Linea d'ancoraggio: calumo in tessile o catena?
#1
bv a tutti,
Segnalo un articolo su l'ultimo numero di" bolina" in merito all'oggetto che
a mio avviso chiarisce molto bene i problemi della linea d'ancora con catena e cioè
l'assenza di elasticità dell'ancoraggio oltre una certa intensità del vento.
Il calumo in tessile ,meglio se nylon,e l'aumento della lunghezza dello stesso con
l'aumento dell'intensità del vento sono le migliori scelte per un buon ancoraggio.
Rinnovo bv a tutti.
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#2
Sono stato un po' con le dita sollevate prima di scrivere perchè l'argomento ancoraggio è una delle discussioni in cui "si scatena l'inferno".
Avevo fino a qualche anno fa una barca da 25 piedi e, per motivi di peso e ingombro (in più non avevo il salpaancore), avevo 10 metri di catena e tessile. Mi sono sempre trovato bene sia come praticità che come tenuta.
Ora ho un 38 piedi e ho ereditato con la barca usata una linea di ancoraggio mista, 27 metri di catena del 10 e 50 metri di tessile da 18 (che ho sostituito con altrettanti di poliestere ad alta tenacità, carico di rottura 5400 kg).
So che dall'altra parte dell'Atlantico la linea mista va per la maggiore, ma anche i francesi apprezzano tale scelta.
Effettivamente si hanno rilevanti vantaggi.
Minor peso a prua.
Per ormeggi su bassi fondali (4/6 metri) si da tutta catena e un po' di tessile e si da volta comodamente ad una galloccia.
Con vento forte e con maggior fondale si da il tessile che serve, conferendo la necessaria lunghezza alla linea di ormeggio ed una considerevole elasticità, con minor stress per barca ed equipaggio.
Utilissimo, anche se non strettamente indispensabile, il salpaancore con barbotin e campana. La Beneteau li fornisce (o almeno li montava, la mia è del '99) di serie.
Poi, come dice l'amico Bullo, l'ancoraggio è un'opppppinione!!!!Smiley4
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#3
Un articolo-anniversario? Il primo a trattare tali temi è uscito circa 20 anni fa... Smile
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#4
(15-02-2015, 19:58)rob Ha scritto: Un articolo-anniversario? Il primo a trattare tali temi è uscito circa 20 anni fa... Smile
., fa freddo!!!! È rassicurante trattare argomenti "sicuri"!!!!!!!!!!
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#5
perchè o l'uno oppure l'altro?? entrambi è meglio.

io uso ancora-catena-cima-catena-cima. lo spezzone di catena centrale ammortizza e tiene basso.

Smiley53Smiley53Smiley53
i Responsabili. chissà quanto pagarebbero per essere comprati
mi dispiace aver venduto la Gitana ma son contento



