ALPA - IT - alpa 38
alpa 38 sailing cruiser (1975) by S&S
dal libro: alpa 1956- 1998 dell'Arch. Davide Zerbinati
Il sailing cruiser è nato dalla grande richiesta del pubblico che desiderava un prodotto della stessa filosofia dell'A42, ma più piccolo.
Apparso al salone di genova nel1976 suscitò molto interesse, sia per le sue soluzioni interne che per il suo armamento.
Difatti la barca era prevista sia armata a sloop che ketch con soluzioni d'interni leggermenti differenti.
D'altro canto la firma dello studio newyorchese non ha mai deluso.
Il raggio d'evoluzione della barca è molto ridotto, la potenza dell'elica e il basso pescaggio, consentono manovre precise.
A motore la barca procede sui 6-7 nodi; la motorizzazione può essere affidata ad un Mercedes marinizzato Nanni 60 hp, o da 40 hp, in base alla preferenza espressa dal cliente.
A vela la sua 'grinta' esplode non appena il vento sale sopra i 10 nodi. La barca è stata concepita per essere manovrata da due persone e quindi l'albero nonè altissimo, ma sicuramente è sovradimensionato, questo ha permesso di ridurre ad un diametro di 8mm le sartie.
Con ogni vento questa barca si presenta sempre con un timone docile e sensibile, anche sotto spi.
Lo sbandamento date le forme dell'imbarcazione non supera mai i 25 gradi, cosa che non guasta ad una barca destinata alla crociera.
In coperta si ha un'impressione di spazio, sole e comodità oltre che marinità.
L'attrezzatura è tutta di primo ordine. Il pulpito in acciaio inox 316 garantisce una enorme protezione insieme al lifeline. I winch, 3 sull'albero, 5 in pozzetto ed 1 sul boma, riducono qualunque sforzo.
Potevano essere o Barbarossa, Lewmar o Barient. Il tangone è adagiato a prua nei suoi supporti.
Il pozzetto autovuotante è tutto in teak, vi possono trovare posto 10 persone, oltre al timoniere.
Sulla panca di dritta c'è il portello del gavone vele, molto grande e capiente, vi si accede attraverso una scaletta. Qui è riposta in un'apposito vano, la bombola del gas.
Un altro gavone lo troviamo a poppa, è autovuotante e quindi utilissimo per l'ancora di poppa,le pinne, le cime bagnate...
Gli interni erano rifiniti splendidamente. Nella versione sloop, partendo da prua troviamo il gavone dell'ancora, accessibile solo dalla cabina di prua, sotto la quale è possibile un grande stivaggio.
Nel gavoncino di sinistra sotto il materasso era possibile far installare un serbatoio morbido di 100 litri con imbarco in coperta, che andava a sommarsi ai 400 litri di riserva stivati in sentina nei serbatoi strutturali di vetroresina.
Si passa quindi alla dinette dove troviamo due divani e tavolo prolungabile. esisteva anche la possibilità di avere due letti alti abbassabili nel momento del bisogno. Dietro gli schienali della dinette ci sono ampi gavoni.
Sulla dritta si accede all'armadio cerate con luce interna e subito dopo alla toilette a tutta altezza. A sinistra si estende la cucina molto completa, con un lavello profondo, un frigo da circa 100litri e piano lavoro. Dalla cucina si accede al bagno di poppa esteso a murata, e si arriva nella cabina armatoriale di poppa che è amplissima. Due mezze paratie dividono le cuccette dal carteggio e da un grande armadio.
Diversamente per la versione ketch il passaggio era a dritta ed a scapito del carteggio che risulta alquanto sacrificato. La cabina di poppa era servita da un bagno a dritta, la cucina nel corridoio con panca del pozzetto apribile. Dinette e cabina di prua erano uguali alla versione sloop. Due gli ingressi dal pozzetto, uno verso prua, che da accesso alla dinette, l'altro verso poppa porta alla cabina armatoriale con tavolo di carteggio annesso.
I legni usati erano noce del Tanganika, mogano, teak, ciliegio; tutti quest legni trovano un delicato contrasto con l'isolamento del cielo tutto fatto di pannelli rivestiti in sky.
Le maniche a vento e gli oblò Goiot garantiscono una grande aereazione.
Lo scafo è costruito in vetroresina rinforzata, coperta a sandwich di balsa. Tra la coperta e il cielo vi è una intercapedine di 30mm, che garantisce il crearsi di umidità all'interno.
Le performance di S&S, e le qualità dell'alpa si erano unite per creare un prodotto che evidenziasse grinta e robustezza, serietà e giusto prezzo, credo ci siano riusciti.
Una barca del genere è fatta per chi ama il mare in ogni sua sfumatura, per chi ama vacanze vere,e, dati i tempi non può essere che un'ivestimento sicuro.
Dopo il 1980, lo stampo fu acquistato dai cantieri Dullia di Pedrengo (Bg), che mise in produzione la versione ketch con alberi appoggiati in coperta, aumentando la motorizzazione a 72 hp, cambiando il bulbo strutturale con un bulbo di maggir pescaggio (2,10m) fissato con dei perni e migliorando il timone. Gli interni sono derivati dalla versione ketch.
Dopo la chiusura del cantiere bergamasco gli stampi furono acquistati da un cantiere canadese, che non pagò mai le tasse di importazione al fisco, il quale procedette alla distruzione dello stampo con una ruspa.
I migliori venti.
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