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...per barche leggere (e carene plananti)? E per barche pesanti?
Poiché mi sembra un argomento di un certo interesse, anche se ci sarebbero diversi fattori da valutare, colgo lo spunto da altra discussione per conoscere, in linea di massima, anche il Vs parere (quello di tiger lo so già). 
ciao
"Quelli che s'innamoran di sola pratica senza scienza, son come il nocchiere, ch'entra in naviglio senza timone o bussola, che mai ha certezza dove si vada. Sempre la pratica dev'esser edificata sulla bona teorica". Leonardo da Vinci.
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il contrario di planante può essere solcante?? perchè dislocante??
per una barca solcante mi piace l'idea di vele capienti.
i Responsabili. chissà quanto pagarebbero per essere comprati
mi dispiace aver venduto la Gitana ma son contento
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Magre
Difficili, ma per me, sui Ganzuria, migliori.
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penso che è abbastanza indipendente dal tipo della barca, grasse per poco vento e magre con più vento
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Attenzione, Einstein casomai mi corregga, ma il 3D si riferisce al taglio della vela, ai camber di progettazione della vela, al giro d'albero e al giro strallo, non alla sua regolazione: ovvio che uno può ingrassare una vela magra, ma ancora più può smagrire una vela grassa.
A mio avviso una barca leggera, con poca inerzia, abbisogna di vele grasse per riaccelerare a bisogno, che poi saranno smagrite a bisogno (belin, vang, base, cunningham...).
Ovviamente mia povera opppinione, peraltro condivisa
Tra me e il mare comanda il tempo...
Leandro
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Vele grasse più difficili da regolare, l'angolo d'incidenza nel quale sviluppano la massima forza aerodinamica ha un settore molto piccolo ed è facile sbagliare. Se ho una barca di 13 m lft. che pesa 10 ton. e solo 80 mq. di vela tra genoa randa se non faccio delle vele grasse non mi muovo. Se la stessa barca pesa 4 ton. e 130 mq. di vela non serve fare le vele grasse.Con le vele grasse non si stringe. I neo Zelandesi hanno vinto la coppa America per la seconda volta con le vele più grasse della nostra barca, in finale. Le vele sono un'oppppppinione.
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Così a naso direi vele magre per barche plananti che non hanno problema a crearsi dell'apparente, grasse per le pesanti, più potenti per dar loro la possibilità di partire. IMHO
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Citazione:tiger86 ha scritto:
Attenzione, Einstein casomai mi corregga, ma il 3D si riferisce al taglio della vela, ai camber di progettazione della vela...
Si, esatto! 
In effetti, posto così, può dar adito ad essere mal interpretato.
ciao
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Ovviamente nè obese nè anoressiche, ma con il grasso giusto.
Se proprio devo scegliere fra le due risposte sbagliate per le vele del fun do il voto a 'grasse' perchè:
- è più frequente regatare con poco vento che con tanto
- è più facile depotenziare una vela grassa piuttosto che dare forma a una tavoletta
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io ultimamente ho scoperto l'importanza del tanto grasso da dare alla randa. la mia è 45 piedi, 13 ton e 107 mq di vela totale. con poco vento (da 4 a 6 nodi di reale) porto di più al centro il boma e do grasso più della norma, andando oltre anche le tacchette indicatrici che sono sulla varea. La barca così va molto più veloce. Dopo provo anche a cazzare la base e contestualmente a diminuire l'angolo di incidenza al vento spostando il boma . devo dire che se il mare è la corrente sono favorevoli (e la carena è pulita), sfruttando l'aumento del vento apparente la barca riesce a risalire meglio mantenendo la stessa velocità (oppure aumenta la velocità mantenendomi costante come angolazione al vento).
Prima che facessi la carena, il grasso dovevo mantenerlo sempre, altrimenti la barca non camminava.
QUando il vento inizia a salire, allora inizio a cazzare pian paino la base e ad 'aprire' il boma sottovento.
UNa cosa che ancora on ho compreso è quale regoalzione fare alle andature al traverso e lasco. Alcuni amici sostengono di dare grasso atraverso la base, altri di cazzare ed appiattire la vela il più possibile.
Io faccio così, ma non sono convinto: appiattisco (rispetto al vento ed alla bolina che stavo facendo) la vela cazzando il vang, la base e la drizza 'aprendo' il più possibile la vela per spostar ein avanti il centro di spinta.
E' corretta questa procedura?
Voi come vi regolate in tal caso?
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10-06-2011, 16:33
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 10-06-2011, 16:43 da einstein.)
