I Forum di Amici della Vela

Versione completa: Pannelli solari per nautica - FORUM TECNICO
Al momento stai visualizzando i contenuti in una versione ridotta. Visualizza la versione completa e formattata.
Pagine: 1 2 3
Ciao a tutti!
Apro questo topic tecnico per condividere con voi quello che sono le mie conoscenze del settore che spero vi possano essere utili. Non andro' a parlare di marche , ma solo di informazioni tecniche generali.

Prenderò del tempo delle mie vacanze per scrivere questo post su alcuni argomenti che i clienti mi chiedono spesso sperando di poter aiutare qualcuno qui. Penso che sarà utile discuterli in un post pubblico in modo che tutti possano trarne beneficio. Alcuni di voi mi conoscono già perché hanno già acquistato alcuni pannelli solari flessibili dalla mia azienda, tuttavia con questo post vorrei solo condividere le mie conoscenze con voi. Mi pare come un dovere visto che seguo sempre questo forum per imparare nuovi aspetti tecnici della vela - un argomento in cui non ne so molto (non penso di essere un grande marinaio lol).


È difficile riassumere in poche parole questioni altamente tecniche, ma cercherò di darvi alcune nozioni di base su questo tema.

Capitolo 1
DIFFERENZE PRODUTTIVE DI PANNELLI SOLARI

PANNELLI SOLARI TRADIZIONALI (RIGIDI)
I pannelli solari tradizionali sono prodotti seguendo lo schema seguente:

Questo contenuto non e' visualizzabile da te Ospite. Se vuoi vederlo, REGISTRATI QUI .


PANNELLI SOLARI SEMI-FLESSIBILI
I pannelli solari semi-flessibili sono prodotti seguendo lo schema seguente, possono avere due o più strati incapsulanti (EVA o POE) e superfici diverse (PET, PTP, ETFE).

Questo contenuto non e' visualizzabile da te Ospite. Se vuoi vederlo, REGISTRATI QUI .


DIFFERENZE :
I pannelli solari semi-flessibili hanno un peso diverso (di solito l'80% in meno rispetto a quelli tradizionali) e possono assumere una forma più o meno curva, in base al tipo di cella e al processo di produzione.

NB: I pannelli rigidi o tradizioni sono MENO cari perché sono prodotti in linee di produzione automatiche, inoltre, poiché questi pannelli non devono flettere, i materiali utilizzati sono completamente diversi e molto meno costosi (troverete informazioni in merito al capitolo incapsulanti).
Tuttavia, il 90% dei pannelli rigidi non è coperto da garanzia se installato nell'ambiente marino. Solo pochi produttori li costruiscono seguendo gli standard del test "nebbia salina". Ciò significa non solo che ovviamente il produttore del pannello potrebbe rifiutare una sostituzione se installato in ambiente marino ma che questi prodotti (se non diversamente comunicato) vengono testati in ambiente marino.

Il test di corrosione consente di verificare la resistenza di componenti e materiali utilizzati in aree ad alta densità di nebbia salina. Infatti, il sale può ridurre la resistenza sia di metallo che di parti non metalliche. Il livello 1 del test di corrosione, secondo la normativa IEC60068-2-52, viene utilizzato per testare prodotti utilizzati in ambienti marini o vicino al mare ed esposti a queste condizioni per la maggior parte della loro vita lavorativa (ad esempio articoli navali). Il livello 1 viene solitamente utilizzato come test di corrosione generale nelle procedure di garanzia per la qualità dei componenti.
Questo test dura in genere 28 giorni ed è composto da 4 cicli. I moduli vengono inseriti in una stanza specifica per 7 giorni. Una soluzione di nebbia salina è nebulizzata nella stanza a 33 ° C e all'85% di umidità. Questa procedura viene ripetuta per periodi in ogni ciclo di prova. Il test di laboratorio accelerato simula gli effetti di un ambiente caratterizzato da un'alta concentrazione di sali, durante l'intera vita del pannello.



Capitolo 2
POLICRISTALLINO - MONOCRISTALLINo - SUNPOWER ecc

prima di tutto, vorrei sottolineare che LE CELLE SUNPOWER SONO CELLULE MONOCRISTALLINE. Hanno la stessa struttura di celle monocristalline, l'unica differenza è che hanno contatti sul retro della cella, permettendo così di avere una superficie di produzione uniforme. Poiché BUSBAR non sono presenti sulla cella, produce più potenza nominale alla stessa quantità di superficie. Per questa ragione parlerò di Sunpower come di qualsiasi altra cellula monocristallina.

