Edolo, marceff ci ha detto chiaramente che i suoi problemi derivano dal mucchio di catena che sale fin sotto al verricello, e impedisce lo scarico della catena in uscita dal barbotin. E' un problema noto e tipico di chi ha troppa catena e/o con troppo attrito tra le maglie rispetto alla capienza della cala ancora. Se cominciamo ad ipotizzare altre cose, tipo catena non calibrata, facciamo un polverone; oltretutto non sembra che marceff sia uno sprovveduto, quindi crederei a quello che dice. Infine, come già riconosci tu, le problematiche di salpare a mano su una barca di 3 t. o di salpare col verricello su una barca di 11 t. sono diverse.
Marceff, Maggi è, insieme a Rigamonti e a pochi altri, un importante e affidabile catenificio italiano. Che mi risulti è per ora l' unico che commercializza catene zincate ad alta resistenza (altri le commercializzano, ma non zincate) Aqua 7 è il nome commerciale della sua catena nautica grado 70, che cioè regge a rottura 70 kg per mm quadro; la catena nasce grado 80, e poi viene declassata a 70 dopo i trattamenti termici della zincatura. Una buona catena normale è grado 30, una inox grado 50. Di conseguenza il carico di rottura di una 10mm normale dovrebbe essere 4710 kg (5x5x3,14 X 30 X 2) ed è dichiarato 5100 kg (evidentemente è qualcosa più di grado 30), mentre il carico di rottura di una grado 70 da 8 mm dovrebbe essere 7033 kg (4X4 X 3,14 X70 X2) ed è dichiarato in 7000 kg. A causa della maggiore fragilità della catena ad alta resistenza, il carico di lavoro è stato calcolato solo a 1/5 della rottura , quindi 1400 kg, mentre per la catena normale il fattore di sicurezza è 1/4, quindi 1250 kg.
Dobbiamo, per inciso, fare sempre riferimento ai carichi di lavoro, mai a quelli di rottura.
Consegue che la catena in questione da 8 mm ad alta resistenza non solo è assimilabile, ma è superiore come caratteristiche di resistenza a una 10 mm standard.
http://www.maggigroup.com/Valxer/1014297...20cime.pdf
Perchè il tuo gavone non è stato progettato...?? forse perchè la tua barca era concepita per le regate? forse perchè ai tempi dello IOR anche il Tirreno non era l' inferno che è adesso? O qualche proprietario prima di te ha abbassato il salpaancore? Direi che quì e ora interessa poco. Del resto anche le barche che vedi per saloni oggi non è che abbiano poi tutta questa razionalità di progetto, son fatte per colpire Lui e Lei in salone, non per farli navigare e poi star fermi (cosa quest' ultima non meno difficile che navigare) nelle realtà del mare.
Gli americani... non so come vanno per mare gli americani, so anch'io che usano ormeggi misti, con grandi quantità di cima in caso di burrasca (essendo la quantità di catena costante, quando aumenta il vento ciò che dai in più è cima).
La cima ha due grandissimi vantaggi: la leggerezza quando navighi e un tipo di elasticità virtuoso, nel senso che con poco vento e piccole variazioni di intensità ti tiene la barca abbastanza nel solito posto, ma quando il gioco si fa duro ha un coefficente di elasticità notevole, che consente alla barca di ammortizzare molto le sollecitazioni; mentre la catena con poco vento ti fa andare avanti e indietro quasi della altezza del fondo, mentre con venti forti diventa rigidissima. Proprio il contrario del desiderabile!
Il grosso problema della cima, in condizioni veramente difficili, è la debolezza nei punti di sfregamento (anche di arrivo a bordo: resoconti di equipaggi americani sorpresi da burrasche spesso rimarcano questo problema). In situazioni meno difficili i problemi sono la agggressività delle altre barche che cazzeggiano, e la necessità di dare più calumo, che sono problemi particolarmente gravi nei tipici affollamenti dei nostri mari, più forse che dei mari americani.
E' evidente che anche passando da una catena da 10 a una da 8 devi aumentare un po' il calumo per avere lo stesso angolo di tiro sull' ancora, ma in maniera molto più limitata che usando linee miste.
Un altro problema della cima è forse la valutazione del suo invecchiamento. E poi l' ingombro, che quando la cima si indurisce un po' è secondo me superiore all' ingombro della catena. Ma sopratutto: chi e come la gestisce, la cima, su una barca di più di 10 tonnellate?
gandalf, con una cima da 1 cm fai poco (le migliori di nylon hanno un carico di rottura di 2700 kg, con un coefficente tra rottura e lavoro che pochi si prendono la responsabilità di dichiarare) Su una barca come quella di marceff ci andrebbe almeno una 20 mm (resistenza quadrupla) che ingombrerebbe tanto, costerebbe, non sarebbe gestita dal verricello da solo, non azzardarti a farci un nodo perchè la resistenza ti dimezza, su fondali con scogli hai il terrore che abbia fatto o possa fare in seguito un giro o semplicemente un passaggio strano su qualche roccia aggressiva, devi filare un sacco di metri in più, hai davanti alla prua molti metri dove la cima corre quasi orizzontale scendendo lentamente sotto il pelo dell' acqua, avresti i soliti problemi di arrivo a bordo (dovresti avere la galloccia vicinissima alla bocca di rancio per evitare lo sfregamento in quest' ultima dovuto all' allungamento elastico del pezzo di cima tra galloccia e bocca di rancio)...
Poi ci si può organizzare per fare tutto.