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#6
100100100 Dandiiiiii in occasione del .....ventennale...... potresti
. y . per questa volta he Smiley57Smiley57
C'e' chi ha .:
dario
Chi . sa' di . o per ., o molto peggio per protagonismo anonimo.
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#7
La soluzione del tessile è obbligatoria in caso di Uragano (disposizione U.S.A.) in quanto rende il calumo (catena e cima) molto elastico. Nel mediterraneo d'estate in alcune zone con vento sui 40 kn in rada (Sardegna, Egeo, etc.) potrebbe essere più semplice lasciare il calumo "tutta catena" (per evitare che il cavo si sfreghi sulle rocce sommerse nel brandeggio) ma far scivolare su questo calumo il "salmone", un peso aggiuntivo, che scorra, con un grosso grillo, lungo la catena in modo da tenere il calumo quasi completamente parallelo al fondo.
Ovviamente la catena (mai lasciata sul barbotin) è legata con nodo di bozza ad un cavo "elastico", che, ben protetto sulla bocca di rancio, è fissato alla galloccia. La catena infine deve essere lascata successivamente, perché è il cavo tessile ad assorbire bene i colpi dinamici (vento e/ onde), perché altrimenti questi possono spezzare la catena stessa o rompere il salpancore.
Fonti: Libri di E.Tross oppure il manuale "L'ancoraggio in rada" (Il Frangente).
BV
.... Dio diede al mare il pericolo e l'abisso,
ma è in esso che si specchiò il cielo.
Fernando Pessoa
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#8
L'autore dell'articolo sostiene che quando c'è molto vento 50 nodi e oltre anche la catena si dispone perfettamente diritta come un cavo tessile per cui non c'è nessuna differenza di angolatura che il fuso fa sul fondo, perciò è meglio una cima in nailon in quanto è più elastica e amortizza gli strattoni.
Poi ci spiega che più il calumo è lungo meglio l'ancora lavora.
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#9
La catena da 10 diametro ha un carico di rottura di 5000 kg. e uno di lavoro di 2500 kg. Il tessile da
18 mm, carico di rottura 5400 ha uno di lavoro di 1/4 kg 1350.
Per avere lo stesso carico di lavoro della catena ci vuole un tessile con carico di rottura da 10000 kg.
Il carico di lavoro è un'oppppppinione.
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#10
(15-02-2015, 21:15)Sognavaileoni Ha scritto: La soluzione del tessile è obbligatoria in caso di Uragano (disposizione U.S.A.) in quanto rende il calumo (catena e cima) molto elastico. Nel mediterraneo d'estate in alcune zone con vento sui 40 kn in rada (Sardegna, Egeo, etc.) potrebbe essere più semplice lasciare il calumo "tutta catena" (per evitare che il cavo si sfreghi sulle rocce sommerse nel brandeggio) ma far scivolare su questo calumo il "salmone", un peso aggiuntivo, che scorra, con un grosso grillo, lungo la catena in modo da tenere il calumo quasi completamente parallelo al fondo.
Ovviamente la catena (mai lasciata sul barbotin) è legata con nodo di bozza ad un cavo "elastico", che, ben protetto sulla bocca di rancio, è fissato alla galloccia. La catena infine deve essere lascata successivamente, perché è il cavo tessile ad assorbire bene i colpi dinamici (vento e/ onde), perché altrimenti questi possono spezzare la catena stessa o rompere il salpancore.
Fonti: Libri di E.Tross oppure il manuale "L'ancoraggio in rada" (Il Frangente).
BV

hmmm, la problematica è un tantinello meno semplicistica rispetto a quanto presentato da queste "fonti" Smiley30
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#11
Ahh,ma io sono interessato volentieri al "verbo";tieni peraltro conto che intendevo riferirmi al fatto che nell'articolo si chiarisce bene come è da valutare la reale forma della catenaria in funzione dell'intensità delle condizioni anbientali e della reale lunghezza di catena disponibile per ammortizzare i colpi di vento e onda.Troppi diportisti credono ancora che il"raddrizzamento"della
catenaria metta a disposizione metri di catena per l'assorbimento dell'energia dei colpi di vento e mare.Nelle discussioni ventennali cui ti riferisci non mi sembra che lo specifico problema sia stato trattato con spiegazioni e tabelle così chiarificatrici.Se mi sbaglio chiedo venia.
BV
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#12
(16-02-2015, 13:04)kingarthur Ha scritto: Ahh,ma io sono interessato volentieri al "verbo";tieni peraltro conto che intendevo riferirmi al fatto che nell'articolo si chiarisce bene come è da valutare la reale forma della catenaria in funzione dell'intensità delle condizioni anbientali e della reale lunghezza di catena disponibile per ammortizzare i colpi di vento e onda. Troppi diportisti credono ancora che il"raddrizzamento"della
catenaria metta a disposizione metri di catena per l'assorbimento dell'energia dei colpi di vento e mare. Nelle discussioni ventennali cui ti riferisci non mi sembra che lo specifico problema sia stato trattato con spiegazioni e tabelle così chiarificatrici.Se mi sbaglio chiedo venia.
BV