La principale differenza tra mono e policristallino è che il primo solitamente raggiunge una percentuale più alta di efficienza (w / m2). Tuttavia, questo divario è stato ridotto negli ultimi anni ed è ora di circa l'1,5%-5% (tra il migliore mono e il migliore policristallino).
D'altra parte, i pannelli policristallini sono meno costosi (il processo di produzione è più semplice) e solitamente più flessibili.

Qual è il migliore?
L'unica risposta è: dipende dalla situazione ...
I pannelli monocristallini producono di più se perfettamente orientati quando il sole è perpendicolare alle celle (orientamento dei cristalli), al contrario, quelli policristallini avranno picchi di produzione inferiori quando il sole è perpendicolare alle celle e picchi più alti (ovviamente in rapporto al monocristallino) quando non sono perfettamente esposti al sole. Omettiamo la descrizione delle ragioni (orientamento dei cristalli).


Mostrerò un semplice video, realizzato per mostrarvi ciò che ho spiegato. I pannelli sono disposti come se fossero su Bimini (distesi). Risultati: pannello Sunpower: 4.5A; pannello in policristallino: 5A (medesime potenze). Se invece fossero stati orientati verso il sole diretto, il risultato sarebbe stato il contrario.


https://youtu.be/EYxvz4bLsQk

Capitolo 3
Differenze tra pannelli solari semi-flessibili

Proverò a spiegare le differenze tra i pannelli e come questo influenza il prezzo.

Numero di strati: i pannelli semiflessibili sono costituiti da almeno 5 strati. I pannelli cinesi (parlo di cinesi perche' solitamente sono i basso costo del mercato) usano solitamente 5 strati, al fine di mantenere bassi i prezzi (la struttura è simile a quella dei pannelli rigidi). I pannelli di alta qualità sono generalmente composti da 7 o 9 strati, in base al tipo di strati superiori e inferiori.

Qualità delle celle: come tutti i prodotti industriali, anche le celle hanno una valutazione delle loro qualità. Sono divisi in:
1. GRADO A: cella perfetta
2. GRADO A-: (valido solo per mono) la cella è perfetta dal punto di vista tecnico ma come colore non uniforme
3. GRADO B: cella non perfetta (possibilita' di veloce decadimento)
4. GRADO C: cellula con difetti (prestazionali)
- Tipo di BUSBAR e connessioni, argento o alluminio e quantita' dei busbar (ne parlero' in seguito nel capitolo sulla contattazione)
- Materiali di produzione, incapsulanti EVA oppure POE, PET o ETFE (Maggiori informazioni nei prossimi capitoli).


Come possiamo riconoscerli? Purtroppo e' impossibile se non si dispone di una macchina flash test. Ad ogni modo, alcuni pannelli cinesi con celle Sunpower sono venduti ad un prezzo uguale al prezzo di acquisto delle celle di Grado A Sunpower. Questo può farti capire che le celle usate non sono di classe A.





Rivestimento in PET: è utilizzato come rivestimento esterno per pannelli flessibili perché ha una buona resistenza meccanica, malleabilità e flessibilità.


Dato il grado e la durata della protezione offerta dall'uso di questi materiali, è difficile suggerire un uso indiscriminato in aree con condizioni meteorologiche avverse costanti o persistenti. È noto che il PET ha una bassa resistenza termica a breve termine e pertanto l'uso in ambienti molto caldi non è raccomandato.

Inoltre, il PET non è in grado di resistere agli attacchi chimici causati dai vari composti acidi e alcalini disciolti nell'acqua che, a lungo andare, causeranno ingiallimento e quindi delaminazione o rottura dello strato di plastica.

I punti di forza di questo tipo di prodotto si concentrano quindi sulla flessibilità del pannello, sul suo peso ridotto e sulle sue ridotte dimensioni (sia per il pannello che per la scatola di giunzione) e soprattutto per il risparmio economico dovuto all'uso di plastica ampiamente utilizzata e facilmente reperibile dai produttori.


