(02-12-2019 11:36)caimano Ha scritto: Dopo colloqui privati con gli ADV Tatone e ZK (grazie davvero, gentili e preziosissimi) credo di aver capito la Maltese Connection (che spero di collaudare in settimana) e di essermi rilassato (ma non troppo, ovvio, la vela è immanente sofferenza) rispetto all'incubo della randa bloccata.
Voglio ragionare con più precisione, facendo prove, sul ruolo della tensione della drizza; finora se ne è parlato poco. Per l'avvolgimento: tesatura a ferro? Tesare a ferro e poi mollare un tantino? una volta tutta fuori la randa, voi regolate la tensione della drizza per migliorare la forma, o trattandosi di vile randa rollabile la lasciate sempre così?
Grazie ancora amici.
Peccato non ne abbiamo parlato in privato! Comunque la tensione della drizza è una delle cause principali di rotture e problemi. Quando si avvolge/svolge, la drizza va tenuta poco in tensione, pena il blocco del sistema...
Nel mio caso, ho messo una drizza in dyneema SK78 a bassissimo allungamento, che non richiede un "precarico" della drizza per avere forme decenti della randa. Inoltre, la drizza è bloccata all'albero, per risparmiare sul potenziale allungamento il tratto dall'albero allo stopper in tuga (nel mio caso ci sono quasi 8 metri! Consiglio vivamente di adottare questa soluzione.
Quindi, la tensione della drizza la regolo normalmente fino a quando la vela avvolge e svolge facilmente a mano (appena tiri un po' troppo di drizza, a mano non ce la si fa più).
Sinceramente, grazie al bassissimo allungamento del materiale non ho quasi mai bisogno di fare ulteriori regolazioni, la randa (costruita in dacron ibrido dyneema pure lei) mantiene una forma più che buona anche all'aumentare del vento e le sole regolazioni che faccio sono quelle della base e del vang.
PS: la mia randa è 57mq