Ogni volta che ci sono post come quello dell'amico Fabio, amo pubblicare video della mia timoniera per...dare una speranza
Essa, infatti, in un non lontano passato, all'arrivo di una raffica, o quando la falchetta si avvicinava al mare, soleva andare in panico. Se poi si trovava (per caso) a timonare, chiedeva cosa fare, quando non abbandonava del tutto la posizione (sollecitando una serie di bestemmie da parte mia, peggio di un turco ateo).
Passando dal faceto al serio, la soluzione è stata quella di intraprendere un percorso di condivisione e di consapevolezza. Dunque, tecnica, teoria (tipo la barca non può scuffiare perchè c'è la deriva) e pratica. Quest'ultima, gradualmente, dalle belle giornate del Golfo di Palermo (90%) a quelle con vento teso, onda, etc.
In più ci siamo messi a fare regate in coppia. Mi è costato molto ma ho rinunciato, per Lei, al mio ruolo di timoniere e così l'ho gratificata (anche perchè, oggettivamente, alle manovre faceva troppa fatica). In breve, siamo passati dall'essere straultimi ad avere accumulato un numero cospicuo di coppe e trofei. Ma non è questo il punto. Adesso mi fido di Lei, e Lei si fida di me e (sopratutto) di se stessa e della barca.
Tornando all'episodio, caro Fabio, quella falesia è notoriamente una fabbrica di vento catabatico, anche quando tutto attorno è tranquillo, ci può stare la bella raffica che precipita e si apre a ventaglio sull'acqua (ti assicuro che si legge sempre, probabilmente non te ne sei accorto).
Non amo, come altri, "solonare", credo che ognuno abbia il diritto di andare e fare esperienza (sempre che non si accinga a doppiare Capo Horn), sempre con la massima attenzione (e umiltà), facendo tesoro di ogni errore, anche il più banale.
Una bellissima poesia recita "la vela è un dono..."; sono perfettamente d'accordo e credo che questo dono vada condiviso con il maggior numero di persone.
Ti consiglio pertanto di uscire e uscire, magari anche frequentare un corso di vela con la tua Lei e condividerne così i frutti.
BV
Roberto
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Grazie della condivisione del video e poi hai centrato parecchi punti e mi riconosco nel percorso che indichi.
Sin da subito mi sono convinto che con pazienza e consapevolezza di dover procedere gradualmente avrei potuto coltivare questa passione.
Sono riuscito a risolvere, tra l'altro, le difficoltà che potevano indurmi a mollare con soluzioni pratiche e simpatiche.
Ne racconto due.
Mia moglie preferisce non venire? È vero che non mi ostacola..ma non è certo giusto rovinarle le vacanze.
Allora acquistato il non indispensabile tender (per le nostre esigenze lo utilizziamo al massimo una decina di giorni l'anno quando si dorme in rada alle Egadi), parto al mattino presto, mi faccio la bella veleggiata e secondo dove mi porta il vento per le undici/mezzogiorno la chiamo indicandole il luogo dove sto per ancorare ed tempo di filare il calumo e montare il piccolo fuoribordo lei è già sul posto in auto (Zingaro compreso ne va di mezzo qualche euro di entrata a piedi) la vado a prendere a riva e passiamo una bella giornata assieme di sole e mare; poi intorno alle 17 se ne va ritornando tranquilla e serena in auto e ci si vede la sera a casa; tutti felici, figli e fidanzatine comprese che possono scegliere giornalmente se venire con me, venire via terra con la madre o restare alla Movida Sanvitese...
Mi trovo un pò in difficoltà a strambare con oltre 15 nodi quando sono in solitario?
Perché farlo? Prendendo spunto dal consiglio di un amico esperto, mi metto di bolina, viro con il pilota automatico e mi riporto piano piano al lasco, sulle altre mura. Facile semplice e chi se ne frega se faccio un po' di mare in più, non ho nessuna fretta e mi diverto nell'eseguire la manovra...