Tuttavia, se consideriamo un campo di applicazione come quello nautico, ci rendiamo conto che queste proprietà, sebbene sicuramente benefiche, non sono sufficienti a garantire un'alta durabilità del prodotto.
In mare, l'esposizione agli agenti deterioranti è praticamente costante e, in alcuni casi, lo stress fisico causato da condizioni di mare molto difficili può anche causare danni alle celle fotovoltaiche se non hanno una protezione adeguata. Per questo motivo, i pannelli con le migliori prestazioni sono costruiti utilizzando ETFE.


Etfe è un fluoropolimero o un polimero (una macromolecola costituita da una catena delle stesse molecole) che contiene atomi di fluoro.
La molecola di base è l'etene, il più semplice degli alcheni, idrocarburi insaturi con un doppio legame covalente tra due atomi di carbonio. La sua formula chimica è C2H4. La caratteristica principale dei polimeri fluorurati, e in particolare dell'ETF, sta nel fatto che la maggior parte dei legami chimici presenti sono di C-F (Carbon-Fluoro), uno dei legami covalenti ad alta energia.
Ne consegue che le molecole sono molto stabili, in grado di sopportare elevati livelli di stress termico e aggressione chimica, più di altri polimeri. Questo è uno dei motivi importanti per cui lo usiamo per i nostri prodotti nautici.
Inoltre, Etfe è totalmente permeabile ai raggi UV, quindi la trasparenza dell'Etfe è del 95% per un raggio da 400 a 600 Nm, ovvero lo spettro della luce visibile, con una percentuale di luce diffusa del 12% e luce diretta uguale a 88%

capitolo 4
Incapsulanti e contattazione fra le celle

Una delle criticita' principali dei pannelli fotovoltaci sono la tipologia di contattazione tra le celle e e il tipo di incapsulante utilizzato.

L'incapsulante, e' il materiale (solitamente un termoplastico) che viene pressofuso in fase di laminazione diventando il vero collante tra I vari strati formanti il corpo del pannelli (Front sheet, celle, backsheet).
Come qualsiasi prodotto, ce ne sono diversi a seconda delle esigenze. In campo fotovoltaico il piu utilizzato e' l'EVA (etilene vinil acetato) è una materia plastica copolimerica di etilene e acetato di vinile.
Nella produzione di pannelli solari fotovoltaici vengono usati fogli di EVA per sigillare il tutto. Le celle, assemblate in stringhe e connesse in serie, vengono racchiuse fra due fogli di EVA a formare una sorta di sandwich; poi il pannello solare fotovoltaico, ancora diviso in molti strati: Vetro + EVA + celle + EVA + Foglio posteriore (Back sheet), viene sottoposto ad un processo termico sottovuoto, chiamato laminazione, che portando l'EVA a temperature superiori a 150 °C per tempi di circa 10 minuti, permette la polimerizzazione dell'EVA e incapsula ed isola il tutto dall'aria, garantendo così un tempo di vita molto lungo.

Questo materiale e' molto poco costoso, e va bene per I pannelli con cornice, perche' il suo piu grande problema e' che e' la sua barriera all'umidita' e' molto bassa. Ne consegue che senza una barriera protettiva data dalla cornice l'umidita' penetra creando due annosi problemi - sopratutto nei pannelli solari semi-flessibili poco costosi – la delaminazione e l'ossidazione delle celle fotovoltaiche.

Questo non avviene nei pannelli tradizionali con cornice perche' lo strato di silicone posto tra il pannello e la cornice crea la barriera all'umidita' necessaria, e vero pero', che se la cornice subisce urti la base siliconica puo' compromettersi facendo si che l'umidita' possa entrare.

Altro discorso si deve fare per gli incapsulanti quali I derivati dalle poliolefine (PO e sue derivati) di cui il piu comune e' il poliossietilene (POE), un polimero preparato per polimerizzazione dell'ossido di etilene .

Questa tipologia di incapsulante ha caratteristiche meccaniche superiori all'EVA ma soprattutto fornisce una barriera all'umidita' di gran lunga piu alta permettendo di realizzare pannelli vetro-vetro oppure semi-flessibili eliminando completamente la problematica della delaminazione da infiltrazioni d'umidita'.