oh non c'è problema, volevo solo dire non è che sia tutta questa novità rivoluzionaria Smile
ho riguardato, il primo articolo sull'importanza dell'elasticità dell'ancoraggio (carichi statici e dinamici, importanza parte tessile, eccetera) è apparso in tre uscite mensili su Loisirs Nautiques nel '97; la rivista è scomparsa ma gli articoli sono stati ripubblicati in appendice al testo di Poiraud (l'inventore della Spade) sull'ancoraggio.
Il fatto che un sacco di gente sia convinta di un qualcosa talvolta è significativo, talvolta proprio no.

comunque sia, è senz'altro utile e lodevole ripetere e ripetere le cose per l'interesse di tutti, fra l'altro se vai a vedere nello scantinato del forum il tema è stato sviscerato varie volte, fra una sciabolata e l'altra 19

bv
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#13
.......suonate pure le vostre ...cime !! Io ..faccio suonare la mia catena ! Ps. .e non torno indietro !!
Più in alto sale la .ù fa vedere il posteriore! ( De Montaigne)
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#14
(16-02-2015, 14:50)mimita Ha scritto: .......suonate pure le vostre ...cime !! Io ..faccio suonare la mia catena ! Ps. .e non torno indietro !!

se hai trovato una soluzione che ti soddisfa, perché mai cambiare Smiley53
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#15
Fonti autorevoli e perché no, fra queste mettiamo anche il già citato Tross, riportano che una barca di una decina di tonnellate di dislocamento eserciti con 40 nodi una trazione di circa 350 kg, che diventano circa 700 kg con vento a 60 nodi.
Con tale intensità la catena (se tutta catena) va in tensione, non è elastica e trasferisce interamente lo sforzo ed ogni strappo dovuto all'eventuale moto ondoso alle strutture di coperta, bitte, occhi di cubia, prua medesima.
E se qualcosa deve cedere non è detto che sia la catena, facile che sia "qualcosa" della prua della barca.
La linea mista consente la dovuta elasticità del sistema e risponde meglio agli strappi, arrivando ad allungarsi fino al 30% prima di arrivare al punto di rottura.
Lo spezzone di catena di dimensioni e lunghezza appropriate serve invece a far lavorare l'ancora parallela al fondo e ad evitare la consunzione della linea di ormeggio su eventuali rocce.
Bullo citava il carico di lavoro. Vero che è molto inferiore al carico di rottura, Però con una barca di 10 tonn. un carico di 1.350 kg sembra più che sufficiente a dare garanzie in condizioni anche estreme.
Non sono un tecnico di materiali ma, a prescindere dal carico di rottura, mi sembra che ci sia una certa differenza fra carico di lavoro statico e dinamico.
Se appendo al soffitto con la suddetta cima cima una barca di 2 tonnellate e ce la lascio tutto l'inverno è diverso dal far sopportare alla stessa cima occasionali trazioni sopra al carico di lavoro.
Siccome di qualcuno, e della sua esperienza professionale, bisogna pur fidarsi è facile trovare tabelle redatte da rigger, produttori di ancore, costruttori di imbarcazioni, che danno indicazioni circa i possibili abbinamenti barca/ancora/catena/tessile.
Se poi la pratica e l'esperienza personale confermano la teoria, tutto di guadagnato.
A titolo esemplificativo la tabella prodotta da Plastimo.
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.jpg   image.jpg (Dimensione: 130,41 KB / Download: 451) [/hide]
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#16
Ok, non so se ho interpretato bene la tabella ma parla di lunghezza minima della catena pari a 5 lunghezze scafo che significa, per un 12m , 60 m di catena min.....
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#17
Si va bene ,le esperienze personali sono importanti ma dipendono molto dalle condizioni in cui
sono state vissute.
Però è anche"interessante" sapere che oltre una certa intensità del vento la catenaria è talmente limitata che permette un arretramento della barca solo di pochi " cm"con conseguente elasticità
della linea pari a zero.
La linea di ancoraggio diventa molto rigida e quanto paventato da Luciano53 in merito ai danni alle strutture di prua diventa così un evento molto probabile.
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#18
(16-02-2015, 15:38)Brugolo Ha scritto: Ok, non so se ho interpretato bene la tabella ma parla di lunghezza minima della catena pari a 5 lunghezze scafo che significa, per un 12m , 60 m di catena min.....