Poiché nelle andature al traverso e lasco stretto, la componente propulsiva è massima (anche ben orientata) e la resistenza minima, meglio cercare la massima potenza possibile,
lascando tesabase, belin, drizza e cunningham (se in tensione) e nel contempo controllare lo svergolamento (più importante che in bolina) col vang, lasciando tutti i filetti orizzontali, anche quello alto deve fileggiare per la maggior parte del tempo.
Con il genoa purtroppo non si hanno tutte queste opportunità di regolazione e, a parte spostare più esternamente possibile il punto di scotta con un barber, che sarà comunque manovra sempre insufficiente, e portare un po' avanti il carrello per ridurre lo svergolamento, la vela risulterà sempre mal orientata; quindi un buon compromesso potrebbe essere far portare correttamente la vela nella parte centrale, quindi risulterà un po' più aperta in alto e un po' più chiusa in basso.
Siamo andati un po' fuori tema. 
ciao
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einstein, grazie per la . mi è davvero tutto molto più chiaro. infatti, consideravo il fattore potenza in maniera errata. di bolina, infatti, la potenza causa sbandamento e scarroccio se eccessiva perchè ti costringe a tenere un angolo di incidenza maggiore a danno del centro di spinta che viene spostato più verso . quindi occorre trovare il giusto compromesso tra potenza ed incidenza.
Ma come orientarsi in tal senso? molti dicono di fare delle prove e mettere poi dei segni alle scotte e . io non sono tanto cncorde con questa cosa, perchè è come colui che a scuola impara a memoria le interrogazioni e le formule.
Come vi regolate? sicuramente ognuno conosce a memoria la propria . in generale, dico, quali prove fate per capire se vale più la pena cazzare o meno un po' di base ecambiar eid conseguenza l'angolo di incidenza?
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O.T. !!!
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Richiamato all'ordine di là, vengo di qua.
Parafrasando Gaber, le vele dovrebbero essere .:
A parte gli scherzi, ora sono un po' 'preso'. (mi ha anche telefonato furko che domani ha bisogno di me a P.to S. Rocco e dunque ciò che dovevo fare domani lo devo fare oggi).
Perdonatemi, ma prometto che appena ho un'attimo di tempo posto qualcosa di 'meno a sensazione' (leggi 'tecnico ma non troppo')che devo ripescare dai ppt delle ultime serate e riordinare, perchè ovviamente mancano le spiegazioni orali da trascrivere.......
Ciao
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Citazione:tiger86 ha scritto:
Attenzione, Einstein casomai mi corregga, ma il 3D si riferisce al taglio della vela, ai camber di progettazione della vela, al giro d'albero e al giro strallo, non alla sua regolazione: ovvio che uno può ingrassare una vela magra, ma ancora più può smagrire una vela grassa.
A mio avviso una barca leggera, con poca inerzia, abbisogna di vele grasse per riaccelerare a bisogno, che poi saranno smagrite a bisogno (belin, vang, base, cunningham...).
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Tiger, hai fatto il cappello giusto, ma poi quando spieghi la tua opppinione parli di smagrire ed ingrassare. Quindi non ho ben capito il tuo punto di vista. Me lo rispiegheresti? Scusa ma so de coccio.
Ciao
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Pure io so de coccio, perchè non capisco dove sta il tuo dubbio.
la questione è il taglio della vela, la sua progettazione, poi in barca ti puoi trovare una vela grassa come una vela magra.
Che farai tu?
Adatterai la vela alla tua navigazione, la smagrirai quando serve smagrire e la ingrasserai quando serve potenza.
Ore queste regolazioni hanno efficacia diversa e richiedono impegno diverso a seconda della 'vocazione delle vela'.
Ho spiegato meglo la mia opppinione Edolo?
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Leandro
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Ci riprovo Tiger
Citazione:tiger86 ha scritto:
Attenzione, Einstein casomai mi corregga, ma il 3D si riferisce al taglio della vela, ai camber di progettazione della vela, al giro d'albero e al giro strallo, non alla sua regolazione: ovvio che uno può ingrassare una vela magra, ma ancora più può smagrire una vela grassa.
A mio avviso una barca leggera, con poca inerzia, abbisogna di vele grasse per riaccelerare a bisogno, [b]che poi saranno smagrite a bisogno (belin, vang, base, .]).
Ovviamente mia povera opppinione, peraltro condivisa 
Nel senso, se parliamo di taglio della vela, ed è qui il mio dubbio, la cosa preclude il discorso delle regolazioni, che in entrambi i casi a seconda delle andature e delle condizioni andrebbero fatte, o parliamo solo di un discorso di potenza della vela? O son proprio fuori strada?
Io mi immagino una vela grassa quando è più concava rispetto ad una uguale ma più magra, con una distanza corda-punto perpendicolare alla circonferenza minore rispetto ad un grassa. Scusa i termini, non sono troppo tecnico, ma spero di aver reso l'idea.
Ciao
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