Questo prodotto viene utilizzato anche da alcuni prodottori (LG per esempio) per le linea di prodotto di alta fascia, anche per pannelli tradizionali con cornice.

Ma dove sta la differenza sostanziale oltre alle qualita' tecniche? Il prezzo.
L'incapsulante POE costa ben 10 volte di piu di un incapsulante EVA di buona qualita', si non il doppio, bensi' 10 volte di piu' mediamente. Questo prodotto incide fino al 40% sul costo del pannello sui pannelli semi-flessibili, piu di quanto incida la differenza tra una cella di qualita' e una cella di bassa qualita'.


Un altra caratteristicha importante da tenere conto nell'acquisto di un pannello sia che questo sia flessibile oppure rigido e' la contattazione fra le celle.

Facciamo un distinguo, nel caso dei pannelli tradizionali la presenza di saldature interne al pannello non e' solitamente una particolare criticita' se quest'ultime sono eseguite in modo appropriato. Questo perche il pannello ha una propria rigidita' dovuta al vetro temperato, e se non subisce colpi sulla parte posteriore (che e' identica a quella di un pannello semi-flessibile) non c'e' possibilita' che si possano rompere le saldature (propriamente dette contattazioni) tra le celle.

E' pur vero pero'che piu sono I punti di saldatura piu busbar ci sono. I busbar (BB) non sono altro che le “autostrade” nelle quali vieni convogliata l'energia meno sono le perdite perche' la temperatura media della cella si abbassa.

Sostanzialmente facendo un paragone abbastanza banale, piu autostrade ci sono a parita' di traffico, e piu il traffico scorre regolare senza ingorghi.

Dunque ogni buon produttore cerca di utilizzare celle con il maggior numero di busbar (solitamente ora da 4BB a 6BB) anche se con la contattazione tradizionale a saldatura, ogni bussbar in piu comporta si un miglior pannello ma anche maggiori costi perche' bisogna modificare I robot che eseguono le saldature.

Ci sono invece tecnologie diverse per la contattazione tra le celle che si sposano perfettamente con il pannello solare semi-flessibile che sono le contattazione dette multi-wire . Queste tecnologie che a seconda della tipologia (e del brevetto) si chiamano Smart-Wire, Day4 o Gwire sono tutte tecnologie di contattazione senza saldatura. Viene creato un reticolato di minuscoli fili in lega di argento che si saldano sulla cella al momento della laminazione. Questo fa si che non ci siano punti di saldatura con immissione di materiale, ma che le contattazioni fra le celle siano create da un reticolato che diventa parte stessa della cella eliminando cosi la possibilita' di rottura in prossimita' della saldatura tra le celle – la parte piu sensibile alle rotture meccaniche.

Queste tecnologie quindi creano dai 16 ai 24 busbar per ogni cella, creando cosi le migliori condizioni per la dissipazione del calore.

Inoltre e' la gestione del microcracking una delle funzioni principali di questa tecnologia, sopratutto nei pannelli semi-flessibili ma anche nei pannelli tradizionali, si creano miniscole rotture all'interno della cella dati da stress meccanici anche solo creati dagli sbalzi di calore. Queste micro rottura creano perdite maggiori con contattazioni a saldatura tradizionale perche' la rete di bussbar e' meno distribuita.

Questo contenuto non e' visualizzabile da te Ospite. Se vuoi vederlo, REGISTRATI QUI .
Questo contenuto non e' visualizzabile da te Ospite. Se vuoi vederlo, REGISTRATI QUI .

Capitolo 5
Installazione: parallelo o in serie?
Domanda classica, risposta semplice. Parallelo quando il pannello potrebbe essere potenzialmente coperto da ombre. Se i pannelli sono compatibili, la soluzione migliore è installarli utilizzando diodi Schottky. Ho trovato questo video (che mi consente di evitare una lunga spiegazione) che spiega brevemente perché preferire l'installazione in parallelo.


https://youtu.be/1qD3mN8VotQ

Sono a disposizione per eventuali domande
Buon vento!
‐---------
Capitolo 5
Installazione: parallelo o in serie?
Domanda classica, risposta semplice. Parallelo quando il pannello potrebbe essere potenzialmente coperto da ombre. Se i pannelli sono compatibili, la soluzione migliore è installarli utilizzando diodi Schottky. Ho trovato questo video (che mi consente di evitare una lunga spiegazione) che spiega brevemente perché preferire l'installazione in parallelo.


https://youtu.be/1qD3mN8VotQ
-----------

Quel video è un po fuorviante, ormai molti produttori inseriscono nel pannello più diodi di bypass e questo permette di ovviare parte del problema ed in alcuni casi aver un miglior rendimento rispetto al parallelo.
Io ho fatto la prova sui miei pannelli e regolatore mppt, con ombre parziali in 7 casi su 10 avevo maggior W con il collegamento in serie.

