Lo "scasso" del Sail Drive" che fa acqua
#1
Uso impropriamente il termine agricolo "Scasso" (come lo hanno già fatto già alcuni ADV) per indicare il foro rettangolare sul fondo dello scafo dove passa il piede del sail drive.
"Scasso" non è la scassa dell'albero. Come termine marinaresco significa una manovra impostata mare e realizzata peggio, l'ho scoperto adesso.
Ora che mi sovviene la parola "scasso" fà il paio con "furto"
@Bullo lo diamo un nome quel buco?.

Voglio condividere questa esperienza

Giugno 2020, durante l'alaggio per fare carena è stata sollevata la barca, solo di qualche centimetro, con la fascia di poppavia che abbracciava il piede,
Nell'immediato non ci sono stati danni (evidenti).

Luglio 2021, inizio a trovare poca acqua in sentina che esce dal controstampo vicino al bagno. Non sono le prese a mare e nemmeno le tubazioni, sospetto per la cassa acqua nere (incollata sotto il lavello) la svuoto, la lavo e disinfetto e la lascio asciugare e dopo qualche giorno cessa l'infiltrazione. Deduco erroneamente che l'infiltrazione derivi dalla cassa, ma intanto siamo a Settembre.
Cosa strana l'acqua aveva una salinità elevata, intorno a 75, quando il mare è tra 38 e 40.
Ho acquistato appositamente un densimetro a rifrazione perchè non volevo proprio assaggiare qell'acqua.

Maggio e Giugno 2022 una tranquilla crocierina primaverile senza intoppi, ma sempre controllando la sentina.

Luglio 2022, dopo una settimana di fermo al mio porto ed un anno esatto dalla prima infiltrazione siamo daccapo con la sentina bagnata. Che sia per la temperatura del mare ?
Questa volta l'acqua è molto di più, ed il flusso è in crescita, finirò per imbarcare 100 litri in 12 ore. Per la salinità si inizia con 60 per stabilizzarsi su 40.
La cosa si fà preoccupante non sapendo da dove entra acqua, avere a disposizione tappi di legno e la pasta stay-afloat non è utile ne confortante.
Posso contare su due pompe di sentina installate più una pompa di emergenza (scorta dell'autoclave) con una batteria aggiuntiva.
Prenoto un cantiere a Viareggio e mi trasferisco il 13 Luglio.

Dopo l'alaggio si capisce che l'acqua entrata in sentina torna indietro e gocciola dallo "scasso" del saildrive. Cioè un metro e mezzo a poppavia dal punto dove sorgeva in sentina.
Faccio intervenire un perito che effettua misure con una sonda ad ultrasuoni per cercare eventuali delaminazioni.

Per costruzione la flangia della membrana saildrive ed il basamento del motore sono parte intergale del controstampo, il quale è belin al fondo dello scafo ad eccezione della zona attorno al piede, cioè lo scasso è un foro che attraversa scafo e controstampo senza belin, solo un collante o forse stucco.
Nelle pareti laterali dello scasso si possono contare gli strati della laminazione.
La via di acqua si è aperta nel perimetro dello "scasso" attraversando (per alcuni centimetri) lo strato di collante tra scafo e controstampo, ha poi raggiunto lo spazio interno del controstampo per poi sorgere in sentina.