È il calcolo per sola catena, naturalmente. Un calcolo molto approssimativo che tiene conto della sola lunghezza della barca.
In realtà dipende dalla profondità del fondale su cui si va ad ancorare, e questo a prescindere se catena o misto.
Se si mette male serve almeno una lunghezza di 6/7 volte il fondale. Io arrivo con misto a quasi 80 metri e fino a 10 metri di fondo sono abbastanza tranquillo anche con ventone. Altrimenti ........ si allunga!!!!!!!!
Come si è detto in altre discussioni analoghe, per la tenuta conta di più qualche metro in più di calumo piuttosto che del peso lungo la linea di ancoraggio. Importante è la catena o spezzone abbastanza lungo e pesante di catena che tenga basso il fuso dell'ancora.
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#19
(16-02-2015, 16:25)Luciano53 Ha scritto:
(16-02-2015, 15:38)Brugolo Ha scritto: Ok, non so se ho interpretato bene la tabella ma parla di lunghezza minima della catena pari a 5 lunghezze scafo che significa, per un 12m , 60 m di catena min.....

È il calcolo per sola catena, naturalmente. Un calcolo molto approssimativo che tiene conto della sola lunghezza della barca.
In realtà dipende dalla profondità del fondale su cui si va ad ancorare, e questo a prescindere se catena o misto.
Se si mette male serve almeno una lunghezza di 6/7 volte il fondale. Io arrivo con misto a quasi 80 metri e fino a 10 metri di fondo sono abbastanza tranquillo anche con ventone. Altrimenti ........ si allunga!!!!!!!!
Come si è detto in altre discussioni analoghe, per la tenuta conta di più qualche metro in più di calumo piuttosto che del peso lungo la linea di ancoraggio. Importante è la catena o spezzone abbastanza lungo e pesante di catena che tenga basso il fuso dell'ancora.

yesse, un salmone al centro del calumo misto tiene ancora più basso e forma una linea spezzata che migliora l'elasticità.

come ho detto io preferisco inserire al centro della cima un ulteriore spezzone di catena.

ancora-catena-cima-catena ( salmone )- cima.

per quanto riguarda il peso a quello ci pensa Archimede. conta di più la superficie e la forma dell'opera morta sulla quale fa presa il vento. una approssimazione per lunghezza dello scafo è accettabile.

pensate poi alla freccia con la punta da una parte e le piume dall'altra. se ormeggi di prua il brandeggio è superiore per via della superficie esposta di albero e genoa che stanno a prua. infatti si stabilizza con una veletta a poppa ( le piume )

forse conviene ormeggiare di poppa, come faccio io.

poco brandeggio, vento direttamente nel . crema.

probirenSmiley53Smiley53Smiley53
i Responsabili. chissà quanto pagarebbero per essere comprati
mi dispiace aver venduto la Gitana ma son contento



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#20
Sta storia del calumo misto mi sta convincendo. Ma la giunzione cima/catena come consigliate di farla? Sono gradite esperienze dirette. Comunque una quindicina di metri di catena li lascerei attaccati all'ancora, che dite? Grazie ah, a proposito, ma con il barbotin della catena non riesco a salpare la cima, che ha un diametro più grosso della catena, vero? Non è un handicap? Arigrazie
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