P.S. comunque complimenti per il post ;-)
Bel post, grazie!
Hai provato, nel tuo caso a coprire solo una cella? Hai detto bene, i pannelli hanno diodi di bypass interni ma lavorano sulla serie di celle, non sulla cella singola
Ho provato coprendo una cella per stringa, una intera stringa, un pannello completo ed il risultato è stato a favore del parallelo solo nei casi di un pannello interamente coperto, in tutti gli altri casi il seriale o dava i medesimi W o di più... con il vantaggio che si possono dimezzare le sezioni dei cavi.
Non voglio dire che il seriale sia migliore, ma secondo me non bisogna nemmeno demonizzarlo dato che ormai quasi tutti i produttori seri inseriscono 2 o più diodi di bypass.
La cosa migliore sarebbe un pannello un regolatore, ma dato che non tutti hanno voglia di spendere tanto o a livello di impianto sarebbe un casino, ritengo che seriale e parallelo siano entrambi valide soluzioni da prendere in considerazione in funzione di dove mettere i pannelli.

Un esempio, due pannelli con ognuno 2 diodi di bypass su bimini con sopra un boma che potrebbe causare ombra su una stringa, con il seriale in caso di una stringa in ombra si ottiene comunque un 75% di produzione, con il parallelo circa un 60% dato che tutto il pannello con la stringa in ombra deve lavorare come se fosse tutto ombreggiato.
mooolto interessante,

grazie
Chiedo scusa se non è il post adatto.
Col motore acceso devo staccare il pannello?
Pannello semiflessibile 100 W regolatore 10 mppt
Grazie
Sei fuori tema, comunque leggi qui: Questo contenuto non e' visualizzabile da te Ospite. Se vuoi vederlo, REGISTRATI QUI .
grazie Iansolo
grazie per il post di aggiornamento dettagliato!

Una domanda che spero sia in topic: esiste un modo "semplice" per capire quando un pannello sta iniziando ad arrivare a fine vita (per un motivo o un altro, cella bruciata, etc) e quindi a generare meno? Semplicemente i volt che arrivano al regolatore o c'è qualcosa di più che si può misurare?
Premessa, se si parla di piccole perdite e' molto difficile notarle senza una macchina flash test. I pannelli producono energia elettrica in funzione dell'intensita' della radiazione solare, se per noi un giorno soleggiato vale un altro purtroppo non e' cosi quando si va ad analizzare l'intensita' solare. Ci potrebbero essere giorni nei quali pur essendo soleggiato l'intensita' W/M2 del sole e' bassa per colpa di umidita' ad alta quota per esempio, oppure intensita' alta ma temperatura altrettanto alto che fa si che il pannello abbia grosse perdite. Ad ogni modo, il wattaggio del pannello e' composto da Volt x Ampere, dovrai tenere monitorati entrambi, se moltiplicando I volt e gli Ampere in varie misurazioni istantanee ti troverai con valori molto bassi di W rispetto a quelli di targa, potrebbe esserci un problema al pannello.