Si inizia la riparazione sbarcando motore e Sail drive.
Vista l'assenza di delaminazioni, la riparazione, è stata fatta, (potremo dire in maniera endoscopica o mini invasiva), secondo le indicazioni del perito in accordo con la ditta che ha eseguito il lavoro, con queste fasi:
-Rimozione della parte ammalorata lavorando dal sotto, con una piccola fresa, tra i due strati (scafo e CS) tutto intorno allo scasso.
-Allargamento dello "scasso" per liberare spessore idoneo alla successiva belin in verticale che unisca scafo e CS e che faccia anche da cornice
-Risanamento con resina caricata.
-belin, incorniciatura e stuccatura finale.
Nel rimontare motore e piede ho preferito sostituire la membrana che aveva solo 4 anni, per il sospetto di aver riportato danni nell'alaggio del Giugno 2020.
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#2
Don, grazie per la condivisione, ma la domanda sorge spontanea: chi ha pagato tutto sto scassamento?
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#3
Io naturalmente, resto nel dubbio tra il cantiere che ha fatto l'alaggio o un difetto della barca.
Se il difetto è nella barca potrei escluderei il costruttore a sfavore di un ignoto che ha sostituito il SD40 con SD50 su ordine del primo armatore scassando lo scasso con una raspa da legno.
SD40 e SD 50 dovrebbero avere le stesse misure, ma sullo scasso c'erano segni di scasso Smiley5
Se invece pensavi ad una polizza corpi, ebbene ora c'è l'ho.22
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#4
Escluderei la sostituzione del piede tra SD40 e SD50 perché l'ho fatta anche io nel 2013 e non ricordo proprio di modifiche apportate allo scasso.
Bene la corpi ma occhio che di solito c'è questa clausoletta di esclusione:
- le parti affette da vizi occulti, nonché le perdite o spese sostenute allo scopo di
rimediare ad errori di progettazione, costruzione o precedente riparazione.
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#5
Scusa ma non mi è chiaro, al momento non hai infilttazioni? O si?
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#6
@crocchidù per leggere le clausolette c'è l'altra metà del cielo (la moglie, ex assicuratrice) se lei mi dice ok, sono a posto.
SD40 vs SD50 OK, ma penso che qualche magheggio sia stato fatto.
Non ho termini di paragone di scassi, ho visto da vicino solo il mio, e mi sembra un po strampalato, Allego le foto del prima e del dopo, la freccia indica il punto dove entrava l'acqua.

@Wally la barca è stata riparata e testata in mare, non ci sono infiltrazioni.
A sorpresa durante il test c'è stata una nuova infiltrazione. Ma questa è un'altra storia ed anche questa riparata:

Durante la sosta in cantiere, l'ispettore del RiNA ha voluto vedere il perno della pala timone, perchè di alluminio e soggetta a corrosione, ebbene il timone è stato sfilato in basso per trenta centimetri, in questa manovra è stato danneggiato il soffietto di neoprene sopra la losca, per cui tre litri di acqua di mare sono saltati dentro durante il test.
Per il soffietto, e su come si cambia in mare senza sfilare il timone, si potrebbe aprire una nuova discussione.


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#7
Si chiama gaiter
https://jefa.dk/products/sealing-systems/

in quanto a cambiarlo, io l'ho rifatto con una pezza di neoprene e chiuso il lato con la colla e riutilizzato le fascette presenti

L'acqua entra perchè la barca genera un'onda di avanzamento con le creste a prua e poppa dello scafo, a seconda della velocità la cresta può superare la losca e far entrare acqua.
Inoltre a motore la barca tende ad appopparsi.
Se poi si ha la doppia pala, di bolina la losca del timone sottovento potrebbe proprio finire sotto il galleggiamento
Stefano

La barca perfetta è quella dove si beve in sei, si mangia in quattro e si dorme in due
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#8
Durante la sosta in cantiere, l'ispettore del RiNA ha voluto vedere il perno della pala timone, perchè di alluminio e soggetta a corrosione, ebbene il timone è stato sfilato in basso per trenta centimetri, in questa manovra è stato danneggiato il soffietto di neoprene sopra la losca, per cui tre litri di acqua di mare sono saltati dentro durante il test.
Per il soffietto, e su come si cambia in mare senza sfilare il timone, si potrebbe aprire una nuova discussione.
[/quote]

Per curiosità, che barca è?
Grazie
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#9
(14-10-2022, 20:42)Discola Ha scritto: Per curiosità, che barca è?
Grazie
Hanse 371
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#10
(14-10-2022, 19:00)st00042 Ha scritto: Si chiama gaiter
Grazie Stefano
Ho calcolato la dima e riportato su un grande foglio di carta e poi ritagliato da un panno in neoprene.
L'incollaggio con il mastice è stato molto più semplice del previsto, dopo l'incollaggio dall'esterno, ho girato sottosopra il soffietto come fosse un calzino bucato (e qundi l'interno è diventato esterno) quindi spalmato il neoprene liquido dalla parte interna per siglliare, girato nuovamente; uno spettacolo.
non so se il neoprene che ho usato ( per mute da sub, 3mm di spessore e con la faccia esterna telata ) sia duraturo.
Accetto consigli.
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#11
Eventualmente prendi da Sail Srvice di Ravenna il gaiter della Jefa che essendo specifico non dovrebbe dare sorprese nel tempo.
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#12
(15-10-2022, 19:01)kavokcinque Ha scritto: Eventualmente prendi da Sail Srvice di Ravenna il gaiter della Jefa che essendo specifico non dovrebbe dare sorprese nel tempo.
visto ! è una possibilità
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