(24-02-2019 18:49)bullo Ha scritto: Anch'io in barca con gli amici dico: Fioi strambemo.
Se invece sto facendo lezione per la patente devo far fare agli allievi l'Abbattuta altrimenti il giorno dell'esame me li bocciano se dicono Strambare.
A Venezia impropiamente chiamiamo la randa " la vela"; la barra " riboa, ribolla" termine dialettale Genovese.
Come al solito non ho capito quello che scrivi cerco di sforzarmi ma non cè la faccio, chiedo scusa.-
gli aspetti tecnici li conosci, magari coi nomi dei fenomeni fisici non ti trovi.
mi piace condividere che: stramba si dice ma non si scrive.
ti sei mai accorto che quando la randa sta per "strambare" la tensione sulla scotta sparisce? mai dato il colpetto e fatta passare un attimo prima che passi da sola?
se si.. e' una cosa che succede quando il vento smette di arrivarle da un lato e comincia ad arrivarle dall' altro.
il vento non e' ne una mitragliata ne un gas perfetto.
e' un fluido viscoso.
per generare spinta ha bisogno di avere un senso di rotazione intorno alla vela.
per questo per prima cosa individua un "punto di ristagno" poi comincia a scorrere sulla vela.
questo fa si che dove la sezione della vela e' piu stretta la nuova "pressione" arrivi prima, sul boma ci mette di piu (i piu smaliziati riescono a vederla partire in alto e riescono a orzare e rientrare).. piu o meno il doppio di quello che il vento reale ci mette a percorrerlo, con 20 nodi, 10 metri al secondo, e un boma lungo 5 metri.. hai piu di un secondo di tempo da quando la scotta smette di essere in tensione a quando rientrera in tensione sulle altre mura.
magari bullo non lo capisci ma.. so che lo hai osservato mille volte.
ciao