(05-06-2017 14:16)gc-gianni Ha scritto: il bello di mettere in parallelo alimentatori diversi con regolatori indipendenti, ovviamente diversi uno dall'altro con set di regolazione indipendenti uno dall'altro, è proprio che nessuno può verificare come funzionano, anche se non accade nulla di deleterio, e non si sa come si ripartiscono il carico, o se al limite qualcuno non alimenta affatto.
diciamo che il paragone è un "insalata russa"
Scusate, sono nuovo del Forum e anche di pannelli solari, quindi intervengo solo in base alle mie conoscenze diciamo teoriche o estrapolate da casi simili.
Premetto che a me tutti quei paragoni idraulici non mi convincono perché la batteria non è una vasca in cui si può gettare qualsivoglia filo o getto o cascata di acqua e la vasca si riempie fino al livello massimo con una velocità che dipende dalla somma di apporti di acqua. La batteria infatti oppone una resistenza all'apporto di corrente, resistenza che cambia in base al suo livello di riempimento. Sarebbe quindi più calzante il paragone con un serbatoio in pressione, ma anche qui non ci siamo perché la resistenza interna di una batteria non si comporta come la pressione dei fluidi.
Quindi rimarrei sulle leggi dell'elettronica lasciando l'acqua al suo posto.
Il problema qui è che abbiamo più generatori elettrici (tale è la schematizzazione di un regolatore) posti in parallelo per fornire corrente ad un carico con resistenza variabile. Se tutti i parametri fossero fissi si potrebbero applicare le leggi di Kirchoff, ma, con rispetto parlando, non mi convince neanche questo approccio perché: (a) la resistenza della batteria cambia nel tempo in funzione del suo grado di carica, ma soprattutto (b) i generatori hanno, sulle uscite, dei sensori che sono studiati per regolare la tensione e la corrente del generatore/regolatore in relazione alla curva di carica della batteria.
E qui, a mio modesto avviso, casca l'asino: i sensori "pensano" che ai loro morsetti ci sia una batteria e basta, e in base a questa ipotesi sono programmati per fornire i comandi (tensione/corrente di carica) al generatore/regolatore.
Se ai morsetti noi aggiungiamo altri generatori (leggi regolatori o anche alternatori) che erogano le loro correnti alle loro tensioni, i sensori sicuramente interferiscono tra loro (come ha fatto giustamente notare gc-gianni).
Quindi le leggi di Kirchoff vanno a pallino perché intervengono circuiti elettronici attivi che fanno sì che i regolatori cambino i loro parametri in output in funzione del comportamento dei loro "colleghi".
In teoria, quindi, se volessimo essere sicuri di come avviene la carica dovremmo utilizzare per le batterie un solo generatore per volta. E quindi solo il caricabatterie da 220 V o solo l'alternatore o solo un regolatore pannelli alla volta, staccando di volta in volta tutti gli altri. E quindi, rimanendo all'argomento di questa discussione, meglio utilizzare un solo regolatore.
Ma questo è poco pratico e probabilmente inutile, in base alla fiduciosa conclusione di gc-gianni.
Io comunque quando ho la 220 attaccata, non metto mai in moto per evitare un conflitto tra alternatore e caricabatterie. Eccessiva precauzione?
Forse a questo punto sono più utili i riscontri dall'esperienza! Ad esempio se nessuno stacca i pannelli quando va a motore (e quindi il regolatore "concorre" con l'alternatore, che è un oggetto ben diverso) o quando attacca la 220 V in banchina (e quindi pannelli e caricabatterie funzionano insieme), credo che si possa essere fiduciosi che due regolatori facciano meno "confusione" tra loro due rispetto ai casi precedenti.
Passata ormai (ahimé) l'estate, qualcuno può raccontare la sua esperienza?