le prese a mare dirette del lavandino e del cesso e si pompa aspirando dal lavandino la miscela che pulisce, deodora e disinfetta il tubo di carico, la tazza e il tubo di scarico.
Questo è utile anche quando, dopo una lunga inattività, o una lunga bolinata (avendo l’impianto del cesso fatto così e così) si svuota la pompa di scarico: si riempie il lavandino, si pompa e si ricarica l’impianto.
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