Il solo controllo del voltaggio invece non indica nulla, puoi avere il voltaggio normale di targa e un amperaggio decimale.
Si, esatto. Infatti ho un pannello da 100W (comprato da te qualche anno fa! Smile) che mi da' un voltaggio normale all'ingresso del regolatore - sui 18-19V quando in pieno sole e senza carichi. Ma di fatto produce ben poco, direi sempre nell'intorno di 1A - che va bene per il mantenimento invernale ma non mi aiuta tantissimo in rada. Mi chiedevo cosa provare a misurare per confermare se il problema è il pannello o eventualmente il regolatore...
Prova a controllare tutte le connessioni che non si siano ossidate, poi con un multimetro controlla la corrente in uscita dal pannello. Altra cosa da controllare i settaggi del regolatore, ogni tanto (raro ma succede) il regolatore puo avere problemi e non uscire mai dalla fase floating non andando mai in ricrica bulk.
Io vorrei mettere un "tettino" sopra al pozzetto centrale e sopra di esso dei pannelli. Ma quel luogo è quasi sempre infestato da ombre di manovre fisse (paterazzi o sartiame) e dal boma, in navigazione. Pensavo per questo di non prendere pannelli monocristallini ma poli o amorfi che magari producono meno sul picco ma lo fanno anche se parzialmente in ombra. Sbaglio???
Ciao Ennio!
Allora in linea di principio si, ma e' difficile dare una risposta certa. Mi spiego, la differenza tra quantita' di W al metro installabili tra poli/mono comparata a quella degli amorfi e' abbissale. Molto spesso se gli ombreggiamenti non sono eccessivi, il pannello cristallino avendo una potenza molto piu alta, pur essendo limitato dalle ombre , esprime una potenza superiore a quella dell'amorfo. Dunque, da qui, senza prove e' molto difficile dare una risposta, dipende da una serie infinita di variabili. Mi spiace non poter essere piu' utile di cosi.
(08-07-2019 10:55)enio.rossi Ha scritto: [ -> ]Io vorrei mettere un "tettino" sopra al pozzetto centrale e sopra di esso dei pannelli. Ma quel luogo è quasi sempre infestato da ombre di manovre fisse (paterazzi o sartiame) e dal boma, in navigazione. Pensavo per questo di non prendere pannelli monocristallini ma poli o amorfi che magari producono meno sul picco ma lo fanno anche se parzialmente in ombra. Sbaglio???

forse conviene mettere più pannelli piccoli, così si può ipotizzare che alcuni siano coperti ed altri in piena luce.... costerà di più...
che ne dice Velanera?
(10-07-2019 11:19)mhuir Ha scritto: [ -> ]forse conviene mettere più pannelli piccoli, così si può ipotizzare che alcuni siano coperti ed altri in piena luce.... costerà di più...
che ne dice Velanera?

Esatto solitamente e' la cosa migliore, piu pannelli piccoli ognuno con il suo regolatore (anche se fossero PWM per tenere basso il costo) e' sempre meglio che pannelli grandi che vanno in ombreggiamento con un solo regolatore MPPT.
(10-07-2019 11:38)VelaNera Ha scritto: [ -> ]Esatto solitamente e' la cosa migliore, piu pannelli piccoli ognuno con il suo regolatore (anche se fossero PWM per tenere basso il costo) e' sempre meglio che pannelli grandi che vanno in ombreggiamento con un solo regolatore MPPT.

Un dubbio che ho sempre avuto, fra 2 o più regolatori, sopratutto se non troppo sofisticati non si corre il rischio che uno senta alta la tensione, alzata degli altri e smetta di caricare?, come potrebbe succedere anche all' alternatore per es?
AdV, questo problema dei pannelli in ombra sulle nostre barche va affrontato seriamente da persone competenti. Una barca a vela, neanche ferma all'ancora può tenere un pannello esente dalle ombre della manovre fisse. E nessuno ha voglia di spostare pannelli o inclinarli quando è in vacanza. Di conseguenza vanno trovati tipi di pannelli atti a queste situazioni e i dati di carico "di picco" non sono significativi. Un amico, ingegnere elettrotecnico, per la propria baita, dopo varie considerazioni, ha messo pannelli policristallini e dopo un paio di anni ne è soddisfatto. La parola agli esperti. Ciao
(08-07-2019 10:31)VelaNera Ha scritto: [ -> ]Prova a controllare tutte le connessioni che non si siano ossidate, poi con un multimetro controlla la corrente in uscita dal pannello. Altra cosa da controllare i settaggi del regolatore, ogni tanto (raro ma succede) il regolatore puo avere problemi e non uscire mai dalla fase floating non andando mai in ricrica bulk.

Ad ogni modo scrivimi pure in privato, sono felice di aiutarti!

Anche io sono in una situazione analoga...io ho 2 pannelli da 100w in parallelo ma insieme arrivano massimo a 1.5A...posso avere anche io delucidazioni su cosa controllare?
Pagine: 1 2 3
URL di riferimento